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Microsoft vuole usare l'IA per proteggere il Prosecco dalla contraffazione

di pubblicata il , alle 12:51 nel canale data Microsoft vuole usare l'IA per proteggere il Prosecco dalla contraffazione

Un progetto avviato insieme all'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato che sfrutta l'IA generativa per difendere i prodotti italiani dalla contraffazione e dal fenomeno dell’Italian sounding

 

Una delle principali preoccupazioni dei produttori italiani è quella della contraffazione dei loro prodotti all'estero. Contraffazione che a volte è palese, una vera e propria truffa, ma in altri casi è più subdola, come nel caso dei prodotti che sfruttano nomi potrebbero ingannare chi non è madre lingua. Si chiama Italian sounding, ed è il caso di prodotti come i generici Parmesan, che nulla hanno a che vedere con il Parmigiano Reggiano originale. O del Prosecco.

Per proteggere dalla contraffazione le eccellenze agroalimentari italiane, Microsoft ha siglato un accordo di collaborazione con l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato che fa leva sull'l'IA generativa

Consorzio di Tutela della DOC Prosecco: un assistente virtuale basato sull'AI per verificare l'autenticità dei prodotti

La collaborazione fra Microsoft e la Zecca è mirata a sviluppare progetti che fanno leva sull'IA. Fra questi spicca quello realizzato con il Consorzio di Tutela della DOC Prosecco. Parliamo di un chatbot chiamato Brand Protection Assistant che offre agli utenti informazioni sui prodotti, aiutandoli a verificarne l'autenticità in maniera semplice, fotografando l'etichetta e facendola analizzare dall'IA. Oltre a offrire informazioni sulla provenienza della specifica bottiglia di Prosecco, l'assistente offrirà anche informazioni sulle caratteristiche del vino, suggerendo anche abbinamento con il cibo. 

MOU Microsoft - IPZ

Questo è solo il primo passo: l'idea è quella di testare il progetto pilota per poi estendere l'utilizzo della soluzione a tutti i prodotti del Made in Italy. 

Con l’avvio di questo progetto il Poligrafico dello Stato si conferma come principale e più avanzato punto di riferimento nella lotta alla contraffazione e nella tutela delle eccellenze italiane sui mercati mondiali”, spiega Francesco Soro, AD dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. 

Per Giancarlo Guidolin, Presidente del Consorzio di Tutela della DOC Prosecco, “l’accordo tra Microsoft e l’Istituto Poligrafico è per noi un vero motivo di soddisfazione. I consumatori saranno tutelati come mai prima d'ora tramite una semplice chat che sfrutta l’intelligenza artificiale, rendendo l'accesso alle informazioni più agevole e immediato. Siamo davvero felici che il nostro prodotto, frutto dell’incessante lavoro di tutti gli attori della filiera, possa essere protetto implementando l’utilizzo della tecnologia a nostro favore. Da tempo, infatti, abbiamo avviato una proficua collaborazione con l'IPZS con l'obiettivo di individuare soluzioni tecnologiche innovative, capaci di assicurare una sempre maggiore garanzia nei confronti dei consumatori, per questo guardiamo con entusiasmo al futuro, certi che questa innovazione porterà benefici concreti e duraturi al mondo delle denominazioni d’origine”.

"La collaborazione tra Microsoft e l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato avvia nuovi progetti di digitalizzazione volti a rafforzare la sicurezza e l'autenticità dei prodotti italiani, promuovendo al contempo l'innovazione e facendo leva sulle ultime tecnologie come Intelligenza Artificiale e Cloud Computing. Siamo orgogliosi del primo progetto insieme all'Istituto per tutelare un marchio famoso nel mondo come quello del Consorzio di Tutela della DOC Prosecco. Grazie alla semplicità dell’AI sarà possibile offrire ai consumatori la possibilità di conoscere l’originalità del prodotto”, commenta Vincenzo Esposito, Amministratore Delegato di Microsoft Italia.

