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L'IA generativa piace alle imprese italiane, ma l'adozione procede a rilento. L'analisi di SAS

di pubblicata il , alle 11:01 nel canale data L'IA generativa piace alle imprese italiane, ma l'adozione procede a rilento. L'analisi di SAS

I risultati della ricerca indicano che, sebbene le organizzazioni italiane siano entusiaste del potenziale dell'IA generativa nell'aumentare la produttività del business e delle persone, esistono ancora diversi ostacoli che rallentano l'adozione della GenAI

 

L'IA generativa, come già sottolineato più volte, è una tecnologia che piace moltissimo alle imprese, incluse quelle italiane. Le promesse, del resto, sono quelle che riescono a far vibrare le corde di qualsiasi imprenditore: implementandola crescono produttività ed efficienza, si abbattono i costi e in alcuni casi si riesce anche a tamponare il problema dello skill gap. 

E sono in tanti, in effetti, che stanno sperimentando con la GenAI. Secondo un'analisi condotta da Coleman Parkes Research per conto di Sas, il 30% delle aziende del Bel Paese la sta già utilizzando in via sperimentale, mentre un altro 30% lo farà entro i prossimi 12 mesi. Un ulteriore 31%, invece, afferma di volerla integrare entro due anni. Insomma, più del 90% delle imprese mostra interesse. Eppure, solo pochi sono a un buon punto nel loro percorso di adozione.

IA: solo il 3% delle imprese italiane ha completato l'adozione

Secondo l'analisi, sono solo una sparuta minoranza le realtà che non hanno piani di adozione per l'IA: appena il 6% dei decision maker intervistati afferma di non avere piani per implementarla. Allo stesso tempo, però, sono ancora meno i manager che affermano di aver integrato completamente la GenAI nei loro processi: parliamo del 3%

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I freni all'adozione? Sono parecchi. Il principale, segnalato dal 57% del campione, è la mancanza di strumenti adeguati, seguita dai dubbi sull'uso dei set di dati. Pesa molto l'assenza di competenze interne, un problema evidenziato dal 40% degli intervistati, così come la difficoltà a passare dalla fase concettuale all'implementazione vera e propria. 

Ci sono poi ulteriori scogli non tecnici, che però frenano di molto l'entusiasmo: il 79% dei manageri presi a campione nutre preoccupazioni sulla privacy, il 73% ha dubbi sulla sicurezza mentre un 65% teme per le implicazioni etiche dell'uso dell'IA. 

Insomma, c'è ancora molto lavoro da fare prima che l'IA sia ben integrata all'interno dei processi aziendali. Anche perché, come sottolinea il rapporto di SAS, "solo il 4% dei decision-maker italiani riporta una presenza ben stabilita e attiva di un GenAI governance framework, mentre il numero di intervistati che conferma di avere implementato sistemi di misurazione di bias e rischi associati alla privacy negli LLM è al di sotto del 10%; il 48% infine non ha ancora stabilito una policy d’uso della tecnologia all’interno della propria azienda".

1 Commenti
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dune200002 Luglio 2024, 12:40 #1

Utilizzo della IA

Se le imprese non sono propense a investire nella formazione del personale, figuriamoci nel formare una IA per il suo utilizzo. Non hanno nemmeno le idee chiare su come usarla.

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