Il paradosso dell'IA: traina i guadagni per il 75% delle imprese, ma non tutte aumentano gli investimenti. L'analisi di ServiceNow
di Alberto Falchi pubblicata il 29 Ottobre 2024, alle 12:14 nel canale dataIl dato del 67% sugli investimenti previsti il prossimo anno, posiziona l’Italia ultima nell’area EMEA e lontana dal podio di Paesi che prevedono sforzi maggiori in quest’area, composto da Olanda (86%), UK (85%) e Spagna (81%)
L'IA fa guadagnare di più, ma non tutti gli imprenditori italiani sono disposti a investire ulteriormente in questa tecnologia. In sintesi, è questo che emerge dall'Enterprise AI Maturity Index 2024, uno studio condotto da ServiceNow e mirato ad approfondire la maturità delle imprese sul tema dell'intelligenza artificiale.
Il dato che spicca è che nonostante il 73% delle aziende italiane del campione affermi di aver incrementato i ricavi grazie all'IA, solamente il 67% intende a investire ulteriormente su questa tecnologia nel 2025. Fatto che posiziona l'Italia ultima nell'area EMEA per quanto riguarda gli sforzi sull'IA.
Le aziende italiana hanno poca fiducia nell'IA?
Il report di ServiceNow è basato su un campione di 4.470 responsabili di aziende che già utilizzano l'IA. 2.157 di questi operano nell'area EMEA, nello specifico in Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Olanda, Norvegia, Spagna, Svezia e UK.
Guardando all'indice di maturità per l'uso dell'intelligenza artificiale, l'Italia con un punteggio di 0,44 non sfigura, a ben vedere, ma quello che stona è che nonostante l'IA abbia portato a vantaggi tangibili, come l'incremento del fatturato, per 3 aziende su 4 (73%), solamente il 67% intende incrementare gli investimenti su questa tecnologia per il 2025. Al contrario, in Spagna la percentuale è dell'81%, mentre nei Paesi Bassi dell'86%.
Il motivo? Probabilmente è perché il 30% delle aziende italiane è ancora in fase di sperimentazione e afferma che solo il 9% delle entrate verrà re-investito in tecnologie di intelligenza artificiale.
Se per il 74% degli intervistati italiani l'IA sarà una leva fondamentale per aumentare la produttività e portare più efficienza, al momento meno della metà (46%) afferma di aver fatto passi avanti significativi a livello organizzativo. In pratica, l'IA è stata sì introdotta in azienda, anche con risultati positivi, ma questa introduzione non è stata fatta a livello strutturale. Per questo il 53% del campione prevede di assumere esperti di IA e di accelerare sulla formazione dei propri dipendenti tramite corsi specializzati.
Tirando le somme, è evidente che siamo solo agli albori dell'IA: tanti esperimenti su piccola scala, molti dei quali portano anche risultati concreti. Ma i manager tendono a mantenere un atteggiamento ancora prudente evitando di investire troppo su questa specifica tecnologia. Fanno eccezione alcuni precursori, che stanno sfruttando le tecnologie di intelligenza artificiale su larga scala, collegando dati, automazione e workflow per accelerare il valore.
“Le aziende italiane stanno adottando sempre di più strumenti di tecnologia artificiale, in linea con lo sviluppo che vediamo a livello globale. È giusto ricordare, però, che il talento umano rimane fondamentale per guidare l’implementazione di queste nuove tecnologie, altrimenti è molto probabile che i tentativi di integrare l’AI nei processi lavorativi si rivelino uno sforzo inutile”, afferma Filippo Giannelli, Area VP Israel & Italy e Country Manager di ServiceNow Italia. “È fondamentale agire ora per creare una forza lavoro esperta e questo si può ottenere con una duplice strategia, che prevede l’assunzione di specialisti esterni per garantire il successo di un progetto di intelligenza artificiale e la formazione interna, per assicurare che le persone in azienda abbiano le competenze necessarie per integrare efficacemente l’intelligenza artificiale nelle proprie attività”.
3 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoQuesto dosso bisogna pur pararlo in qualche modo.
ma quali imprenditori sono stati intervistati?
di che settore??
ma quali imprenditori sono stati intervistati?
di che settore??
In base a quel che c'e' scritto nell'articolo, quel 73% è riferito ad aziende che hanno utilizzato ufficialmente l'IA all'interno dell'azienda (suppongo con risorse aziendali spese nell'integrare l'IA con i sistemi aziendali).
Quindi si tratta di aziende che al 100% si aspettavano di guadagnare con l'uso di LLM e solo un 73% poi ha avuto un ritorno positivo significativo.
Il fatto che non diano informazioni su a quali settori appartengano tali aziende e quale sia il loro giro d'affari, fa pensare all'enesimo sondaggio comissionato per creare hype tra i gonzi.
Poi se si va a vedere cosa fa ServiceNow (l'azienda CHE HA CONDOTTO LO STUDIO) si vede che sul loro sito pongono molta enfasi sul fatto che "We help organizations of every size, in every industry, put AI to work for people."
Voi andreste a farvi un bicchierino da un oste che dichiara orgogliosamente che ben il 73% dei suoi clienti è contento di quello che gli da da bere?
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