23 Commenti
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io78bis07 Agosto 2024, 13:35 #1
Spero non la paghino ME per questo accordo.

Come fa un AI a proteggere un prodotto? Era sicuramente più valido il vecchio, non so se mai realizzato, registro Blockchain dei lotti di produzione
minatoreweb07 Agosto 2024, 14:10 #2
Un bon motivo per non comprare più prossecco... il connubio Microsoft-> Prosecco non me l'aspettavo. Ma visto che comprando bottiglie si finirebbe per finanziare un azienda del genere (l'IA è tutta na scusa) non lo comprero' più.
Sarei ben lieto di comprare e prediligere prodotti le cui aziende dichiarano di usare solo software opensurce, invece di contribuire all'inquinamento e ad arricchire i soliti noti.
Sarò solo un consumatore in meno, forse l'unico a pensarla cosi'.. chissà...
pachainti07 Agosto 2024, 15:43 #3
Originariamente inviato da: io78bis
Spero non la paghino ME per questo accordo.

Come fa un AI a proteggere un prodotto? Era sicuramente più valido il vecchio, non so se mai realizzato, registro Blockchain dei lotti di produzione


La moda del momento, con evidenti segni di bolla pronta a scoppiare, è la presunta IA, la blockchain ha già avuto il suo picco in passato e sono rimasti solo gli speculatori (comunque potrebbe ritornare in versione 2.0 )

La blockchain è un registro/database in teoria immutabile, ma chi carica i dati sulla blockchain? Quello rimane il punto debole, se i dati sono caricati già alterati, non c'è database che tenga...
CYRANO07 Agosto 2024, 20:54 #4
Finché c'é prosecco c'è speranza ( cit.)

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Informative20 Ottobre 2024, 01:02 #5
Originariamente inviato da: pachainti
La blockchain è un registro/database in teoria immutabile


Solo se realmente decentralizzata (quindi solo quella di Bitcoin). Se no non è nemmeno realmente immutabile.
Per il resto sì: la blocchechein per certificare la filiera del pollo è marketing ancora più per grulli, pure se si usasse Bitcoin.
pachainti06 Gennaio 2025, 18:20 #6
Originariamente inviato da: Informative
Solo se realmente decentralizzata (quindi solo quella di Bitcoin). Se no non è nemmeno realmente immutabile.
Per il resto sì: la blocchechein per certificare la filiera del pollo è marketing ancora più per grulli, pure se si usasse Bitcoin.


Nemmeno Bitcoin è decentralizzato, 50-60 miner controllano la rete e ci sono progetti che fanno meglio.
Inoltre, è chiaramente in mano al governo USA, vedi ETF e chi controlla hash rate.
Informative07 Gennaio 2025, 12:43 #7
Originariamente inviato da: pachainti
Nemmeno Bitcoin è decentralizzato, 50-60 miner controllano la rete e ci sono progetti che fanno meglio.
Inoltre, è chiaramente in mano al governo USA, vedi ETF e chi controlla hash rate.


Ne abbiamo già discusso in lungo e in largo ed è falso, ma via, ripetiamo le stesse cose nuovamente : i miners non controllano una sega, seguono gli incentivi economici. I full nodes controllano, e sono moltissimi (sui 21000 quelli raggiungibili sempre, stimati il triplo, forse il quadruplo, includendo quelli dietro firewalls o con collegamenti intermittenti https://bitnodes.io/ , facilmente in aumento perché sono relativamente leggeri per scelte di design).

-> blocksize war -> https://www.hwupgrade.it/forum/show...p;postcount=109

I miners potrebbero, ovviamente, creare disservizi e danni temporanei, erodendo la fiducia nel network e quindi il valore, se cercassero di attaccare, prima di venire rigettati dai nodi, per un bottino assai misero e incerto (e costi certi a prescindere dall'esito), distruggendo il proprio business in caso di riuscita, quindi questo non accade per teoria dei giochi. Si parla di stallo alla messicana.

