Western Digital presenta il primo hard disk al mondo da 20 TB, destinato ai data center
di Riccardo Robecchi pubblicata il 22 Luglio 2020, alle 19:41 nel canale DeviceWestern Digital ha presentato il nuovo Ultrastar DC HC650 con una capienza di ben 20 TB: questo disco utilizza diverse tecnologie per raggiungere tale risultato. Presentato anche il HC550 da 18 TB
Nonostante la rapida avanzata dei dischi basati su memorie a stato solido, più comunemente noti con l'acronimo SSD, continuano a rimanere rilevanti i dischi "tradizionali" che sfruttano piatti rotanti su cui le informazioni sono registrate magneticamente. Il principale vantaggio di questa tecnologia, nata intorno alla metà del secolo scorso, sta nel minore prezzo a parità di capienza e proprio su questo punto Western Digital ha puntato con i suoi nuovi dischi per data center: i nuovi Ultrastar DC HC650 da 20 TB e UltraStar DC HC550 da 18 TB con tecnologia EAMR.
Western Digital alza l'asticella della capienza con i dischi Ultrastar da 18 TB e 20 TB
Uno dei problemi che stanno emergendo in maniera sempre più forte è quello della difficoltà di creare dischi che offrano più capienza: per incrementare la quantità di dati registrabili su un disco è necessario aumentare la dimensione del piatto o ridurre la dimensione della traccia magnetica su cui i dati vengono scritti. Questa seconda strada è quella che viene percorsa da diversi decenni, ma la dimensione estremamente ridotta cui sono arrivate le tracce ora fa emergere un problema: scrivendo su una traccia si rischia di scrivere su quella adiacente. Come risolvere questo problema?
Le risposte arrivate dal settore sono diverse: HAMR, o Heat Assisted Magnetic Recording (registrazione magnetica aiutata dal calore), tecnologia scelta da Seagate; MAMR, o Microwave Assisted Magnetic Recording (registrazione magnetica aiutata dalle microonde); EAMR, o Energy Assisted Magnetic Recording (registrazione magnetica aiutata dall'energia). Il concetto alla base delle prime due di queste tecniche è il medesimo: se si scalda il supporto metallico del disco è possibile ridurre la coercitività, ovvero l'intensità del campo magnetico necessaria per effettuare una scrittura, a un livello tale per cui le tracce adiacenti non vengono impattate. Western Digital aveva inizialmente svolto delle ricerche per sviluppare la MAMR, ma ha poi scelto di adottare EAMR come tecnica per i nuovi dischi.
EAMR prevede che si applichi una corrente a uno dei due poli della testina di scrittura così da creare un campo magnetico aggiuntivo che va a indirizzare meglio il campo prodotto dalla testina stessa e, quindi, permette di ridurre l'area su cui si opera. In altri termini, la scrittura viene resa più precisa.
È grazie a questa tecnologia che è stato possibile per Western Digital portare la densità al punto tale da ottenere hard disk da 18 TB e 20 TB. Questi dischi utilizzano 9 piatti da 2 TB circa ciascuno: un salto in avanti notevole rispetto a qualche anno fa, quando per ottenere 2 TB di memoria era necessario utilizzare quattro diversi piatti da 500 GB.
Per poter ottenere l'affidabilità necessaria a scrivere tracce dalle dimensioni così ridotte, Western Digital ha sviluppato anche quelli che chiama "attuatore a tre stadi": sono presenti tre diversi snodi sul braccio della testina che permettono di ottenere un maggiore controllo sul posizionamento di quest'ultima e, quindi, migliori prestazioni.
Dall'altro lato, però, la EAMR non è sufficiente per arrivare a ottenere 20 TB. Western Digital è dovuta ricorrere anche a un'altra tecnologia: SMR, o Shingled Magnetic Recording. Anziché avere le tracce parallele e senza punti di contatto, la tecnologia SMR permette di sovrapporre leggermente due tracce per ottenere una maggiore densità. Ne abbiamo parlato diffusamente nel nostro pezzo sulla tecnologia SMR.
Contrariamente ai modelli per utenti privati, però, l'Ultrastar DC HC650 da 20 TB è di tipo host-managed SMR. Questo significa che il disco viene gestito interamente dal sistema operativo: è questi a dover gestire le riscritture e la cache e in questo modo si riesce a ottenere una migliore gestione di queste, dato che il sistema operativo può gestire le code di scrittura in modo da massimizzare le prestazioni. Western Digital propone questi dischi come l'ideale per situazioni in cui sono necessarie prestazioni di alto livello nella lettura e nella scrittura sequenziali, ma non in quelle casuali.
