L'IoT ha potenzialità, ma soffre di molti problemi. Il rapporto di McKinsey guarda al 2030

L'IoT ha potenzialità, ma soffre di molti problemi. Il rapporto di McKinsey guarda al 2030

L'IoT, e in particolare l'Industrial IoT, ha potenzialità significative, ma negli ultimi anni la sua crescita è stata rallentata da pratiche non ottimali. McKinsey fotografa lo stato attuale dell'IoT e prevede come sarà nel 2030

di pubblicata il , alle 10:01 nel canale Innovazione
IoT Industriale
 

Qual è lo stato del mercato IoT e com'è cambiato il panorama tra il 2015 e il 2020? Come si evolverà il settore da qui al 2025 e al 2030? A queste domande cerca di rispondere un nuovo rapporto di McKinsey, che fa il punto della situazione e analizza lo stato attuale del mercato dei dispositivi connessi, comparandolo a quelle che erano le previsioni del 2015. Il rapporto afferma che l'adozione delle tecnologie IoT è stata più lenta del previsto e, pertanto, ci si aspetta che la crescita futura sia più contenuta, anche in virtù della pandemia globale tuttora in corso.

Lo stato dell'IoT nel rapporto quinquennale di McKinsey: un'opportunità che richiede un'accelerazione

"In generale, la tecnologia necessaria per implementare l'IoT è disponibile e sufficiente. In più, i clienti vedono del valore reale nell'uso dell'IoT. Ma negli ambiti che sono rimasti indietro le sfide organizzative, i costi della tecnologia, la cybersicurezza, l'interoperabilità e l'installazione hanno tutte contribuito a portare troppo spesso al 'purgatorio del progetto pilota'. L'esempio più significativo di ciò è nelle fabbriche, dove il 70% dei produttori è stato incapace di andare oltre i progetti pilota." Questo breve capoverso, estratto e tradotto dal rapporto, ben esemplifica lo stato del mercato dell'IoT: chi è riuscito a mettere in atto una propria strategia ha ottenuto ottimi risultati, mentre gli altri sono rimasti indietro e hanno ottenuto risultati insoddisfacenti, spesso fallendo.

Stando a McKinsey, "la maggior parte del valore può essere creato nelle applicazioni B2B. Entro il 2030, stimiamo che le applicazioni B2B costituiranno circa il 65% del potenziale dell'IoT". Ciò riflette il fatto che le applicazioni aziendali, e in particolare l'IIoT (Industrial Internet of Things), rappresentano un importante volano per portare un valore significativo alle aziendesia tramite i dati che possono essere raccolti, sia per i vantaggi a livello operativo e organizzativo che l'IoT offre. Tale valore previsto non è distante da quello odierno: McKinsey stimava nel 2015 che l'ambito B2B avrebbe costituito il 70% del valore nel 2020, mentre tale valore è effettivamente tra il 62 e il 65%.

Le fabbriche, come dicevamo, sono di gran lunga l'ambito di maggior valore, con una stima attuale che va dai 690 ai 1.750 miliardi di dollari nel 2025, ma tale intervallo resta comunque ben lontano dai 1200-3700 miliardi previsti nel rapporto del 2015. Quello della casa (in ambito B2C) è l'unico ambito che vede una crescita, passando da 200-350 miliardi a 280-520 miliardi; tutti gli altri hanno subito un taglio significativo nelle stime del valore generato, andando dunque di fatto a decrescere sostanzialmente.

In termini puramente geografici, i Paesi sviluppati continueranno a costituire la maggior pare del valore economico del mercato dell'IoT fino al 2030: McKinsey stima che attualmente il 61% del mercato sia concentrato nei Paesi sviluppati, con tale valore che scenderà progressivamente al 55%. Aspetto interessante è che la Cina crescerà di 4 punti, passando dal 22 al 26%, mentre i Paesi in via di sviluppo passeranno dal 16% attuale al 19%, un segnale che anche il resto del mondo avrà un peso rilevante in futuro.

Le sfide del mercato IoT: interoperabilità e gestione al centro

Il problema che l'IoT ha dovuto e deve affrontare è, dunque, quello di una crescita ridotta e ben più contenuta rispetto alle attese. McKinsey individua in cinque punti i principali ostacoli che le aziende stanno affrontando nei progetti IoT: gestione del cambiamento, interoperabilità, installazione, sicurezza e privacy. Spicca in particolare un aspetto nella gestione del cambiamento: le aziende stanno affrontando il passaggio all'IoT come un cambiamento tecnologico e non come uno di modello operativo, fatto che spesso porta l'adozione delle nuove tecnologie a essere gestita dall'IT senza però i corrispondenti cambiamenti nella gestione, nell'assunzione di personale qualificato e nella gestione dei risultati.

McKinsey vede nell'interoperabilità dei sistemi una chiave indispensabile per il successo dell'IoT e descrive i sistemi attuali come "frammentati, proprietari, walled garden" (un'espressione inglese che indica un ecosistema chiuso e da cui non è possibile, o è molto difficile, uscire o entrare). Fino al 74% del valore del mercato IoT è legato all'interoperabilità, poiché sistemi che non comunicano tra di loro rendono difficile, se non impossibile, l'implementazione di strategie e strumenti in grado di portare a risultati concreti come la possibilità di analizzare e visualizzare i dati in maniera automatizzata e coordinata.

Secondo McKinsey è fondamentale che, perché l'IoT abbia successo, le aziende clienti pongano l'interoperabilità come un requisito imprescindibile per i propri progetti, imponendo così di fatto alle aziende fornitrici di adottare standard comuni, aperti e in grado di rispondere alle esigenze delle aziende. Le aziende dovranno poi pensare sin dall'inizio ad aspetti come la sicurezza, spesso lasciata per ultima costringendo poi a costosi cambiamenti una volta superata la fase pilota.

Anche i governi e gli enti regolatori dovranno fare la propria parte perché le aziende fornitrici di prodotti IoT adottino standard aperti e interoperabili, rispettino gli standard in materia di privacy e sicurezza e siano sostenibili. Proprio le preoccupazioni su privacy e sicurezza sono uno dei principali ostacoli allo sviluppo dell'IoT tra i privati cittadini.

Il quadro dipinto da McKinsey è a tinte miste, con alcuni elementi di luce e altri di ombra, ed è il frutto dell'esperienza accumulata negli ultimi cinque anni riguardo pregi e difetti del mondo IoT attuale. Ci sono molte difficoltà da superare sia in ambito tecnologico che organizzativo: come abbiamo detto, sicurezza e interoperabilità sono tra le principali preoccupazioni, ma costituisce una fonte significativa di problemi anche quella che potremmo definire una certa staticità culturale e di approccio da parte delle aziende che adottano l'IoT nelle proprie attività. Non c'è una soluzione facile e veloce a queste problematiche, ma un cambiamento di approccio (facilitato anche dall'intervento ad hoc dei governi) può rendere l'adozione dell'IoT nelle aziende un processo meno traumatico e con un più alto tasso di successo.

1 Commenti
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M68K13 Gennaio 2022, 10:09 #1
Raccolta dati, violazione della privacy, migliardi di dispositivi vulnerabili...
No grazie, per me se li tengano pure!

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