IBM: per la metà dei CEO la sostenibilità è una priorità, ma ci sono numerosi nodi da sciogliere per spingere sulla decarbonizzazione

Mancanza di dati, ROI poco chiari e barriere tecnologiche sono gli ostacoli da superare per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Abbattuti questi limiti, puntare sull'ambiente permetterà alle imprese di accelerare la crescita
di Alberto Falchi pubblicata il 10 Maggio 2022, alle 15:21 nel canale InnovazioneIBMSostenibilità
Il tema della sostenibilità ambientale è ormai centrale in numerosi ambiti e con l'entrata dei fattori ESG nei bilanci, le aziende non possono più non tenere conto della necessità di ridurre l'impatto ambientale delle proprie attività. Le principali realtà industriali e non stanno investendo molto per ridurre la quantità di emissioni di CO2 derivate dalle loro attività e, in generale dalla supply chain, anche perché subiscono pressioni da più parti: dal consiglio di amministrazione (72%), dagli investitori (57%) e anche dai partner (49%). Per assurdo, la pressione esercitata dai regolatori e dal governi (rispettivamente 49% e 46%) è inferiore rispetto a quella degli skateholder.
È quanto emerge da Own your path: Practical pathways to transformational sustainability di IBM, condotto intervistando 3.000 CEO a livello globlale, 90 dei quali italiani. Quasi la metà del campione (48%, nel 2021 era il 37%) considera la sostenibilità una delle massime priorità ma non mancano difficoltà, e non solamente dovute al budget.
Sostenibilità ambientale: carenza di dati e barriere tecnologiche frenano le ambizioni dei CEO
Lo studio di IBM evidenzia come la maggior parte degli amministratori delegati, parliamo dell'80%, è convito che investire in sostenibilità possa portare, nell'arco di i 5 anni, a migliorare i risultati aziendali. Per quasi la metà (45%), la sostenibilità accelera la crescita del business. Non sembrano esserci dubbi, insomma, sulla strada da intraprendere. Passare ad azioni concrete, però, non è cosi immediato e le buone intenzioni sono frenate da una serie di problemi. Il 60% del campione ritiene che i benefici economici e soprattutto il ROI siano poco chiari e rappresentino il principale ostacolo, mentre per un 44% il problema è dovuto prevalentemente alla mancanza di dati analitici. Più di un intervistato su tre (35%), infine, indica come ostacolo principale le barriere tecnologiche.
Prevale però l'ottimismo, e il 65% degli amministratori delegati intervistati è convinto di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità posti. Solo il 20% mostra scetticismo, indicando che gli obiettivi posti dai Governi siano irrealizzabili, almeno nel proprio settore operativo.
La situazione in Italia
Se limitiamo la fotografia all'Italia, i dati non variano di molto: il 57% dei CEO italiani sostiene che la sostenibilità è una delle sue più grandi sfide (29% del 2021) e sente le pressioni più forti arrivare da parte del consiglio di amministrazione (79%) e dagli investitori (67%). Il 48% degli amministratori delegati italiani, inoltre, afferma di aver completato alcuni aspetti della propria strategia di sostenibilità, mentre il 32% li ha completati tutti.
"Ci troviamo ad operare in uno dei periodi più complessi degli ultimi decenni, ove guerra, inflazione, la mancanza di competenze e la crisi sanitaria dovuta al Covid-19 stanno moltiplicando ostacoli e freni alla crescita. Eppure non è il momento di distogliere l’attenzione dalla sostenibilità", afferma John Granger, Senior Vice President, IBM Consulting. "Nonostante le sfide, i CEO devono rifocalizzare le loro priorità. Molti non riconoscono come dati e tecnologia possano colmare il divario che esiste tra la strategia e la sua esecuzione”.
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