E no, non ci sono "progetti" che fanno meglio, essendo le alts tutte fondamentalmente, giocoforza, centralizzate: dovendo distinguersi da Bitcoin (non ci sarebbe ragione economica razionale per autodiluirsi spostando capitale su una copia: un libero mercato tende a convergere su un'unica moneta, quella più commerciabile, quindi quella con il maggiore effetto network, perché questo aumenta il numero di potenziali partners di scambio), necessitano di un controllo centrale che possa imporre cambiamenti frequenti al protocollo da poter marketizzare come innovazione/elemento distintivo (mentre in realtà vera innovazione, senza tradeoffs sulla decentralizzazione che è la ragion d'essere, altrimenti ci sono già millemila soluzioni centralizzate più veloci ed efficienti di qualsiasi "blockchain", se realmente esistesse potrebbe venire integrata in Bitcoin -> open source software, no brevetti). Non possono dover attendere la supermaggioranza come su Bitcoin e fare forks solo retrocompatibili. Non è neanche una questione di algoritmo di consenso (infatti Ethereum era fondamentalmente centralizzato anche quando era PoW -> caso The Dao), anche se il PoS esacerba essendo subjective -> costless simulation -> necessità di affidarsi ad una cerchia ristretta per dirimere in caso di più chain valide concorrenti -> ask a friend consensus (INCLUSO Algorand, a livello di relay ovviamente, dato che sono gli unici full nodes che potrebbero proporre chain alternative. La sua vrf è aggirabile con la costless simulation, come tutte le vrf pseudorandom -> https://download.wpsoftware.net/bitcoin/alts.pdf, con relativamente poca potenza computazionale. Ethereum tenta di mitigare questo aspetto affidando la vrf a RanDao, che è un PoW minato da due gatti, quindi sostanzialmente inutile).
E dato che queste coin SONO la capacità di cambiare spesso e radicalmente (il loro valore coincide con questa capacità, altrimenti, di nuovo, c'è Bitcoin) la maggioranza degli users seguono sempre il fork spinto dai devs, dato che la chain non supportata da loro non ha valore (non ha dietro il team che "innova" (caso Eth -> Eth classic). Bitcoin invece funziona benissimo così nel suo caso d'uso principale, l'hard money, e quindi i devs non hanno lo stesso peso che sulle alt e non possono imporre nulla (di nuovo blocksize wars -> Gavin anderseen). Fanno più che altro manutenzione (ad esempio ottimizzazioni/aggiornamenti nei protocolli di comunicazione) e possono proporre migliorie retrocompatibili, che se uno vuole utilizza, se non vuole può restare con la vecchia versione del sw senza venire escluso.
Anche molte altre scelte di design tipiche delle altcoins esacerbano la già ineliminabile centralizzazione di fondo: i mille mila miliardi di tps, gli smart contracts sul layer base, ad esempio, rendono i full nodes esosi come risorse -> meno full nodes (spesso in cloud oltretutto, quindi che introducono un ulteriore strato di fiducia: il cloud provider). Certe scelte non vengono fatte su Bitcoin per questo motivo.
TLDR: la BUIDL! mentality (il tuo "nell'informatica spesso si upgrada" mal si accorda con la decentralizzazione e la sound money credibile. Per queste cose sono meglio i layer 2.
Uno può anche speculare sulle altcoin, e/o cavalcare qualche servizio che offrono (tipo i collateralised loans per stablecoins in DeFi, e tutto il vario yield farming, con ovviamente forti tradeoffs in termini di trust assumptions), come faccio anch'io, ma non è pensabile utilizzare Eth, o Algorand, o altro come store of value principale: un domani la foundation si sveglia e decide di cambiare parametri fondamentali "per il bene del protocollo" senza il tuo consenso. E se non i membri odierni, magari i loro successori in futuro.
Anche le alts hanno casi d'uso, ma molto più fragili e meno impattanti. Il mercato prezza questo.
Quello che fondamentalmente fanno le alts è prendere pezzi scartati di tecnologia da Bitcoin, o cambiare parametri che non è innocuo toccare per migliorare aspetti secondari a scapito del primario (offuscando la cosa), e poi propinare il tutto come innovazione ad una minoranza di noobs/tech bros come te che non hanno compreso che non si tratta solo di informatica ma anche e soprattutto di aspetti economici/di teoria dei giochi, per dare status/arricchire i pochi che le controllano (cosa che non si potrebbe fare costruendo sopra Bitcoin, per questo creano la loro coin).

