Posta Elettronica Certificata (PEC), a che punto è? Ecco i numeri

di pubblicata il , alle 08:21 nel canale Innovazione Posta Elettronica Certificata (PEC), a che punto è? Ecco i numeri

AgID ha comunicato che la Posta Elettronica Certificata (PEC) ha superato il traguardo delle 11 milioni di caselle attive. Dall'inizio del 2019 a oggi è aumentato di oltre un milione il numero di caselle attiva nel in Italia.

 

L'AgID - l'Agenzia per l'Italia digitale – ha diffuso i numeri sulla diffusione della PEC, la Posta Elettronica Certificata, nel nostro paese. La PEC è un'email che ha lo stesso valore legale di una tradizionale raccomandata con avviso di ricevimento, garantendo così la prova dell'invio e della consegna.

Si tratta di uno strumento fondamentale per la pubblica amministrazione, professionisti, imprese e singoli cittadini che la usano in svariati ambiti: da quello giuridico al sanitario e bancario. È il canale tramite cui è possibile inviare atti ufficiali per partecipare sia a gare che a bandi di concorso, per stipulare contratti di qualsiasi genere, per comunicare con le istituzioni. Dal 2008 è anche strumento di comunicazione obbligatorio per il deposito degli atti nell'ambito del processo civile telematico.

Dall'inizio dello scorso anno a oggi sono aumentati di oltre un milione gli account di posta elettronica certificata, per un totale di più di 3 miliardi di messaggi inviati. A gennaio 2019 risultavano configurati più di 10 milioni di account e ad aprile di quest'anno gli indirizzi PEC hanno toccato quota 11 milioni e 290mila, per un totale di circa 3,1 miliardi di messaggi inviati in un quasi anno e mezzo.

Aumenta dunque la diffusione di questo strumento digitale che nasce con l'obiettivo di una trasmissione dei messaggi più semplice, comoda e veloce permettendo risparmi di tempo, costi e carta. Ad oggi i cittadini che vogliano aprire una propria casella PEC possono scegliere tra i 19 gestori accreditati da AgID (qui la lista).

"Nel 2017, la normativa italiana ha stabilito che la PEC dovrà evolvere, da un punto di vista tecnologico, per essere conforme al Regolamento eIDAS. L'obiettivo è quello di abilitare questo strumento alla verifica dell'identità del mittente, non solo alla certificazione del canale e della trasmissione del messaggio", spiega l'agenzia. "In Italia, i principali fornitori stanno collaborando con AgID attraverso diversi tavoli di lavoro con il fine comune di garantire un'evoluzione, a livello tecnologico e normativo, di questo strumento essenziale per le comunicazioni digitali dei cittadini".

26 Commenti
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Righostar13 Luglio 2020, 09:18 #1
Il problema qui in Italia non è avere la casella PEC ma leggere ovunque il:
inviare copia della documentazione firmata e stampata via posta o FAX! Capitooo? Fax! Nel 2020! Non: firmate con Adobe ed inviate via PEC!
Questo alle porte del 2020!!!
gd350turbo13 Luglio 2020, 09:29 #2
Bè, ti va già bene se ti chiedono quello !

Pensa che anni fa per disdire sky, ho dovuto scaricare il loro modulo per chidere la disattivazione in un precisa finestra temporale, stamparlo, compilarlo a mano, e spedirlo con raccomandata a.r.

In perfetto stile anni 60 !
Goofy Goober13 Luglio 2020, 10:09 #3
Originariamente inviato da: Righostar
Il problema qui in Italia non è avere la casella PEC ma leggere ovunque il:
inviare copia della documentazione firmata e stampata via posta o FAX! Capitooo? Fax! Nel 2020! Non: firmate con Adobe ed inviate via PEC!
Questo alle porte del 2020!!!


Putroppo stiamo parlando del nulla, finchè ci sarà un enorme fetta della popolazione che non si "fida" di internet...

Abbiamo persone che continuano ad andare in banca a fare i bonifici singolarmente, anche in periodo di lockdown, invece che usare gli strumenti digitali, con un categorico rifiuto di anche solo pensare di imparare ad usarli.
gd350turbo13 Luglio 2020, 10:28 #4
Originariamente inviato da: Goofy Goober
Abbiamo persone che continuano ad andare in banca a fare i bonifici singolarmente, anche in periodo di lockdown, invece che usare gli strumenti digitali, con un categorico rifiuto di anche solo pensare di imparare ad usarli.


Quelle poche volte che mi tocca andare nell'ufficio postale, per ritirare una raccomandata o un pacco che il postino non ha voluto consegnarmi, rimango sbigottito dalla quantità di persone che va li per pagare bollette, fare "vaglia", o cose similari...

