La PEC europea è realtà: pubblicato lo standard ETSI
di Riccardo Robecchi pubblicata il 30 Giugno 2022, alle 13:11 nel canale InnovazioneÈ arrivato l'accordo nella commissione che ha stabilito il nuovo standard per la posta elettronica certificata in tutta Europa: le caselle PEC italiane dovranno ora essere aggiornate per diventare compatibili
È arrivato l'accordo e l'ETSI ha pubblicato lo standard per la posta elettronica certificata europa. Il servizio italiano, noto a tutti come PEC, sarà reso compatibile con il nuovo standard, così che sia possibile scambiare messaggi certificati in tutto il territorio dell'Unione senza problemi di incompatibilità. Un traguardo importante che non sarà, però, senza sfide.
Arriva la PEC per tutta Europa: accordo sullo standard
AgID e AssoCertificatori hanno comunicato il raggiungimento di un accordo a livello europeo per definire uno standard di interoperabilità per la posta elettronica certificata. Tale standard, noto come ETSI EN 319 532-4, renderà possibile l'invio di messaggi certificati tra i vari Paesi europei e renderà dunque possibile evitare l'uso della carta anche per documentazione ufficiale che, per via delle varie normative, finora l'hanno imposto.
Il nuovo standard non è attualmente compatibile con quello impiegato per la PEC italiana, che dovrà dunque essere aggiornata assieme ai quasi 14 milioni di caselle aperte nel nostro Paese. Non ci saranno cambiamenti visibili per gli utenti: l'aggiornamento avverrà "dietro le quinte" e non dovrebbe comportare alcuna differenza pratica per chi usa il servizio.
In tutto ciò, però, il comunicato diffuso dall'AgID e da AssoCertificatori appare poco in contatto con la realtà, dato che recita come segue: "suo [della PEC, NdR] il merito di incentivare il processo di dematerializzazione documentale, l’abbandono della carta, il risparmio di tempo e la riduzione degli spostamenti, e quindi dell’inquinamento. Per questo, la sua evoluzione pan-europea rappresenta un ulteriore traguardo di particolare rilevanza e al contempo la conferma dell'efficacia dello strumento, ormai indispensabile per far fronte al balzo tecnologico della digitalizzazione, ambìto anche dal PNRR."
Sono due gli aspetti degni di critica di questo passaggio. Da un lato c'è il fatto che sembri suggerire che la versione europea sia una derivazione integrale di quella italiana, quando così non è: la posta elettronica certificata europea è prevista dal Regolamento eIDAS entrato in vigore nel 2014. Secondariamente, per quanto la PEC abbia costituito sicuramente un'evoluzione positiva rispetto all'uso della carta, appare fuori luogo, per non dire grottesco, attribuirle ogni merito di un processo che è in corso da ben prima dell'introduzione della PEC; è significativo poi notare che in molti altri Paesi tale processo è molto più avanzato ed è in corso da molto più tempo nonostante non sia presente la PEC, fatto che invalida dalle fondamenta la premessa della sua necessità assoluta per usare processi digitali al posto di quelli basati sulla carta.
Insomma, per quanto l'uso di strumenti digitali come la PEC sia non solo benvenuto, ma financo auspicabile, resta la necessità di fare chiarezza sul rapporto causa-effetto e sul fatto che il problema stia più a monte, ovvero nell'imposizione legislativa di arzigogoli tecnici basati su una concezione analogica (ovvero, cartacea e burocratica) della realtà.
18 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSi sapeva dall'inizio che andava così. La nostra era fuori dagli standard europei, per cui sarebbe cambiata, ma ce la vendono come l'innovatrice che ha cambiato il mondo!
Si sapeva dall'inizio che andava così. La nostra era fuori dagli standard europei, per cui sarebbe cambiata, ma ce la vendono come l'innovatrice che ha cambiato il mondo!
solo per capire ma dove avremmo fatto la figura dei cioccolatai? leggendo l'articolo mi pare fossimo tra i pochi (se non gli unici) a usare la PEC. all'utente italiano non cambia nulla, i fornitori di PEC invece si adatteranno agli standard europei
appunto, per una volta che siamo "primi"
Consiglio una lettura del "tentative draft" RFC6109 (https://datatracker.ietf.org/doc/html/rfc6109) e soprattutto dei commenti che ne sono scaturiti (https://datatracker.ietf.org/doc/rfc6109/history/) per farsi quattro risate (amare) sulla cultura digitale e sul pastrocchio che è la PEC per come è tecnicamente implementata.
Attenzione, non discuto sul fine della stessa, quello ci può stare come veicolo per garantire integrità e non-ripudio dei messaggi, ma hanno scelto di implementarlo nel modo peggiore e più arzigogolato possibile.
Appunto, quoto, e aggiungo che nel rispetto di un consolidato modus operandi l'adozione della PEC ha dato agio a qualcuno di sedersi alla tavola di Pantalone e pasteggiare a quattro palmenti a spese dei cittadini. E se fosse stata una idea geniale, non sarebbe stata rapidamente imitata da altri paesi?
Ed ora mostra pure tutte le sue PECche...
Il resto sono stonz4te propagandistiche di chi non vuole ammetterlo.
Eh in effetti da sostenitore della digitalizzazione devo purtroppo concordare.
La forza della raccomandata cartacea è che tu mandi la missiva e ti torna la ricevuta di conferma e metti via il tutto nei secoli dei secoli.
Per "mettere via" una PEC completa e finita con tanto di ricevuta che dovrà dare prova certa della trasmissione di determinati documenti anche tra 15 anni o più.. COME SI FA??
E' un tema che mi interessa direttamente..
La forza della raccomandata cartacea è che tu mandi la missiva e ti torna la ricevuta di conferma e metti via il tutto nei secoli dei secoli.
Per "mettere via" una PEC completa e finita con tanto di ricevuta che dovrà dare prova certa della trasmissione di determinati documenti anche tra 15 anni o più.. COME SI FA??
E' un tema che mi interessa direttamente..
Mica e' difficile la risposta: backup e formati standard. Per le PEC inoltre lo standard e' stranamente descritto abbastanza bene e utilizza formati di file che durano da decenni e saranno leggibili fra decenni (file testuali e chiavi ssh). Se fra qualche anno ci sara' un'aggiornamento dei sistemi e degli standard o si fa software che supporta sia lo standard attuale che quello aggiornato, o si mantengono due sistemi separati, o si fa una migrazione dei dati dal formato vecchio a quello nuovo. Non e' che siano cose strane da fare in informatica...
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".