IA, lavoro ibrido, inclusività: il mondo del lavoro nel 2022 secondo SAP

IA, lavoro ibrido, inclusività: il mondo del lavoro nel 2022 secondo SAP

Susan Galer, Communications Director of SAP Global Communications, racconta come cambierà il mondo del lavoro nei prossimi anni, sulla spinta dalla richiesta di maggior flessibilità da un numero crescente di dipendenti

di pubblicata il , alle 12:21 nel canale Innovazione
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Come sarà il mondo del lavoro nel 2022? Secondo le previsioni di Susan GalerCommunications Director of SAP Global Communications, cambierà rispetto al passato e metterà al centro la persona, facendo leva sulla tecnologia. Una spinta che per una volta arriva dai lavoratori che, secondo uno studio di Forrester, sono disposti a lasciare il loro posto se non ottengono una maggiore flessibilità.

Il lavoro ibrido sarà adottato dal 60% delle aziende

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Susan Galer è convinta che la maggior parte delle aziende si sposterà verso un modello di lavoro ibrido, permettendo ai dipendenti una certa libertà di azione sotto questo profilo. Ma, citando l'analista di Forrester Sharun Leaver, la manager sottolinea anche come un terzo dei tentativi di passare a questo modello sarà destinato a fallire. "Non è sufficiente annunciare semplicemente politiche di lavoro flessibili", spiega Galer. "Le imprese devono anche riorganizzare le aspettative su moltissimi aspetti, ad esempio riunioni, ruoli e opportunità di promozione, in modo che non riflettano più le esperienze vissute in persona, cui siamo stati abituati in passato. E chiedere che tutti tornino in ufficio è molto rischioso".

Chi non ci riuscirà è destinato a perdere talenti, sperimentando tassi mensili di dimissioni che possono arrivare al 2,5%. I lavoratori, insomma, non si limitano ad aspettarsi flessibilità, ma la pretendono, tanto che, secondo un sondaggio di Gartner, il 64% delle persone prenderebbe in considerazione una nuova posizione lavorativa solamente se garantisse orari flessibili. 

Anche i manager dovranno rivedere le loro posizioni e ragionare su una nuova struttura organizzativa: "gli analisti di Gartner hanno previsto che entro il 2024, il 30% dei team aziendali sarà senza un capo grazie alla natura agile e ibrida del lavoro", sottolinea Galer. "L’agilità, per definizione, richiede “un ambiente di fiducia che non si presta alle gerarchie tradizionali”. Molti manager non hanno le competenze per gestire i dipendenti da remoto o in una situazione ibrida e solo il 47% dei dipendenti crede che il proprio manager sia in grado di guidare il team con successo".

IA e machine learning onnipresenti

Ormai l'intelligenza artificiale sta permeando sempre più settore ed entro il 2023 si suppone che sarà una parte integrante del digital workplace per il 70% dei lavoratori. Verrà utilizzata per coinvolgere maggiormente clienti e colleghi, con l'obiettivo di aumentare la produttività. E i dati saranno alla base dell'economia e della crescita della maggior parte delle imprese. Affinché siano utili per prendere decisioni di business informate, però, è necessario che si abbattano i silos e si rendano queste informazioni accessibili a tutti i dipendenti, premiando chi è in grado di estrarne maggior valore. 

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"I ricercatori di IDC hanno avvertito che la mancanza di una “cultura dei dati basata sulla meritocrazia” eroderà la fiducia nel management, amplierà i divari di competenze, ridurrà la soddisfazione dei dipendenti e aumenterà il turnover di due terzi nelle imprese medio-grandi entro il 2024", sottolinea Galer, spiegando che le aziende che si posizionano come leader faranno sempre più affidamento su automazione e motori di previsione, non solo per valutare le performance finanziarie, ma anche per migliorare l'esperienza dei dipendenti. Un approccio che garantirà alle imprese che lo adottano un vantaggio competitivo e di aumentare la produttività in percentuali che oscillano fra il 3% e il 5%. 

Il recruiting deve tenere conto di diversità, equità e inclusione (DEI)

Le trasformazioni alle quali stiamo assistendo nella società, sempre più legata ai valori di diversità, equità e inclusione, si rifletteranno anche sul mondo del lavoro e le imprese non potranno non tenerne conto nei prossimi anni. 

"I dipendenti stanno dimostrando maggior sensibilità verso il tema della sostenibilità e preferiscono lavorare in organizzazioni che stanno facendo la differenza quando si tratta di diversità, equità e inclusione (DEI)", spiega Galer. "Le aziende che vogliono essere riconosciute come leader non hanno altra scelta che adattarsi. IDC ha previsto che entro il 2024, il 70% delle imprese avrà investito sensibilmente nella qualità dei dati, negli strumenti e nel benchmarking DEI per definire strategie migliori per identificare i talenti giusti e gestire il capitale umano. IDC stima inoltre che due terzi delle organizzazioni in tutto il mondo terranno traccia delle loro prestazioni in ambito DEI utilizzando metriche e KPI ESG (Environmental, Social and Corporate Governance) nello stesso periodo".

1 Commenti
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D4N!3L316 Febbraio 2022, 12:37 #1
Riguardo il DEI non capisco una cosa: si parla di cercare talenti o di includere di tutto purché ci sia varietà?

Cioè l'azienda deve mirare a trovare le risorse capaci, competenti e adatte al compito da assegnare oppure puntare alla diversità a tutti i costi?

Se l'azienda trova due persone papabili e di pari livello per la scelta tra le due "l'inclusività" garantirà più punti?

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