Il modello Ultrastar DC HC550 da 18 TB adotta, invece, la tecnologia CMR tradizionale e non richiede quindi alcuna gestione da parte del sistema operativo, oltre ad offrire prestazioni maggiormente costanti con tutti i carichi di lavoro.
Western Digital sposta quindi l'asticella della capienza dei dischi tradizionali un po' più in alto, in attesa dello sviluppo di nuove tecnologie come MAMR che dovrebbero rendere possibile una riduzione ancora più forte delle dimensioni delle tracce. Il principale vantaggio derivante dall'uso di questi dischi sta nel fatto che è possibile ottenere una maggiore capacità complessiva a parità di spazio occupato: in un JBOD da 100 dischi è possibile arrivare a 2 petabyte di spazio di archiviazione, risparmiando al contempo sui consumi energetici sia dei dischi che dell'impianto di raffreddamento.
La disponibilità dei nuovi dischi è prevista per il prossimo trimestre.
15 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoQui hanno tirato la corda fino ai 20Tb.. va bene è tantissimo davvero.. ma si sono inventati dei magheggi della madonna ed im più ci hanno appiccicato la modalità SMR.
In breve.. gestire sto coso è una bestemmia unica. NOVE PIATTI con tracce vicinissime e pure sovrapposte... immaginate il puttanaio che viene fuori quando c'è da cancellare e scrivere dati magari un po' frammentati.
Non oso immaginare il fluttuare delle prestazioni velocistiche e l'affidabilità effettiva di questo disco.
E' chiaro come il sole che i limiti fisici della tecnologia a piatti sono ormai giunti.
Guarda per il bene di tutti mi auguro davvero che non capiti mai.
Oppure anche da 5,25" come i DVD con 60TB di capienza. O ancora 5,25 doppia altezza e spariamoci 80-100TB di capienza.
Un bel raid con alcune unità da 5,25" 100TB e siamo ad 1 petabyte in uno spazio quanto un frighetto da albergo.
Oppure anche da 5,25" come i DVD con 60TB di capienza. O ancora 5,25 doppia altezza e spariamoci 80-100TB di capienza.
Un bel raid con alcune unità da 5,25" 100TB e siamo ad 1 petabyte in uno spazio quanto un frighetto da albergo.
Si potrebbe pure ipotizzare ma immagino che le regole relative ai formati delle unità siano rigide e fissate proprio per rendere gestibili gli ambiti professionali in primis.
I rack e le unità di storage sono pensate e progettate per unità standard da 3,5 pollici, se cominciano a tirare fuori formati da 5,25 (che poi hanno problemi prestazionali accentuati per via del disco a diametro maggiore) o a doppia altezza per chi deve realizzare un server diventa un casino.
Se la quastione è solo quella allora è più sensato fare dischi di formato standard e se uno ha bisogno capienze maggiori aggiunge unità al suo server e stop.
Comunque io nei panni di un produttore ci penserei dieci volte prima di ficcare quei dischi nei miei server..
Senza dubbio.
Però se il disco comincia ad essere un nove piatti SMR fatto su con mille magheggi mer ammassare i dati peggio della tratta degli schiavi non è che mi senta poi troppo tranquillo..
E per il settore consumer i 4 TB hanno un costo per giga simile a 10 anni fa prima della famosa alluvione.
Direi che i (tre) produttori di dischi ci stanno ampiamente prendendo per i fondelli, spero che presto una bella indagine antitrust sveli quello che c'è dietro, perchè è l'unico settore dell'informatica dove non si va avanti.
Non credo ci siano i termini per accusare nessuno.
I produttori di HDD non sono ONLUS.
Hanno speso e spendono miliardi in ricerca e sviluppo, sfortunatamente la promessa tecnologia HAMR (e similari) si è rivelata molto più ostica del previsto e la scaletta di produzione pianificata è andata a pallino.
Non c'è quindi da stupirsi se gli attuali dischi da quattro tera hanno più o meno lo stesso prezzo di cinque anni fa.
Se le cose fossero andate diversmante oggi il minimo sindacale sarebbe un disco da 10Tb e quelli da 4 sarebbero fondi di magazzino in vendita ad una manciata di euro.
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