Come cambia la percezione del lavoro da remoto, in una ricerca di Ivanti

Come cambia la percezione del lavoro da remoto, in una ricerca di Ivanti

Ivanti ha pubblicato una ricerca sulla percezione del lavoro da remoto da parte dei lavoratori: nonostante alcune difficoltà riconosciute, lavorare da casa o da altri luoghi resta una priorità per la maggioranza delle persone

di pubblicata il , alle 16:31 nel canale Innovazione
IvantiSmart Working
 

Ivanti ha pubblicato una nuova ricerca su come stiano cambiando le modalità di lavoro e la percezione delle stesse da parte di lavoratori e professionisti, con una netta preferenza per il lavoro da remoto nonostante alcune problematiche che questo comporta.

L'evoluzione del lavoro in una ricerca di Ivanti

La pandemia ha impresso una notevole accelerazione alle trasformazioni in atto nel mondo del lavoro, in particolare per quanto riguarda le sue modalità. Il 71% degli oltre 6.100 intervistati afferma infatti che preferirebbe poter lavorare da un luogo a scelta rispetto a ricevere una promozione, fatto che evidenzia quanto i lavoratori apprezzino la maggiore flessibilità data da lavoro da remoto, smart working e simili modalità.

Il 42% dei dipendenti preferisce modalità di lavoro ibride, mentre il 30% preferisce il lavoro da casa in forma permanente; quest'ultimo dato è in calo significativo rispetto alla stessa indagine condotta lo scorso anno, segnale che c'è comunque voglia di un ritorno almeno parziale all'ufficio (vuoi per il contatto interpersonale, vuoi per un cambio di luogo).

Il 48% afferma che il lavoro da remoto garantisce un risparmio di tempo e denaro, il 43% un migliore equilibrio tra vita privata e lavorativa grazie anche a un orario di lavoro più flessibile. Nonostante ciò, ci sono stati anche effetti negativi: tra questi, la mancanza di interazioni con i colleghi (49%), quella di comunicazione (28%), le distrazioni dovute all'ambiente casalingo (27%).

La ricerca mostra anche che c'è un certo divario nel modo in cui il lavoro da remoto viene vissuto da parte di uomini e donne. Il 10% delle persone ha affermato di aver subito effetti psicologici negativi e, di queste, il 56% erano donne. Nel mondo IT, il 70% delle donne ha segnalato effetti negativi sulla propria salute mentale. Una larga parte di questo fenomeno sembra da attribuire al problema, già purtroppo ben noto, della disparità nelle responsabilità nell'ambiente casalingo, con le donne a cui vengono demandate le attività quotidiane e l'accudimento dei figli in aggiunta alla propria professione.

Nonostante le difficoltà, però, il 64% sarebbe disposto a vedere il proprio stipendio ridotto pur di poter lavorare da remoto e il 24% ha affermato che lascerebbe il proprio posto di lavoro se venisse richiesto di tornare in ufficio in pianta stabile.

Va notato, infine, che nessuno dei dati raccolti si riferisce specificamente all'Italia. Gli intervistati erano infatti in Australia, Belgio, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Svezia. La ricerca completa è disponibile a questo indirizzo.

1 Commenti
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Axios200628 Marzo 2022, 20:09 #1
6.100 intervistati


Gli intervistati erano infatti in Australia, Belgio, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Svezia.


Australia 25 197 700 ab. (2018)
Belgio 11 550 039 ab. (2020)
Francia 68 303 234 ab. (2019)

ecc. ecc. ecc.

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