Onfido: IA e machine learning per semplificare l’utilizzo dell’identità digitale
di Alberto Falchi pubblicata il 22 Novembre 2023, alle 10:21 nel canale dataDa startup a scaleup in 10 anni, Onfido è una realtà che opera nel settore della verifica delle identità digitali, accelerando i processi di onboarding dei nuovi clienti e fornendo strumenti per la prevenzione delle frodi
Il tema dell’identità digitale è sempre più centrale nel processo di trasformazione digitale di aziende private ed enti pubblici. Oggi, infatti, siamo abituati a identificarci per poter accedere ai servizi in maniera semplice, con pochi clic, senza doverci fisicamente far riconoscere da qualcuno. Questo, per lo meno, quando si parla di servizi generici, per esempio l’iscrizione a un social network. Quando è invece necessario avere la certezza dell’identità di chi sta utilizzando uno specifico servizio, ci si appoggia a soluzioni come SPID o la CIE, ormai praticamente indispensabili per accedere ai servizi digitali messi a disposizione dalla Pubblica Amministrazione.
Accedere al proprio profilo sul sito dell’INPS o dell’Agenzia delle Entrate non sono però gli unici casi in cui è fondamentale assicurarsi dell’identità di chi si registra e utilizza il servizio: pensiamo all’apertura di un conto bancario online, o alla stipula di un contratto assicurativo, di un mutuo, di un prestito. Nella maggior parte dei casi, chi eroga questi servizi usa un approccio molto semplice: si chiede di caricare una scansione dei documenti di identità, farsi un selfie e successivamente un operatore verificherà l’accuratezza di questi dati per poi attivare il servizio stesso. Oggi, però, è possibile snellire questi processi facendo a meno del controllo umano, affidandosi ad algoritmi di IA e machine learning. Fra le aziende pioniere in questo settore c’è Onfido.
Onfido: l’identità digitale resa semplice
Onfido è nata come startup nel 2012 dall’idea di tre studenti di Oxford. L’azienda ha sviluppato delle soluzioni di verifica dell’identità digitale automatizzate, cioè che facevano leva su intelligenza artificiale e machine learning. A 10 anni di distanza, non si può più parlare di startup: “oggi siamo nella fase di scaleup”, afferma Andrea Bondi, SVP Digital Identity Solutions, sottolineando che “oggi l’azienda ha più di 600 dipendenti”. E può contare su clienti importanti, come Hype, Banca Profilo e Telepass in Italia. Se guardiamo all’estero, invece, a utilizzare i servizi di Onfido nell’area EMEA ci sono realtà come Revolut, HSBC, Tier 1 Banks e Docusign. Il modello di business col tempo si è evoluto, e alla verifica dell’identità digitale se sono aggiunti altri, come la prevenzione frodi.
La mission di Onfido: portare la verifica dell’identità dal reale al digitale
“Il mercato dell’identità digitale è in rapida evoluzione e sta cambiando moltissimo, sia dal punto di vista normativo sia da quello tecnologico”, spiega Bondi. Il modello base, più semplice, è quello che abbiamo descritto prima, nel quale l’utente carica il documento, una sua foto e viene verificato. “Ma questo non vuole esser l’unico modello, e stiamo lavorando per aggiungere altri modelli di verifica remota alla nostra piattaforma”. Questo approccio garantisce alle aziende clienti di Onfido di essere da un lato conformi alle normative, dall’altro di risparmiare sui costi di onboarding, consentendo anche di acquisire migliaia di clienti rapidamente e a costi contenuti. E, come anticipato, di ridurre il rischio di frodi.
Se dal lato utente l’interfaccia è estremamente intuitiva, il funzionamento della piattaforma di Onfido è ben più complesso. Anche perché si stanno diffondendo sempre più frodi: una delle più diffuse è quella in cui un criminale utilizza documenti falsi, riesce a ottenere accesso a del credito e poi sparisce nel nulla, risultando a tutti gli effetti quasi impossibile da rintracciare. Frodi con un impatto economico molto forte, tanto che Bondi sottolinea che l’azienda “ha prevenuto 4 miliardi di euro di frodi”.
Le banche e gli istituti di credito, tra l’altro, non sono gli unici che si stanno affidando a questi sistemi di verifica dell’identità: anche realtà come i marketplace online si stanno interessando a queste soluzioni, così da aver la certezza di poter avere a che fare con clienti reali. E aprendosi a un numero maggiore di soggetti, la difficoltà è quella di trovare il giusto equilibrio fra la semplicità e la rapidità di accesso e la robustezza dei sistemi di verifica. Cosa non facile per un’azienda che opera a livello globale e che quindi deve destreggiarsi fra differenti leggi e anche diversi documenti di identità. Questo impone di fare l’addestramento dei modelli di IA su svariate tipologie di documenti, riuscendo anche a distinguere con una ragionevole certezza quelli contraffatti da quelli semplicemente usurati dal tempo. Come garantire questa flessibilità? Qui entra in gioco un enorme database con milioni di documenti identità, tutti con dati reali, acquisiti da Onfido negli anni. Ma anche il fraud lab di Onfido, che è stato lanciato ufficialmente solo di recente ma che è attivo da tempo sottotraccia. Questa entità, fra le varie cose, si occupa di generare tramite IA decine di migliaia di immagini al minuto, che verranno poi utilizzate per addestrare i modelli di IA su elementi specifici. Nel caso di Onfido non esiste un solo modello di IA, ma ce ne sono centinaia, addestrati su specifiche tipologie di documenti.
I clienti avranno poi modo di decidere il grado di rischio che considerano accettabile. Un esempio può essere quello delle stampe su carta di documenti: la tecnologia di Onfido è in grado di distinguere se quanto ricevuto è la foto o scansione di un reale documenti di identità o una stampa, ma starà al cliente decidere se considerare solamente documenti reali o accettare una maggiore predisposizione al rischio, accettando anche le stampe di documenti e mettendo in conto un possibile aumento dei tentativi di frode.
Il tema della privacy
Quando un’azienda come Onfido archivia milioni di documenti viene naturale chiedersi quali sono le garanzie sulla privacy. Un punto che Bondi sottolinea è che “la proprietà dei dati rimane sempre in mano ai nostri clienti”, inteso le società che erogano i servizi e trattano i dati degli utenti finali. Sono le aziende, quindi, che decidono le politiche e come e per quanto tempo vanno utilizzati e archiviati.
“Alcuni clienti ci chiedono di eliminarli immediatamente dopo averli utilizzati, altri di conservarli più a lungo”. E, specifica Bondi “non facciamo cross contamination andando a incrociare i dati di differenti clienti”. Questo però non impedisce a Onfido di utilizzare dei segnali per riconoscere possibili tentativi di truffa: se un utente cerca di registrarsi su un servizio con uno specifico numero documento al quale è associato un nome e un mese dopo si nota che qualcuno sta utilizzando su un altro servizio lo stesso numero di documento, ma con nome differente, è evidente che c’è qualcosa da indagare.
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