Investire in IA generativa: la ricetta di The European House - Ambrosetti e Microsoft per rilanciare la produttività del Paese
di Alberto Falchi pubblicata il 01 Settembre 2023, alle 18:05 nel canale dataUno studio di Microsoft e The European House - Ambrosetti evidenzia come l'IA generativa potrebbe portare un valore aggiunto pari al 18% del PIL, e aiutare ad affrontare problemi come l'invecchiamento della popolazione, la carenza di talenti, la scarsa produttività
L'Italia si scontra da decenni con un enorme problema, ancora irrisolto: incrementare la produttività. Questo è uno dei principali freni all'economia del Paese: l'Italia infatti arranca rispetto ad altri Paesi europei, come Francia e Germania. Questo è anche il motivo per cui gli stipendi italiani sono ben inferiori a quelli della media europea.
Cosa possono fare le imprese per essere più produttive? Secondo uno studio di The European House - Ambrosetti e Microsoft la soluzione è quella di investire sull'IA generativa.
Investire sull'IA generativa per sbloccare la produttività
In occasione del Forum di The European House – Ambrosetti, è stato presentato lo studio “AI 4 Italy: Impatti e prospettive dell’Intelligenza Artificiale Generativa per l’Italia e il Made in Italy” realizzato da Microsoft e The European House – Ambrosetti.
Un documento che analizza l'impatto che stanno avendo la applicazioni di IA generativa e come questa tecnologia possa supportare le imprese italiane. Secondo il documento, l'IA generativa può essere la chiave per affrontare alcuni dei problemi principali che il Bel Paese è chiamato ad affrontare: la produttività, come abbiamo detto, ma anche la difficoltà a reperire talenti e l'inesorabile crescita dell'età media della popolazione.
Un problema, quest'ultimo, da non sottovalutare: entro il 2040 il Paese vedrà 3,7 milioni di lavoratori andare in pensione e questo potrebbe portare alla perdita di 267,8 miliardi di valore aggiunto. Secondo l'analisi, l'IA generativa potrebbe tamponare la situazione, garantendo lo stesso livello di benessere economico anche senza il supporto di questi lavoratori.
Non è l'unico vantaggio: si stima che, a parità di ore uomo lavorate, le tecnologie di IA generativa potrebbero portare un valore aggiunto equivalente al 18% del PIL, qualcosa come 312 miliardi all'anno.
I settori di applicazione? Tutti, senza distinzioni, anche se alcuni otterranno vantaggi più rapidamente. Come nel caso di finanza, sanità, manifattura, che per The European House - Ambrosetti e Microsoft sono quelli più maturi per questo tipo di tecnologie.
Per stimolare l'innovazione, però, l'Italia deve puntare sulla digitalizzazione delle imprese, soprattutto delle tante PMI che rappresentano il tessuto imprenditoriale. Il PNRR è un passo in questa direzione, ma bisognerebbe fare di più. Anche sotto il profilo della formazione: si parla molto della disoccupazione, ma non bisogna dimenticare che a oggi mancano 3,7 milioni di figure con competenze informatiche di base, e servirebbero 137.000 laureati in materie ICT in più per accelerare lo sviluppo di nuove soluzioni di IA.
“L’IA Generativa è un treno tecnologico che l’Italia non può perdere”, dichiara Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti. “Per sfruttarne tutte le potenzialità, è necessario però stimolare la digitalizzazione delle imprese e delle Pubbliche Amministrazioni e, soprattutto, diffondere competenze digitali di base e avanzate nel Paese. L’IA Generativa è infatti solo il vertice della piramide tecnologica della digital transformation e, per coglierne tutti i benefici, è necessario lavorarne sugli abilitatori fondamentali: le competenze digitali dei lavoratori e la trasformazione digitale delle aziende”.
Lo stato di adozione dell'IA in Italia
A oggi, metà delle imprese italiane ha già sperimentato soluzioni di IA, nella maggior parte dei casi con successo: il 70% di chi ha introdotto l'IA in azienda, infatti, ha dichiarato di aver ottenuto dei benefici in termini di produttività. Nello specifico, il 55% di chi l'ha adottata afferma di aver velocizzato il reperimento di informazioni, mentre il 48% le ha utilizzate per creare degli assistenti virtuali. Poco meno della metà (47%) ha portato più efficienza nei propri processi di lavoro tramite l'intelligenza artificiale. Non mancano però alcuni ostacoli: il primo, come intuibile, è la difficoltà nel reperire talenti. Ma preoccupano anche le questioni relative alla privacy e alla sicurezza: nodi che andranno sciolti per convincere più imprese a integrare l'IA nei loro processi di business.
“L’intelligenza Artificiale Generativa è un’opportunità senza precedenti per l’Italia", afferma Giorgio Metta, Advisor Scientifico e portavoce del lavoro di ricerca. "Secondo i risultati di questo lavoro di ricerca, infatti, l’adozione pervasiva di tecnologie di IA Generativa potrà contribuire ad aumentare il PIL italiano fino al +18%: un potenziale trasversale a tutti i settori produttivi e alla società civile, nonché un serbatoio di crescita davvero straordinario per un Paese che lotta contro produttività stagnante e una leva demografica avversa”. Tuttavia, sottolinea Giorgio Metta “per scaricare a terra tutte le opportunità dell’intelligenza artificiale generativa è necessario investire, in maniera energica e tempestiva, per non farsi cogliere impreparati a questa nuova rivoluzione produttiva e sociale. In particolare, è chiave che l’Italia cambi marcia fin da subito sugli investimenti in ricerca, formazione e innovazione, stimolando la creazione di un ecosistema pubblico-privato in grado di colmare il gap con competizione internazionale, ora più agguerrita che mai”.
3 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infovero, sembra abbastanza aria fritta.
o l'oste che elogia il suo vino.
serve immigrazione di qualità, alla faccia dei buffoni che siedono oggi sulle poltrone.
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