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Smart retail: così Huawei aiuta i negozianti nella digitalizzazione dell'esperienza utente

di pubblicata il , alle 15:12 nel canale Innovazione Smart retail: così Huawei aiuta i negozianti nella digitalizzazione dell'esperienza utente

Huawei offre l'infrastruttura IT, software incluso, per supportare la digitalizzazione dei punti vendita e introdurre funzionalità di self scanning e self check out. Abbiamo approfondito il tema insieme ad Alexandre Grandeaux. CTO Business Group Enterprise di Huawei Italia

 

Spesso non ci si fa caso, ma oggi anche un semplice acquisto in un supermercato è un'esperienza interamente basata sul digitale. Qualche lustro fa hanno iniziato ad apparire nelle catene della grande distribuzione le prime casse automatiche: si portava la spesa, si scansionavano gli articoli e, dopo aver pagato, si usciva. Più recentemente l'esperienza è stata migliorata enormemente grazie agli scanner di codici a barre: li si ritira all'ingresso, si inquadrano le etichette man mano che si mettono i prodotti nel carrello e alla cassa automatica ci si limita a strisciare la carta di pagamento. Riducendo file e congestioni, ottimizzando così il tempo.

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Arrivare a tutto questo, però, non è stato facile, e le aziende hanno dovuto investire molto sulla digitalizzazione dei punti vendita per ottenere questi risultati. Fra le realtà che supportano queste imprese c'è Huawei, che oltre a fornire i fondamentali dispositivi per garantire la connettività, come switch e access point, aiuta le aziende clienti a mettere in piedi l'infrastruttura IT necessaria per orchestrare questi processi. Ed è al lavoro su soluzioni ancora più innovative che, forse, vedremo implementate nei prossimi anni.

Smart retail, un mercato che in Italia vale più di un miliardo di euro

Il mercato dello smart retail, che include l'infrastruttura di rete, il software di gestione, gli scanner, vale circa 1,2 miliardi di euro. Ed è destinato a crescere ulteriormente al ritmo del 15/20% all'anno da qui al 2030. 

Alexandre Grandeaux, CTO di Huawei Enterprise Italia

Non potrebbe essere altrimenti: come ci spiega Alexandre Grandeaux. CTO Business Group Enterprise di Huawei Italia, "sefla scanning e self check out sono oggi utilizzati da circa il 20% della grande distribuzione". C'è quindi molto spazio di crescita solo nell'ambito GD/GDO. Ma anche catene e negozi di dimensioni minori stanno guardando con interesse a queste tecnologie. Il self scanning, per capirci, è la  possibilità di scansionare autonomamente i prodotti acquistati, solitamente tramite scanner o casse automatiche. Il self check out, invece, è la possibilità di gestire direttamente anche il pagamento, senza passare da operatori: si inquadra un QR code sulla cassa, si paga e si esce dal negozio, senza alcuna interazione col personale, fatta eccezione per i riconteggi della spesa, totali o parziali, effettuati a campione.

Si potrebbe fare anche molto di più, in realtà, ma lo scoglio non è tecnologico, bensì culturale e normativo. Potremmo avere negozi dove tutto è totalmente automatizzato, un po' come accade in alcuni store di Amazon oltreoceano: ci si limita a prendere la merce dagli scaffali, metterla ne carrello, e uscire. Senza nemmeno dover prendere lo scanner o pagare. Grazie a un sistema di videocamere, il cliente viene riconosciuto al suo ingresso e seguito lungo tutto il percorso sino all'uscita, quando il denaro per gli acquisti verrà prelevato direttamente dalla propria carta di credito. "Il GPDR ci frena sotto questo profilo", spiega Grandeaux, che si dimostra scettico anche per un eventuale possibilità di implementarlo in futuro, nel Vecchio Continente. Il quadro normativo è infatti troppo stringete per potere adottare queste tecnologie.

Attualmente, come detto, le soluzioni di self scanning e self check out sono appannaggio prevalentemente della grandi realtà della distribuzione, che hanno i budget per implementarle: "l'investimento iniziale è infatti importante". Ma i clienti apprezzano, e col tempo l'investimento rientra grazie a minori code e una maggiore efficienza nei punti vendita. 