Men che meno gli ETF controllano Bitcoin. Un asset (potenzialmente) monetario come Bitcoin ha valore perché in tanti lo usano: in caso di hardfork Blackrock o chi per lui dovrebbe schierarsi con la chain che la maggior parte degli investitori vuole, o si ritroverebbe a dover pagare i miners di tasca sua per mantenere un network che nessuno usa, quindi senza più valore d'uso, scambiandolo sugli exchange con se stessa per fissare un prezzo, e quindi non avrebbe più nemmeno un vero valore di mercato (il resto del mondo continuerebbe a scambiarsi il Bitcoin della chain non forkata). Quindi zappa sui piedi, svaluterebbe i propri investimenti e quelli dei clienti, e perderebbe le commissioni.
Game theory. Il fud di Blackrock che forka è l'ultima cazzata dei noobs che non han capito Bitcoin, nata da un disclaimer legale che devono fare per forza e che non vuol dire affatto che possa imporre un suo fork: si parla di scelta della chain in buona fede e nell'interesse dei clienti, e valgono le considerazioni di cui sopra.
Sarebbe un po' come il caso di BCH con Roger Ver che aveva venduto una quantità abnorme di Bitcoin per pompare BCH e poi sappiamo com'è andata a finire.

Molto "in sintesi" ( ), che non ho voglia di tornarci più nel dettaglio di così. Magari un giorno, quando non avrò proprio un cazzo di meglio da fare, completerò i reply lasciati in bianco in quella vecchia discussione, e poi me li piazzerò in firma così ti rimanderò alla firma ogni volta che salterai fuori con le solite shitcoinerate, come ciclicamente fai.

Studia, che sono quanto, due anni dalle prime discussioni? E sei ancora a questo livello di fraintendimento di base sui rapporti di forza tra le parti di un criptosystem, Bitcoin in particolare. Non hai più la scusante dell'ignoranza.
LMCH07 Gennaio 2025, 13:19 #8
In pratica "usano l' IA" per leggere il bollino sulla bottiglia.
Se oltre a questo fanno un check sul database delle bottiglie prodotte e di quelle già utilizzate, potrebbero anche riuscire a beccare chi vende bollini falsi "fatti bene" (se lo stesso bollino spunta fuori più volte o se risulta avere un numero di serie non ancora utilizzato).

E' una cosa per cui bastava il riconoscimento testi ed immagini "pre-LLM" ma ora ci mettono un pochetto di "rossetto AI" sul musetto e rivendono il vecchio maiale come se fosse un porcellino da latte.
Informative07 Gennaio 2025, 15:12 #9
Originariamente inviato da: LMCH
In pratica "usano l' IA" per leggere il bollino sulla bottiglia.
Se oltre a questo fanno un check sul database delle bottiglie prodotte e di quelle già utilizzate, potrebbero anche riuscire a beccare chi vende bollini falsi "fatti bene" (se lo stesso bollino spunta fuori più volte o se risulta avere un numero di serie non ancora utilizzato).

E' una cosa per cui bastava il riconoscimento testi ed immagini "pre-LLM" ma ora ci mettono un pochetto di "rossetto AI" sul musetto e rivendono il vecchio maiale come se fosse un porcellino da latte.


