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Intelligenza artificiale fra rischi e opportunità: la visione di Archiva Group

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In occasione di Change Up, l’evento annuale di Archiva Group, abbiamo intervistato Loris Marchiori, Corporate Communications Director, e Alberto Gazzani, CInO & COO, che ci hanno illustrato la visione dell’azienda sui temi chiave del futuro, in particolare sull’IA

 

Change Up è l’evento annuale durante il quale Archiva Group, azienda specializzata in soluzioni per la digitalizzazione dei processi e la trasformazione digitale del business, fa il punto della situazione sulle novità di prodotto e sullo stato della tecnologia. Nell’edizione 2024, il tema centrale è quello dell’intelligenza artificiale, la tecnologia sulla quale si stanno concentrando enormi investimenti a livello globale.

Un appuntamento che ha coinvolto varie personalità: sul palco, infatti, si sono avvicendati responsabili di aziende del settore come Walter Riviera di Intel, Domenico Impelliccieri di Fastweb, Carla Masperi di SAP, ma anche giornalisti come Paolo Mieli. In occasione dell’incontro, abbiamo avuto modo di incontrare alcuni esponenti dell’azienda, a partire da Loris Marchiori, Corporate Communications Director di Archiva Group. Sul tema dell’intelligenza artificiale l’hype è molto elevato, forse troppo, tanto che “resterà solo chi riuscirà a sfruttare con concretezza” questa tecnologia, spiega Marchiori.

L’impatto dell’IA va oltre l’azienda e coinvolge le persone

L’IA è ovviamente uno strumento di business, che può essere di grande aiuto nell’ottimizzare e velocizzare processi, portando più efficienza e automatizzando. Ma ha anche un grande impatto sulla società e le persone. Proprio di questo si è parlato durante la giornata, perché effettivamente è l’impatto sugli esseri umani che fa la differenza fra una rivoluzione reale e una “solo annunciata”, come spiega Marchiori. “Queste tecnologie saranno rivoluzionare perché avranno impatto su tutte le dimensioni del nostro vivere.

Su cosa si basa l’IA di Archiva? A spiegarlo è Alberto Gazzani, CInO & COO dell’azienda, che sottolinea come da tempo Archiva stia investendo in IA, sia tradizionale sia generativa, tanto che ormai è integrata in molte soluzioni della suite Requiro e utilizzata nei workflow di lavorazione di Archiva, sviluppata per gestire i processi collaborativi, l'integrazione multicanale dei flussi informativi e l'archivio digitale.

Tutti i moduli di Requiro possono beneficiare dell’IA: quello dedicato alla gestione risorse umane, gli strumenti per il procurement e non solo. “Per me l’IA è uno strumento come poteva esserlo l’Internet di 20 anni fa”, che era tanto uno strumento per cercare informazioni quanto un passatempo con il quale la gente sperimentava. L’idea è quindi quella di portare “soluzioni concrete sulle scrivanie virtuali degli utenti”, dice Gazzani.

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Per l’IA generativa, Archiva si affida ai modelli più diffusi sul mercato, come Anthropic e OpenAI, anche per un semplice motivo: oggi la maggior parte delle PMI non sarebbe in grado di utilizzare o addestrare modelli in proprio. I costi, infatti, sarebbero fuori della loro portata. Archiva ha scelto di appoggiarsi ad AWS per la gestione dei LLM, quindi alla tecnologia Amazon Bedrock, cosi da avere anche maggiori garanzie in termini di privacy e sicurezza dei dati. Differente il discorso sull’IA tradizionale, il classico machine learning, dove gli algoritmi sono sviluppati internamente dagli esperti di Archiva.

Le novità di Requiro

Change Up è stata anche l’occasione per mostrare le novità della piattaforma Requiro. È stato annunciato Requiro Rise, un motore per la gestione di processi, mentre Next2 è il portale per il procurement che mette in comunicazione clienti e fornitori. È stata integrata una soluzione di firma digitale remota, che non richiede l’utilizzo di chiavi hardware o altri dispositivi fisici, oltre a Requiro PEC+ per accentrare in un unico luogo tutte le PEC aziendali.

requiro rise

E ancora Requiro MyDocs, che permette di scambiare dati in maniera sicura con i collaboratori. Ma, come sottolinea Gazzani, “più che le applicazioni, è la completa integrazione di queste nella piattaforma” a fare la differenza. Perché un conto è utilizzare tante app o servizi, anche ben fatti, ma totalmente slegati l’uno dall’altro, che obbligano a continuare a spostarsi da una finestra all’altra a seconda dell’attività da svolgere. Un altro è poter contare su una suite integrata, che semplifica e ottimizza i flussi di lavoro, tutto a vantaggio dell’efficienza e della produttività.

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