Con IBM z15 la migrazione in cloud passa anche dai mainframe
di Paolo Corsini pubblicata il 14 Ottobre 2019, alle 08:21 nel canale DeviceGrande enfasi alla sicurezza dei dati, con loro cifratura pervasiva che li protegge anche in differenti ambienti cloud: questa la ricetta di IBM che presenta i mainframe della famiglia z15
Nella cornice milanese dei propri Studios, in Piazza Gae Aulenti, IBM ci ricorda come in un settore che vede soluzioni x86 prendere sempre più piede negli ultimi anni c’è ancora ampio spazio per i sistemi mainframe, quelli più complessi dedicati alle applicazioni mission critical. Da questa considerazione scaturisce l'annuncio delle nuove soluzioni z15, presentate a settembre a livello globale e che questa settimana sono disponibili anche per i clienti italiani, unitamente alla nuova famiglia di soluzioni storage all flash della serie DS8900F.
In un mondo che si muove sempre più verso lo spostare in cloud dati e applicazioni ha ancora senso parlare di mainframe, cioè di sistemi che offrono in sede una potenza di elaborazione estremamente elevata? Francesco Bertagnolli, IBM certified zClient Architect di IBM Italia, risponde a questa domanda sottolineando come l’80% delle applicazioni mission critical utilizzate in ambito enterprise non è ancora stato migrato in ambito cloud.
Immediato quindi dedurre che se la direzione futura parla sempre più di cloud, il presente per gli utilizzatori di sistemi mainframe è ancora fatto di installazione in loco e di ambiti di utilizzo che sono critici per la continuità aziendale. Per IBM questo trend continuerà ancora per un lungo periodo di tempo, continuando a giustificare l'investimento in risorse per lo sviluppo delle future famiglie di mainframe.
In questa prospettiva l'aggiornamento di IBM con i sistemi della famiglia Z15, accompagnati dalle nuove soluzioni di storage DS8900F, mostra come lo sviluppo di una infrastruttura cloud sempre più complessa non possa far perdere interesse, nel settore delle applicazioni mission critical, anche verso i sistemi mainframe. Sono questi ambiti di utilizzo che per loro natura, quantomeno al momento attuale, non possono ancora svincolarsi completamente entrando nel mondo del cloud in modo completo.
Potenza e continuità nell'operatività si devono anche accompagnare alla sicurezza dei dati, soprattutto pensando ad ambiti applicativi che sono on premise ma anche in cloud e ibridi. Per questo motivo diventa fondamentale assicurare una cifratura pervasiva dei dati, senza però che questo generi impatti sulle prestazioni e senza che la sua implementazione sia onerosa in termini di tempo di implementazione. IBM sposa la filosofia dell'Encryption Everywhere: grazie alla tecnologia Data Privacy Passports i clienti possono gestire come i dati vengono archiviati e condivisi, proteggendoli e offrendo la possibilità di revocarne l'accesso non solo quando sono all'interno dell'ambiente z15 ma anche quando si spostano all'interno dell'infrastruttura multicloud dell'azienda.
Interessante a questo riguardo la statistica fornita da IBM: nel corso del 2018 il 60% delle aziende analizzate in un report sulla sicurezza ha dichiarato di aver subito una violazione dei propri dati causata da un fornitore o da terzi. Tali fenomeni trovano spazio di proliferazione proprio negli ambienti multicloud ibridi, sempre più usati per la loro praticità.
La sicurezza, pertanto, non può prescindere da quale sia lo strumento o il canale attraverso i quali l'informazione sensibile viaggia: che si resti nel contesto del mainframe z15 o che ci si sposti lungo le differenti architetture cloud del perimetro dell'azienda il dato resta protetto. Interessante evidenziare come a livello hardware z15 integri un acceleratore dedicato per la crittografia dei dati, presente all'interno di ciascuno dei 190 core: tale caratteristica scarica i tradizionali core, rendendoli disponibili per eseguire altre operazioni garantendo però la risposta più veloce nella crittografia pervasiva dei dati. In modo speculare troviamo in z15 degli acceleratori per le operazioni di compressione dei dati, altra logica dedicata a specifiche operazioni che permette di liberare risorse tradizionali della CPU per altri ambiti garantendo però una latenza del sistema che è la più contenuta possibile.
Acccanto ai nuovi mainframe della famiglia z15 troviamo le soluzioni di storage DS8900F, in grado di offrire tempi di attività superiori al 99,99999% con differenti opzioni di disaster recovery. Sono basate su architettura all flash, per la prima volta offerta da IBM ai propri clienti, e nelle parole di Matteo Mascolo, Storage Solutions Leader di IBM Italia, permettono di assicurare un livello di TCO comparabile a quello delle soluzioni con hard disk meccanici offrendo però tutti gli evidenti benefici in termini di inferiore latenza di accesso ai dati propri delle soluzioni di tipo flash. Anche la capacità di archiviazione non è più un limite: nella configurazione a due telai si può arrivare ad uno spazio massimo di 1.228,8TB complessivi, ben più di quanto un approccio allo storage basato su sole unità flash poteva far pensare anche solo nel recente passato.
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