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Wi-Fi 7: più che le specifiche tecniche, contano i casi d'uso. Il punto di AVM

di pubblicata il , alle 11:24 nel canale Device Wi-Fi 7: più che le specifiche tecniche, contano i casi d'uso. Il punto di AVM

Intervista a Luca Venturi, B2B Sales Manager di AVM, sul tema del Wi-Fi 7 e delle applicazioni che trarranno vantaggio da questa tecnologia. Focus anche sul ruolo dell’IoT:i nuovi FRITZ!Box oltre a DECT oggi supportano anche Zigbee. E a breve verrà integrato anche il supporto per lo standard Matter, così da renderli interoperabili con assistenti vocali quali Alexa e Google Home

 

Il Wi-Fi 7? “È [solo] una tecnologia. La cosa importante è focalizzarsi sulle applicazioni che ne derivano”, afferma Luca Venturi, B2B Sales Manager di AVM. L’azienda tedesca nota per i suoi FRITZ!Box ha sempre avuto un approccio leggermente differente rispetto ai suoi principali concorrenti. Invece di correre con gli aggiornamenti, implementando le novità sui propri prodotti il prima possibile, AVM ha sempre preferito aspettare che i tempi fossero più maturi e non giocare sul fattore novità, ma quello della stabilità ed efficienza. Di conseguenza, solo ora i dispositivi AVM iniziano a integrare l’ultimo standard di connettività wireless, il Wi-Fi 7 per l’appunto.

Cosa cambia con Wi-Fi 7?

Luca Venturi AVM

Come intuibile, le principali caratteristiche del Wi-Fi 7 possono essere riassunte in pochissime parole: più velocità di trasferimento e minore latenza. Ma non sono le uniche caratteristiche per cui vale la pena passare al nuovo standard. Un altro vantaggio è rappresentato dal fatto che questo standard opera su tre diverse bande di frequenze - 2,4 GHz, 5 GHz, 6 GHz -  e che può supportare un numero maggiore di clienti connessi, migliorando di fatto la copertura in ambienti outdoor come indoor. All’atto pratico, per le aziende che implementano Wi-Fi 7 significa “poter lavorare in maniera più efficace con piattaforme di video collaboration”, spiega Venturi, “che saranno più reattive e offriranno una maggiore qualità”. Non solo: Wi-Fi 7 “sarà un acceleratore del processo di diffusione delle applicazioni  in ambito IoT ”, dato che permetterà di connettere in maniera affidabile svariati dispositivi anche in ambienti “difficili”, cioè caratterizzati da interferenze radio. Proprio in questo ambito le latenze ridotte possono fare la differenza: se con applicazioni come Teams o Zoom sopportare qualche millisecondo di lag non cambia praticamente nulla, quando si devono controllare dispositivi industriali poter contare su risposte in tempo reale è infatti fondamentale. E lo stesso vale per il cloud computing. Per questi ultimi scenari il riferimento non è alle grandi fabbriche o alle aziende di fascia enterprise, ma alle PMI, i clienti tipici di AVM: pensiamo a laboratori di artigiani, o piccoli ambienti industriali, che utilizzano semplici robot o sistemi di automazione e che grazie all’IoT possono fare manutenzione predittiva.

Infine, un ulteriore settore dove il Wi-Fi 7 può dare un vantaggio competitivo è quello dei retailer, che potranno proporre ai loro clienti esperienze più interattive facendo leva su soluzioni di realtà virtuale o aumentata, dove sia la velocità di trasferimento sia le basse latenze giocano un ruolo chiave. È il caso di chi vende abbigliamento, per esempio, ma anche arredi, che potranno essere “mostrati” in uno spazio virtuale. Si tratta solo di alcuni spunti, sottolinea Venturi: man mano che le persone e le aziende adotteranno la tecnologia, arriveranno nuovi stimoli per casi d’uso inediti.

Wi-Fi 7: quanto ci vorrà perché diventi uno standard?

Wi-Fi 7, va detto, non è ancora stato ratificato ufficialmente come standard. Questo non ha impedito ai produttori di realizzare i loro prodotti basandosi sulle bozze dello standard. L’hardware, infatti, è ormai definitivo, ma potrebbero esserci delle differenze lato software: in tal caso, basterà un aggiornamento del firmware per “allineare” i dispositivi con le ultime modifiche al protocollo. La vera diffusione, però, si vedrà quando tutto il settore ICT integrerà Wi-Fi 7 ovunque: su computer, tablet, smartphone e praticamente ogni dispositivo dotato di connettività. Ma quanto manca perché questo avvenga? “Mi aspetto che a partire dal 2025 sulle nuove forniture di PC, smartphone e tablet sarà sempre di più la tecnologia dominante. Sia lato terminale, sia lato modem/router".

Più velocemente avverrà questa transizione, più rapidamente gli sviluppatori e i system integrator potranno iniziare a lavorare su soluzioni in grado di sfruttare al meglio il potenziale del nuovo standard.

Un ruolo importante per la diffusione della tecnologia nel grande pubblico arriverà dagli operatori di telecomunicazioni. E proprio le telco hanno oggi l’opportunità di differenziare la loro offerta facendo leva su router in comodato d’uso basati su Wi-Fi 7. I primi provider sono già partiti, altri al momento “sono ancora attendisti”, dice Venturi, proprio per la mancanza di dispositivi compatibili. Ma “c’è interesse” sul tema, e “finalmente la tendenza è quella di segmentare l’offerta”, introducendo elementi per aumentare il valore complessivo del proprio portafoglio.

Non solo Wi-Fi: i nuovi FRITZ!Box sono progettati per l’IoT

Il più evoluto dei FRITZ!Box è oggi il 5690 Pro, che Venturi indica come un dispositivo all in one. Supporta connessioni in fibra ottica (direttamente o tramite WLAN) e in DSL; integra Wi-Fi 7, ma anche altri protocolli IoT, come DECT e Zigbee, per l’interoperabilità con alcuni fra i dispositivi più diffusi.

fritzbox_5690_pro_left_en_triband

Nei prossimi mesi aggiungeremo anche Matter”, dice Venturi “così da poter integrare i FRITZ! con Alexa, Google Home” e altri sistemi per la smart home. Insomma: parliamo di un router col quale un utente potrebbe lavorare per anni, senza sentire la necessità di cambiarlo dopo poco tempo. Un aspetto importante soprattutto nell’ambito business.

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