Il successo dell'approccio low-code spiegato da Boomi
di Alberto Falchi pubblicata il 13 Maggio 2021, alle 14:01 nel canale InnovazioneUn approccio low-code consente di ottimizzare le risorse, risparmiando tempo ed evitando di sovraccaricare gli sviluppatori. Secondo Gartner, entro il 2024 il 65% dello sviluppo seguirà questa filosofia. La visione di Fabio Invernizzi di Boomi
L'approccio low-code allo sviluppo consente anche a persone non esperte di programmazione di realizzare velocemente applicazioni senza dover scrivere righe di codice o riducendole al minimo. Si tratta di un modo nuovo di sviluppare, tanto che il termine low-code è stato coniato sette anni fa da Forrester. Le previsioni di Gartner indicano una crescita a doppia cifra (23%) delle tecnologie per lo sviluppo low-code, suggerendo che entro il 2024 il 65% delle applicazioni sarà realizzato seguendo questo approccio. Fra gli principali attori delle soluzioni per lo sviluppo low-code oltre a Boomi c'è anche Oracle, come abbiamo evidenziato in questo articolo.
Il segreto del successo dello sviluppo low-code
Secondo IDC, fra il 2018 e il 2023 sono state sviluppate circa 500 milioni di applicazioni. Una quantità enorme, che fa sorgere una domanda: quanti programmatori saranno necessari in futuro per realizzare e mantenere ulteriori app? Troppi, probabilmente, e per questo motivo il mercato sta adottando metodi di sviluppo più efficienti, per esempio adottando l'approccio agile e le pratiche DevOps. Fra questi approcci, stanno prendendo sempre più piede quelli low-code e no-code, che consentono anche a chi non è esperto di programmazione e sviluppo di realizzare applicazioni, permettendo agli sviluppatori di concentrarsi sui progetti a maggiore valore aggiunto.
"Di fatto, i vantaggi del low-code sono numerosi: risparmiare tempo, naturalmente, ma anche evitare di sovraccaricare di lavoro gli sviluppatori, già fortemente impegnati sul fronte dell’integrazione" - spiega Fabio Invernizzi, Sales Director EMEA South di Boomi - "In un tempo minimo, uno sviluppatore è in grado di creare applicazioni complete grazie a un approccio virtuale e alle interfacce grafiche offerte dalle piattaforme low-code. 451 Research ha dimostrato che utilizzando un approccio low-code le aziende possono risparmiare il 50-90% del tempo di sviluppo necessario rispetto ad un approccio di puro sviluppo. Si tratta quindi di una piccola rivoluzione per i dipartimenti IT che, fino a oggi, hanno fortemente impegnato le proprie risorse per scrivere (e mantenere) migliaia di righe di codice".
Secondo Invernizzi, si registra un crescente interesse nell'utilizzo delle piattaforme di sviluppo low-code anche per l'automazione del flussi di lavoro, ma questo approccio potrà essere esteso ad altri processi, e sarà quindi importante adottare dei middleware moderni che semplifichino questo approccio, soprattutto se si tiene conto della complessità degli attuali ecosistemi IT.
"Di fronte a una domanda sempre crescente di poter sfruttare i dati dispersi nell’ecosistema delle applicazioni dell’azienda, è necessario cogliere l'opportunità di staccarsi dai metodi tradizionali di scrittura delle righe di codice senza interruzioni. Dato che i team di sviluppo non si possono espandere all'infinito e non tutti i dipendenti possiedono le competenze in termini di sviluppo, sono le piattaforme low-code / no-code a rendere più rapide le attività di sviluppo e integrazione", conclude Invernizzi.
7 Commenti
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Ben vengano queste tecnologie, ancor piu lavoro per noi dev.
gia' adesso sviluppano persone "non esperte di programmazione", a giudicare dalla quantita' di bug che si trovano ovunque
Comunque, riguardo le previsioni per il futuro in generale, sto ancora aspettando le auto volanti del 2000...
Da dev posso dirti che non e` un problema di esperienza, ma di volume di lavoro e tempo.
Nuovo è un parolone...uno dei precursori è la Tibco...e in Italia lo si usa da 20 anni.
Ti voglio quando magari devi introdurre una feature che il cliente vuole ma che il sistema non ha mai previsto, e magari ti devi smazzare migliaia di righe di codice generato (se ti dice bene che lo puoi fare)
Già vediamo la massa di schifezze che generano i "build system" che dovrebbero semplificare la vita ai programmatori
A me sembra tutto molto poco lungimirante. Qui bisogna invece riprogettare le applicazioni da zero, renderle modulari e mantenibili.
Ti voglio quando magari devi introdurre una feature che il cliente vuole ma che il sistema non ha mai previsto, e magari ti devi smazzare migliaia di righe di codice generato (se ti dice bene che lo puoi fare)
Già vediamo la massa di schifezze che generano i "build system" che dovrebbero semplificare la vita ai programmatori
A me sembra tutto molto poco lungimirante. Qui bisogna invece riprogettare le applicazioni da zero, renderle modulari e mantenibili.
Dipende dal settore, no?
L'approccio low code permette a un ingegnere elettrico di scrivere (modellare) il controller di un powertrain senza dover conoscere per forza il dialetto di C supportato dal compilatore fornito dal produttore della piattaforma.
Il cambiamento è molto importante: permette a chi non sa niente di codice di lavorare direttamente sul prodotto, dando molto più valore alle figure con esperienza specifica in certi domini.
Nel settore automotive (anche verticale) l'approccio low-code è diventatato già la norma, proprio perchè la quantità e complessità del codice sarebbero troppo difficili da gestire senza un livello intermedio.
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