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Ma anche realtà di dimensioni più contenute stanno iniziando a interessarsi a soluzioni digitali, anche solo per la gestione delle etichette elettroniche, che facilitano e velocizzano le procedure interne.

Nel prossimo futuro Huawei prevede di ampliare queste soluzioni ai clienti del settore del fast fashion, anche se al momento "si tratta di progetti in fase di studio, legati prevalentemente agli analytics e all'analisi del flusso dei clienti".

Il ruolo di Huawei nello smart retail

Va detto che Huawei non lavora da sola in questo settore. "Offriamo l'infrastruttura IT per il networking e lo storage, oltre a e una parte degli applicativi software. Per l'IoT ci appoggiamo a partner locali". I dispositivi IoT in questione sono gli scanner di etichette e codici a barre usati dai clienti all'interno dei punti vendita. 

I clienti però non sono obbligati a prendere l'intero pacchetto: possono prendere solo le parti di cui hanno bisogno. In certi casi, inoltre, Huawei supporta i clienti non solo offrendo software e infrastruttura IT, ma anche mettendoli in contatto con ulteriori partner che si limiteranno a fornire l'IoT. 

Alla base dello smart retail ci sono la piattaforma di gestione software e l'infrastruttura IT. Switch e access point, insomma, ma ben differenti dai modelli casalinghi: questi dispositivi devono gestire il traffico di migliaia di utenti in contemporanea e supportare vari protocolli IoT, come BLE o, tramite chiavi USB esterne, anche ZigBee o altro. 

Per quanto riguarda gli access point, quelli consigliati da Huawei per questo tipo di applicazioni sono tutti Wi-Fi 7 e dotati di funzionalità come Wi-Fi Shield, una tecnologia che riconosce i dispositivi dotati di credenziali di accesso e inibisce tutti gli altri, inviando loro del rumore, così da evitare tentativi di attacco. 

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Gli switch per lo smart retail, invece, hanno una caratteristica unica: possono essere potenziati via software man mano che le condizioni impongono un upgrade. Se inizialmente in piccoli punti vendita può bastare una rete da 1 Gbps, quando le esigenze crescono è possibile sbloccare velocità superiori sulle porte ethernet, sino a 25 Gbps, semplicemente acquistando nuove licenze software, senza quindi dover sostituire l'hardware già presente. 

Gruppo Poli: un caso d'uso concreto

Gruppo Poli è una realtà trentina della grande distribuzione che si è affidata a Huawei per la digitalizzazione dei propri punti vendita. Il colosso cinese ha fornito il sistema di gestione Huawei CloudCampus che, in combinazione con Huawei iMaster NCE CampusInsight Telemetry, consente all’azienda di gestire non solo l'architettura di rete, ma anche tutti i dispositivi  connessi, incluse le etichette  elettroniche. La parte più importante dell'installazione è costituita dagli switch Huawei Serie CloudEngine S6730-H, che offrono velocità fino a 40 gigabit al secondo evitando connessioni lente e colli di bottiglia, anche nelle ore di punta dei supermercati.

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Per la connettività, Huawei ha previsto per Gruppo Poli l'utilizzo degli switch Huawei CloudEngine 5731-S, dotati di doppia alimentazione e funzionalità Point-to-Point Protocol over Ethernet, mentre per l'ambiente WLAN viene utilizzata l'ultima generazione di Access Point Huawei AirEngine 5760-51, che consentono uplink multi-gigabit e quindi trasferimenti di dati superiori a 5 gigabit al secondo, includendo anche uno slot PCI (Peripheral Component Interconnect) per collegare soluzioni IoT che migliorano ulteriormente l'interazione con  le etichette elettroniche.

Huawei si è rivelato un partner ideale grazie alla stabilità e affidabilità della sua infrastruttura di rete. Attraverso un’architettura studiata su misura, Huawei ha colto la sfida, identificando gli apparati che meglio supportano le esigenze del nostro gruppo. Grazie all’innovazione di Huawei CloudCampus, abbiamo ridotto drasticamente i tempi di deploy e il roll-out sui nostri punti vendita, oltre a migliorare sensibilmente i tempi di risoluzione dei problemi grazie ai sistemi di analisi integrati”, hanno commentato Michele Poli, Responsabile amministrazione e sistemi informativi di Gruppo Poli, e Massimo Berloffa, Responsabile infrastruttura e sicurezza di Gruppo Poli.

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