Posta Elettronica Certificata (PEC), a che punto è? Ecco i numeri
di Manolo De Agostini pubblicata il 13 Luglio 2020, alle 08:21 nel canale Innovazione
AgID ha comunicato che la Posta Elettronica Certificata (PEC) ha superato il traguardo delle 11 milioni di caselle attive. Dall'inizio del 2019 a oggi è aumentato di oltre un milione il numero di caselle attiva nel in Italia.
L'AgID - l'Agenzia per l'Italia digitale – ha diffuso i numeri sulla diffusione della PEC, la Posta Elettronica Certificata, nel nostro paese. La PEC è un'email che ha lo stesso valore legale di una tradizionale raccomandata con avviso di ricevimento, garantendo così la prova dell'invio e della consegna.
Si tratta di uno strumento fondamentale per la pubblica amministrazione, professionisti, imprese e singoli cittadini che la usano in svariati ambiti: da quello giuridico al sanitario e bancario. È il canale tramite cui è possibile inviare atti ufficiali per partecipare sia a gare che a bandi di concorso, per stipulare contratti di qualsiasi genere, per comunicare con le istituzioni. Dal 2008 è anche strumento di comunicazione obbligatorio per il deposito degli atti nell'ambito del processo civile telematico.
Dall'inizio dello scorso anno a oggi sono aumentati di oltre un milione gli account di posta elettronica certificata, per un totale di più di 3 miliardi di messaggi inviati. A gennaio 2019 risultavano configurati più di 10 milioni di account e ad aprile di quest'anno gli indirizzi PEC hanno toccato quota 11 milioni e 290mila, per un totale di circa 3,1 miliardi di messaggi inviati in un quasi anno e mezzo.
Aumenta dunque la diffusione di questo strumento digitale che nasce con l'obiettivo di una trasmissione dei messaggi più semplice, comoda e veloce permettendo risparmi di tempo, costi e carta. Ad oggi i cittadini che vogliano aprire una propria casella PEC possono scegliere tra i 19 gestori accreditati da AgID (qui la lista).
"Nel 2017, la normativa italiana ha stabilito che la PEC dovrà evolvere, da un punto di vista tecnologico, per essere conforme al Regolamento eIDAS. L'obiettivo è quello di abilitare questo strumento alla verifica dell'identità del mittente, non solo alla certificazione del canale e della trasmissione del messaggio", spiega l'agenzia. "In Italia, i principali fornitori stanno collaborando con AgID attraverso diversi tavoli di lavoro con il fine comune di garantire un'evoluzione, a livello tecnologico e normativo, di questo strumento essenziale per le comunicazioni digitali dei cittadini".
26 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoinviare copia della documentazione firmata e stampata via posta o FAX! Capitooo? Fax! Nel 2020! Non: firmate con Adobe ed inviate via PEC!
Questo alle porte del 2020!!!
Pensa che anni fa per disdire sky, ho dovuto scaricare il loro modulo per chidere la disattivazione in un precisa finestra temporale, stamparlo, compilarlo a mano, e spedirlo con raccomandata a.r.
In perfetto stile anni 60 !
inviare copia della documentazione firmata e stampata via posta o FAX! Capitooo? Fax! Nel 2020! Non: firmate con Adobe ed inviate via PEC!
Questo alle porte del 2020!!!
Putroppo stiamo parlando del nulla, finchè ci sarà un enorme fetta della popolazione che non si "fida" di internet...
Abbiamo persone che continuano ad andare in banca a fare i bonifici singolarmente, anche in periodo di lockdown, invece che usare gli strumenti digitali, con un categorico rifiuto di anche solo pensare di imparare ad usarli.
Quelle poche volte che mi tocca andare nell'ufficio postale, per ritirare una raccomandata o un pacco che il postino non ha voluto consegnarmi, rimango sbigottito dalla quantità di persone che va li per pagare bollette, fare "vaglia", o cose similari...
Cose che facevo poi anch'io ma negli anni 80-90 perchè non esisteva altro metodo, eppure come allora la gente lo fa tutt'ora !
Bello in un periodo come questo stare in coda in fila in un ufficio di 20 metri quadrati, circondati da persone scatarranti !
Abbiamo persone che continuano ad andare in banca a fare i bonifici singolarmente, anche in periodo di lockdown, invece che usare gli strumenti digitali, con un categorico rifiuto di anche solo pensare di imparare ad usarli.
ma magari fosse solo la fiducia per le cose online, guarda ancora quante code ci sono ai caselli per la gente che paga con il contante
e in quei casi son sempre più convinto che non dipenda di certo dalla paura del bancomat
Un articolo su tanti che approfondisce la questione dello standard:
https://archiviando.wordpress.com/2...-made-in-italy/
e in quei casi son sempre più convinto che non dipenda di certo dalla paura del bancomat
penso sia sempre paura del digitale...
come dire "e se la macchinetta non mi restituisce il bancomat come faccio?!?"
che è lo stesso pensiero che mi viene quando vedo le persone cercare di infilare i 10 euro dal benzinaio invece di usare un qualche tipo di pagamento elettronico.
su questo non ha torto. la sicurezza del pezzo di carta è spesso superiore.
metti che sei in viaggio a 1000km da casa... e se ti mangia il bancomat che fai?
ps: per inciso, uso bancomat, pec, e online. ma questo non vuol dire che siano "sicuri" sempre e comunque.
Basta aprire 2-3 conti corrente con relative carte di credito/debito.
Sono l'unico che gira con almeno 3 differenti CC nel portafogli?
Sono l'unico che gira con almeno 3 differenti CC nel portafogli?
Aprire 2/3 conti correnti mi sembra eccessivo.
Avere 3 carte nel portafoglio invece è abbastanza la norma, non sono nemmeno tantissime... ho visto di peggio.
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