Esatto, e discorso analogo per la blocchechein che certifica e Fa Cose.
pachainti07 Gennaio 2025, 16:40 #10
Originariamente inviato da: Informative
Ne abbiamo già discusso in lungo e in largo ed è falso, ma via, ripetiamo le stesse cose nuovamente : i miners non controllano una sega, seguono gli incentivi economici. I full nodes controllano, e sono moltissimi (sui 21000 quelli raggiungibili sempre, stimati il triplo, forse il quadruplo, includendo quelli dietro firewalls o con collegamenti intermittenti https://bitnodes.io/ , facilmente in aumento perché sono relativamente leggeri per scelte di design).

-> blocksize war -> https://www.hwupgrade.it/forum/show...p;postcount=109

I miners potrebbero, ovviamente, creare disservizi e danni temporanei, erodendo la fiducia nel network e quindi il valore, se cercassero di attaccare, prima di venire rigettati dai nodi, per un bottino assai misero e incerto (e costi certi a prescindere dall'esito), distruggendo il proprio business in caso di riuscita, quindi questo non accade per teoria dei giochi. Si parla di stallo alla messicana.

E no, non ci sono "progetti" che fanno meglio, essendo le alts tutte fondamentalmente, giocoforza, centralizzate: dovendo distinguersi da Bitcoin (non ci sarebbe ragione economica razionale per autodiluirsi spostando capitale su una copia: un libero mercato tende a convergere su un'unica moneta, quella più commerciabile, quindi quella con il maggiore effetto network, perché questo aumenta il numero di potenziali partners di scambio), necessitano di un controllo centrale che possa imporre cambiamenti frequenti al protocollo da poter marketizzare come innovazione/elemento distintivo (mentre in realtà vera innovazione, senza tradeoffs sulla decentralizzazione che è la ragion d'essere, altrimenti ci sono già millemila soluzioni centralizzate più veloci ed efficienti di qualsiasi "blockchain", se realmente esistesse potrebbe venire integrata in Bitcoin -> open source software, no brevetti). Non possono dover attendere la supermaggioranza come su Bitcoin e fare forks solo retrocompatibili. Non è neanche una questione di algoritmo di consenso (infatti Ethereum era fondamentalmente centralizzato anche quando era PoW -> caso The Dao), anche se il PoS esacerba essendo subjective -> costless simulation -> necessità di affidarsi ad una cerchia ristretta per dirimere in caso di più chain valide concorrenti -> ask a friend consensus (INCLUSO Algorand, a livello di relay ovviamente, dato che sono gli unici full nodes che potrebbero proporre chain alternative. La sua vrf è aggirabile con la costless simulation, come tutte le vrf pseudorandom -> https://download.wpsoftware.net/bitcoin/alts.pdf, con relativamente poca potenza computazionale. Ethereum tenta di mitigare questo aspetto affidando la vrf a RanDao, che è un PoW minato da due gatti, quindi sostanzialmente inutile).
E dato che queste coin SONO la capacità di cambiare spesso e radicalmente (il loro valore coincide con questa capacità, altrimenti, di nuovo, c'è Bitcoin) la maggioranza degli users seguono sempre il fork spinto dai devs, dato che la chain non supportata da loro non ha valore (non ha dietro il team che "innova" (caso Eth -> Eth classic). Bitcoin invece funziona benissimo così nel suo caso d'uso principale, l'hard money, e quindi i devs non hanno lo stesso peso che sulle alt e non possono imporre nulla (di nuovo blocksize wars -> Gavin anderseen). Fanno più che altro manutenzione (ad esempio ottimizzazioni/aggiornamenti nei protocolli di comunicazione) e possono proporre migliorie retrocompatibili, che se uno vuole utilizza, se non vuole può restare con la vecchia versione del sw senza venire escluso.
Anche molte altre scelte di design tipiche delle altcoins esacerbano la già ineliminabile centralizzazione di fondo: i mille mila miliardi di tps, gli smart contracts sul layer base, ad esempio, rendono i full nodes esosi come risorse -> meno full nodes (spesso in cloud oltretutto, quindi che introducono un ulteriore strato di fiducia: il cloud provider). Certe scelte non vengono fatte su Bitcoin per questo motivo.
TLDR: la BUIDL! mentality (il tuo "nell'informatica spesso si upgrada" mal si accorda con la decentralizzazione e la sound money credibile. Per queste cose sono meglio i layer 2.
Uno può anche speculare sulle altcoin, e/o cavalcare qualche servizio che offrono (tipo i collateralised loans per stablecoins in DeFi, e tutto il vario yield farming, con ovviamente forti tradeoffs in termini di trust assumptions), come faccio anch'io, ma non è pensabile utilizzare Eth, o Algorand, o altro come store of value principale: un domani la foundation si sveglia e decide di cambiare parametri fondamentali "per il bene del protocollo" senza il tuo consenso. E se non i membri odierni, magari i loro successori in futuro.
Anche le alts hanno casi d'uso, ma molto più fragili e meno impattanti. Il mercato prezza questo.
Quello che fondamentalmente fanno le alts è prendere pezzi scartati di tecnologia da Bitcoin, o cambiare parametri che non è innocuo toccare per migliorare aspetti secondari a scapito del primario (offuscando la cosa), e poi propinare il tutto come innovazione ad una minoranza di noobs/tech bros come te che non hanno compreso che non si tratta solo di informatica ma anche e soprattutto di aspetti economici/di teoria dei giochi, per dare status/arricchire i pochi che le controllano (cosa che non si potrebbe fare costruendo sopra Bitcoin, per questo creano la loro coin).