Cose che facevo poi anch'io ma negli anni 80-90 perchè non esisteva altro metodo, eppure come allora la gente lo fa tutt'ora !

Bello in un periodo come questo stare in coda in fila in un ufficio di 20 metri quadrati, circondati da persone scatarranti !
banaz13 Luglio 2020, 10:44 #5
Originariamente inviato da: Goofy Goober
Putroppo stiamo parlando del nulla, finchè ci sarà un enorme fetta della popolazione che non si "fida" di internet...

Abbiamo persone che continuano ad andare in banca a fare i bonifici singolarmente, anche in periodo di lockdown, invece che usare gli strumenti digitali, con un categorico rifiuto di anche solo pensare di imparare ad usarli.



ma magari fosse solo la fiducia per le cose online, guarda ancora quante code ci sono ai caselli per la gente che paga con il contante

e in quei casi son sempre più convinto che non dipenda di certo dalla paura del bancomat
dirac_sea13 Luglio 2020, 11:45 #6
Il domandone sospeso nell'etere però è sempre quello: ma negli altri Paesi più progrediti e meglio organizzati dell'Italia, come mai non sentono affatto il bisogno di dotarsi della PEC? Sapete com'è, oggi una soluzione utile e intelligente si fa strada velocemente nel mondo. La PEC invece, dalla sua introduzione ad oggi (più di 15 anni fa, a memoria) è rimasta un fenomeno italiano... forse perché, come si legge ad esempio su Wikipedia:
La tecnologia PEC non è riconosciuta come standard internazionale, a differenza di altre tecniche di firma elettronica qualificata o marca temporale e di tracciamento della consegna equivalenti e standard, come RFC 3798 (modalità di firma digitale e di tracciamento), presente nei software commerciali di gestione della posta come Microsoft Exchange Server (pur esistendo software installabili sul server per rendere compatibile anche la PEC), oltre ad essere uno standard operativo interoperabile. Pure RFC 3798 implementa le funzionalità di conferma ricezione e-mail, senza implicare la creazione di un sistema centralizzato per la gestione degli aspetti di sicurezza. La conseguenza pratica è che i soggetti non italiani non conoscono e non utilizzano la PEC, con inevitabili incomprensioni con imprese estere...


Un articolo su tanti che approfondisce la questione dello standard:
https://archiviando.wordpress.com/2...-made-in-italy/
Goofy Goober13 Luglio 2020, 11:50 #7
Originariamente inviato da: banaz
ma magari fosse solo la fiducia per le cose online, guarda ancora quante code ci sono ai caselli per la gente che paga con il contante

e in quei casi son sempre più convinto che non dipenda di certo dalla paura del bancomat


penso sia sempre paura del digitale...

come dire "e se la macchinetta non mi restituisce il bancomat come faccio?!?"
che è lo stesso pensiero che mi viene quando vedo le persone cercare di infilare i 10 euro dal benzinaio invece di usare un qualche tipo di pagamento elettronico.
zappy13 Luglio 2020, 12:14 #8
Originariamente inviato da: Goofy Goober
Putroppo stiamo parlando del nulla, finchè ci sarà un enorme fetta della popolazione che non si "fida" di internet....

su questo non ha torto. la sicurezza del pezzo di carta è spesso superiore.
Originariamente inviato da: Goofy Goober
come dire "e se la macchinetta non mi restituisce il bancomat come faccio?!?"...

metti che sei in viaggio a 1000km da casa... e se ti mangia il bancomat che fai? io diffido degli apparecchi che "risucchiano" la tessera all'interno.

ps: per inciso, uso bancomat, pec, e online. ma questo non vuol dire che siano "sicuri" sempre e comunque.
WarSide13 Luglio 2020, 12:33 #9
Originariamente inviato da: zappy
metti che sei in viaggio a 1000km da casa... e se ti mangia il bancomat che fai? io diffido degli apparecchi che "risucchiano" la tessera all'interno.


Basta aprire 2-3 conti corrente con relative carte di credito/debito.

Sono l'unico che gira con almeno 3 differenti CC nel portafogli?
Darkon13 Luglio 2020, 12:56 #10
Originariamente inviato da: WarSide
Basta aprire 2-3 conti corrente con relative carte di credito/debito.

Sono l'unico che gira con almeno 3 differenti CC nel portafogli?


Aprire 2/3 conti correnti mi sembra eccessivo.

Avere 3 carte nel portafoglio invece è abbastanza la norma, non sono nemmeno tantissime... ho visto di peggio.

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