Il futuro del lavoro? Secondo Cisco sarà ibrido. Ecco come la multinazionale si prepara ad affrontarlo
di Alberto Falchi pubblicata il 16 Febbraio 2024, alle 14:30 nel canale DeviceSecondo Cisco, dobbiamo prepararci a un futuro ibrido. E ripensare di conseguenza gli edifici e gli spazi di lavori, in ottica di una maggiore sostenibilità e di una migliore produttività. Al centro dispositivi IoT e sistemi di videoconferenza evoluti. Arriva l'app Webex anche per Apple Vision Pro
Come sarà organizzato il lavoro nei prossimi anni? Nella visione di Cisco, vivremo in un mondo ibrido, lavorando un po’ in ufficio e un po’ da casa, o in mobilità. Una visione supportata da dati concreti: un’analisi condotta dalla multinazionale su 3.500 lavoratori e 1.050 datori di lavoro in sette Paesi europei (Francia, Germania, Italia, Olanda, Polonia, Spagna e Regno Unito) conferma questa tendenza. Secondo questo sondaggio, già oggi otto grandi aziende su 10 hanno almeno il 10% della propria forza lavoro che lavora in modalità ibrida. Per quattro su 10, questa percentuale sale al 30%. E alle persone questo approccio piace, nonostante ci sia ancora un certo scetticismo da parte dei datori di lavoro sulla produttività: solo il 47% di questi, infatti, è convinto che il lavoro ibrido aumenti la produttività.
Ma in generale, i dati sono praticamente schiaccianti: per l’83% del campione, entro due anni l’hybrid work sarà la normalità, percentuale che in Italia scende al 77%. È insomma necessario farsi trovare pronti e adattare gli spazi di lavoro alle nuove modalità.
Reinventare gli spazi di lavoro per incrementare produttività e sostenibilità
Se il futuro del lavoro sarà ibrido, bisognerà ripensare gli uffici per sfruttare al meglio queste modalità. E anche per ridurre l’impatto ambientale. Proprio gli edifici, infatti, sono responsabili del 40% delle emissioni di CO2. Una fetta non trascurabile del loro impatto (il 30%) è dovuta alla costruzione, ma il restante 70% della CO2 emessa è dovuto al loro funzionamento: impianti di raffreddamento e riscaldamento, illuminazione, ascensori.
Si possono fare grandi passi avanti nel ridurne l’impatto grazie alla tecnologia e al digitale. Per esempio, riducendo per quanto possibile l’utilizzo di corrente alternata (AC) così da utilizzare quella continua (DC), evitando così la perdita di efficienza subita durante la conversione AC/DC. Ma anche dotando queste infrastrutture di sensori, videocamere e altri dispositivi che permettono di conoscere lo stato di occupazione di ogni stanza e adeguare illuminazione e temperature sulla base di queste informazioni.
La Webex Platform di Cisco è concepita proprio per questo: attraverso l’uso di videocamere Meraki, rilevatori di temperatura e di CO2 è possibile abbattere in maniera importante i consumi, e quindi le emissioni, degli uffici. Come, nella pratica? Suggerendo ai lavoratori quali stanze sono libere, così da sfruttare al meglio gli spazi e ridurre gli sprechi, anche tenendo conto di parametri come i livelli di illuminazione di ogni angolo, la rumorosità delle varie aree, la qualità dell’aria, l’umidità.
Secondo le analisi di Cisco, utilizzando sistemi intelligenti di automazione e trasformando gli edifici in smart building, è possibile abbattere i consumi elettrici sino al 47%!
Hardware e software per il lavoro ibrido
Lavorare in mobilità ibrida inevitabilmente implica l’adozione di sistemi di videoconferenza, come la gamma di hardware e software Webex di Cisco, progettati per integrarsi con gli edifici intelligenti e per semplificare la comunicazione a distanza. Del resto, Cisco è stata fra i pionieri delle videoconferenze, e in passato ha sviluppato anche avveniristici (e costosissimi) sistemi di telepresenza. I dispositivi hardware odierni prodotti da Cisco sono apparentemente più semplici, ma non meno evoluti. Tutt’altro: sono infatti dotati di intelligenza artificiale e integrano al loro interno dei chip di NVIDIA che accelerano questi calcoli.
Ma a cosa serve l’IA in un sistema di videoconferenza? Può fare molto, per esempio gestire in automatico l’inquadratura delle videocamere delle sale riunioni, anche quando ne sono presenti più di una. Focalizzandosi sul presentatore, anche nel caso questi si muova lungo la stanza, per esempio per utilizzare una lavagna.
Non solo: come abbiamo già spiegato qui, il software Webex è stato potenziato con algoritmi di intelligenza artificiale che migliorano la qualità delle immagini anche quando queste sono a bassissima risoluzione (Super Resolution) e migliorando la qualità del parlato grazie ad AI Codec, uno specifico codec basato su IA che riduce significativamente i requisiti di banda.
Altre funzionalità integrate in Webex gestiscono la trascrizione e traduzione automatica del parlato durante le riunioni, e generano sintesi e resoconti di quanto emerso. Molto curiosa la funzione che riconosce, grazie alla telecamera, quando un partecipante a una riunione ibrida si allontana dalla scrivania. Automaticamente verrà bloccato lo stream video e verrà messo in mute il microfono. Non appena si torna alla scrivania, verrà proposto a chi si è allontanato un riassunto di quanto è stato detto in sua assenza.
Webex: arriva il supporto per Apple Vision Pro
Un’interessante novità di Cisco è la disponibilità dell’app Webex anche su Apple Vision Pro, il (costoso) visore per la realtà aumentata dell’azienda della mela. Dopo essere entrati in una riunione Webex, sulla tela virtuale di Apple Vision Pro è possibile organizzare i video dei singoli partecipanti aprendo contemporaneamente una finestra separata di contenuti condivisi, che si ridimensionano a grandezza naturale tramite gesti intuitivi di pinch and drag.
Viene anche creata una rappresentazione autentica, dinamica e naturale del proprio volto e dei movimenti delle mani, che consente agli altri di vedervi in Webex mentre indossate il visore Apple Vision Pro. Anche l’app per il visore di Apple integra le funzionalità di IA di Webex, come l’eliminazione del rumore di fondo, le traduzioni e le trascrizioni in tempo reale.
3 Commenti
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