Men che meno gli ETF controllano Bitcoin. Un asset (potenzialmente) monetario come Bitcoin ha valore perché in tanti lo usano: in caso di hardfork Blackrock o chi per lui dovrebbe schierarsi con la chain che la maggior parte degli investitori vuole, o si ritroverebbe a dover pagare i miners di tasca sua per mantenere un network che nessuno usa, quindi senza più valore d'uso, scambiandolo sugli exchange con se stessa per fissare un prezzo, e quindi non avrebbe più nemmeno un vero valore di mercato (il resto del mondo continuerebbe a scambiarsi il Bitcoin della chain non forkata). Quindi zappa sui piedi, svaluterebbe i propri investimenti e quelli dei clienti, e perderebbe le commissioni.
Game theory. Il fud di Blackrock che forka è l'ultima cazzata dei noobs che non han capito Bitcoin, nata da un disclaimer legale che devono fare per forza e che non vuol dire affatto che possa imporre un suo fork: si parla di scelta della chain in buona fede e nell'interesse dei clienti, e valgono le considerazioni di cui sopra.
Sarebbe un po' come il caso di BCH con Roger Ver che aveva venduto una quantità abnorme di Bitcoin per pompare BCH e poi sappiamo com'è andata a finire.

Molto "in sintesi" ( ), che non ho voglia di tornarci più nel dettaglio di così. Magari un giorno, quando non avrò proprio un cazzo di meglio da fare, completerò i reply lasciati in bianco in quella vecchia discussione, e poi me li piazzerò in firma così ti rimanderò alla firma ogni volta che salterai fuori con le solite shitcoinerate, come ciclicamente fai.

Studia, che sono quanto, due anni dalle prime discussioni? E sei ancora a questo livello di fraintendimento di base sui rapporti di forza tra le parti di un criptosystem, Bitcoin in particolare. Non hai più la scusante dell'ignoranza.


Come generatore di supercazzole sei il migliore devo ammetterlo. Non ho tempo da perdere, i fatti parlano chiaro e con il tempo la verità verrà fuori e sarà molto amara per i cultori come te.

P.S. è due anni che ripeti sempre le stesse cose, non voglio convincerti e non mi devi convincere. Quando ho cercato di risponderti, ti hanno bloccato l'account perché sapevi solo offendere visto che le tue argomentazioni facevano acqua da tutte le parti.
Per piacere evita di commentare i miei commenti e segui la tua strada, io la mia.

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