Il principale ostacolo all'adozione del lavoro da remoto? La sicurezza. L'analisi di Fortinet
di Alberto Falchi pubblicata il 05 Aprile 2023, alle 16:41 nel canale InnovazioneOrmai il 60% delle aziende a livello globale permette ai dipendenti di lavorare da remoto, almeno qualche giorno a settimana. Ma ci sono alcuni problemi da risolvere: un significativo aumento delle richieste di supporto IT dagli utenti remoti e, soprattutto, il rischio di incidenti informatici
Lavorare da casa? È una definizione poco precisa secondo Fortinet, che in un suo recente sondaggio spiega la decisione di passare dal concetto di work from home (lavorare da casa) a quello di work from anywehere (lavorare ovunque ci si trovi). Una scelta che secondo l'azienda, specializzata in soluzioni di cybersecurity, riflette meglio l'attuale realtà dei lavoratori ibridi.
Un approccio che piace e si continua a diffondere, ma che non è privo di criticità, a partire dai problemi relativi alla sicurezza informatica che, con ii dipendenti fuori ufficio, è più complessa da gestire. Nella sua analisi, Fortinet ha intervistato 570 responsabili di sicurezza di imprese con un minimo di 100 dipendenti.
Il lavoro ibrido è la strada più battuta
Quando le forme di lavoro da remoto hanno iniziato a prendere piede, la sensazione di molti addetti ai lavori è che difficilmente si sarebbe tornato indietro. È stato davvero così?
Sicuramente le nuove modalità di lavoro hanno fatto breccia, tanto che il 60% delle imprese del campione afferma di lasciare ai propri dipendenti la possibilità di lavorare da casa. O meglio, anche da casa, dato che nel 55% dei casi l'approccio è quello libero, con alcuni giorni in cui è necessario presentarsi in ufficio. Nel 35% dei casi viene permesso ai lavoratori di lavorare da remoto per uno o due giorni a settimana, mentre nel 21% la libertà si spinge fino a tre/quattro giorni settimanali.
Solamente il 3% ha adottato una politica di lavoro interamente da remoto, mentre un 2% offre totale flessibilità ai propri dipendenti.
Lavorare da remoto: la sicurezza rimane un problema
A frenare un'ulteriore diffusione dello smart working non è però la mentalità: a quanto emerge dall'analisi di Fortinet, il vero problema è la difficoltà a garantire elevati standard di sicurezza informatica. Fortinet ha analizzato i timori più diffusi, realizzando che al primo posto c'è la scarsa sicurezza delle reti domestiche, seguita dalla possibilità che i dipendenti utilizzino il notebook aziendale per scopi personali.
Non sono le uniche perplessità: un 31% delle imprese teme che un malware che colpisce i dispositivi dei familiari possa creare problemi anche agli strumenti forniti dall'azienda, mentre un 30% teme che i propri lavoratori non seguano i protocolli di sicurezza quando si trovano fuori dall'ufficio.
Timori che non sono campati in aria, tra l'altro: il 62% degli intervistati sostiene di aver subito incidenti informatici che sono attribuibili, almeno in parte, proprio al fatto che i dipendenti lavorassero da remoto.
È importante sottolineare anche un aspetto: oltre alle questioni relative alla sicurezza, bisogna tenere conto dei costi per l'assistenza, che nella maggior parte sono cresciuti. Il 72% degli intervistati, infatti, afferma di aver registrato un aumento importante delle chiamate al supporto tecnico per risolvere problemi legati all'autenticazione o alle procedure di sicurezza. Un problema soprattutto per le aziende più piccole, che non possono contare su un team IT composto da molte persone.
La soluzione? Il 37% prevede di aumentare "significativamente" (cioè più del 10%) i budget destinati alla sicurezza di chi lavora da remoto, mentre la maggioranza (57%), prevede un incremento più modesto. Solamente un 5% dichiara che non rivedrà questi budget mentre un 1% indica di volerli ridurre.
7 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoTutte cose che la mia azienda fa compreso il blocco delle porte USB, tuttavia puoi accedere via browser al contenuto del tuo telefono personale, o al contenuto di una pennetta USB inserita nella porta USB della stampate in rete e lo puoi fare sempre via browser, allo stesso modo puoi accedere anche ai contenuti di un NAS che hai in casa. Insomma non è facile bloccare tutto. Consideriamo poi che siamo una società di consulenza e che lavoriamo con i tool e con la rete del cliente, quindi ci possono essere una marea di eccezioni.
Io lavoro da quasi 3 anni per una delle piu' grandi banche del mondo ed uso il pc personale, mi collego al portale dell'azienda con un lettore di smartcard ed ho un HVD per lavorare in completa sicurezza.
Il problema é che molte aziende, soprattutto se non sono ben strutturate, non si sono mai poste il problema dello smartworking e non hanno fatto nulla di concreto neanche a fronte del covid, altre invece per una mera questione di budget non possono permettersi un'infrastruttura adeguata.
In generale comunque il lavoro a distanza é sempre piu' diffuso, chi ancora é reticente sono le piccole/medie aziende con un management dalla mentalità retrograda che pensa di avere il controllo dei progetti semplicemente controllando la presenza dei dipendenti in ufficio come se fossero funzionari pubblici
tieni la piccola/medio azienda
https://www.wallstreetitalia.com/ap...-non-ci-stanno/
https://www.wallstreetitalia.com/ap...-non-ci-stanno/
Apple...cioè mela...mai sentiti nominare !
Di dove sono ? Commerciano frutta e ortaggi all'ingrosso ?
https://www.wallstreetitalia.com/ap...-non-ci-stanno/
cazzi loro, cambiassero azienda se non vogliono andare in ufficio
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