A Roma al via la sperimentazione dei sensori Sony per la smart city, intelligenti e rispettosi della privacy
di Roberto Colombo pubblicata il 27 Maggio 2021, alle 14:01 nel canale InnovazioneIl grande vantaggio di queste soluzioni è il fatto di non richiedere il trasporto di immagini verso una centrale di controllo: con la capacità di calcolo a bordo i sensori comunicano solo metadati, nel pieno rispetto della privacy e con un consumo di banda irrisorio
Il lancio dei sensori Sony IMX500 e IMX501 era avvenuto circa un anno fa: si tratta di sensori d'immagine con intelligenza artificiale a bordo, in grado di processare a bordo le immagini, senza la necessità di un dispositivo esterno.
Sony IMX500: sperimentazione a Roma del sensore con IA a bordo
Roma è il teatro del primo trial sul campo di applicazioni basate su questo tipo di sensori. Il grande vantaggio di queste soluzioni è il fatto di non richiedere il trasporto di immagini verso una centrale di controllo: con la capacitàdi calcolo a bordo i sensori comunicano solo metadati.
Tali soluzioni si candidano come perfette per le smart city nel rispetto della privacy, che è uno dei motivi di maggiore preoccupazione per i cittadini, timorosi che 'la città ci possa spiare'. Ci sono molte applicazioni dove le videocamere possono essere messe al servizio delle smart city, al di là delle pure applicazioni di videosorveglianza.
Meno traffico, più sicurezza per i pedoni e sui mezzi pubblici
I nuovi sensori Sony IMX500 installati a Roma si indirizzano verso tre di esse: la diminuzione del traffico dovuto alla ricerca di parcheggio, la sicurezza dei pedoni e la gestione del trasporto pubblico in base alle linee guida contro la diffusione del Covid-19.
Sono molte le ricerche che mettono in luce un fatto sorprendente: in certi momenti della giornata un'ampia percentuale delle auto circolanti non sta effettuando un tragitto, ma occupa la sede stradale alla ricerca di parcheggio. Soluzioni che permettano di ridurre questo traffico da ricerca di parcheggio sono certamente benvenute per una città: non solo si riduce il traffico, ma con esso anche le emissioni e l'inquinamento.
I sensori Sony sono in grado di leggere la situazione dei parcheggi attorno a loro e individuare i posti liberi: il dato può essere utilizzato per segnalare i posteggi liberi direttamente sull'app di navigazione degli automobilisti in cerca di un posto dove parcheggiare l'auto. Come detto il sensore fa tutto da solo e viene comunicata alla centrale solo una stringa di dati che riporta la posizione dei posti liberi.
Similmente i sensori possono rilevare i pedoni in avvicinamento agli attraversamenti pedonali e attivare sistemi di allerta per avvisare gli automobilisti che stanno per sopraggiungere, ad esempio tramite un sistema di illuminazione dinamico. Il tutto senza che nessun video con i volti delle persone lasci le videocamere: quello che viene comunicato è solo il numero relativo ai pedoni presenti nelle vicinanze delle strisce.
Simile anche il caso dell'applicazione al trasporto pubblico: il sensore è in grado di rilevare il numero di persone in attesa, quelle che salgono e quelle che scendono dagli automezzi. Il sistema può quindi contare le persone in attesa alle pensiline e rilevare i momenti di maggiore affollamento, ma in collaborazione con le videocamere montate alle altre fermate, anche calcolare il tasso di occupazione sui singoli mezzi di trasporto e in caso inviare un segnale di allerta alla centrale nel caso in cui la capacità dei mezzi non sia sufficiente a smaltire la coda delle persone in attesa dei mezzi.
L'indubbio vantaggio di una soluzione di questo genere, oltre al rispetto intrinseco della privacy, visto che nessun video o immagine viene trasmesso, risiede nel minor utilizzo della rete. Inviare una stringa di dati o un video da svariati megapixel sono due cose che hanno un impatto ben diverso sul traffico di rete. Questo permette di sfruttare le soluzioni basate sui sensori Sony IMX500 anche su connessioni dati 'lente'. Le soluzioni possono quindi sfruttare le reti già esistenti, senza richiedere connessioni ad hoc ad alta capacità.
Un altro vantaggio è la possibilità di ampliare le funzioni delle videocamere senza modificare l'hardware, ma semplicemente aggiungendo modelli allenati all'intelligenza artificiale, per espandere i casi d'uso in modo rapido e veloce. Il modello di business viene definito da Sony SeaaS (Sensing as a Service).
La sperimentazione avrà inizio nei primi giorni di giugno e vedrà l'utilizzo di tre puntali smart Genius montati sui semafori di via XX Settembre a Roma come proof of concept. La sperimentazione è condotta in collaborazione con due start-up dell’ecosistema italiano e con Citelum e supportata da Sony Europe.
5 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoOvvio... non vuoi la regionalizzazione anche di questi sistemi?
Siamo uno stato federale... non lo sapevi?
Siamo uno stato federale... non lo sapevi?
In condizioni normali processano i dati video per estrapolare metadati sul conteggio di persone parcheggi allerte ecc per non gravare sulla banda in trasmissione, bellissimo, ma sono pur sempre sensori da 12Mpix che *al bisogno* (leggasi sempre) possono opzionalmente essere trasformate in normali videocamere. Un sistema del genere costerà migliaia di euro ad unità, vuoi che non abbia un'opzione del genere?
Nel resto del mondo esportiamo il meglio e importiamo sempre il peggio...
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