Quantinuum annuncia un nuovo record: raggiunto un volume quantistico di 524.288

Quantinuum annuncia un nuovo record: raggiunto un volume quantistico di 524.288

Quantinuum ha annunciato di aver raggiunto un nuovo record nel volume quantistico delle sue macchine, arrivando a un valore senza precedenti di 524.288. È 32 volte meglio del precedente risultato annunciato appena quattro mesi fa

di pubblicata il , alle 17:50 nel canale Innovazione
QuantinuumComputer Quantistico
 

Quantinuum ha annunciato un nuovo miglioramento nel volume quantistico del suo computer quantistico H1-1, arrivando fino a un valore di 524.288 (o 2¹⁹). Si tratta di un valore che l’azienda afferma essere 1.000 volte più alto rispetto al concorrente più vicino, IBM, che aveva annunciato un volume quantistico di 512. Questo nuovo traguardo dimostra, ancora una volta, come l’affinamento dei processori quantistici porti a miglioramenti significativi nelle loro prestazioni.

Quantinuum annuncia un nuovo record nel volume quantistico

Il volume quantistico è un valore che aiuta a confrontare le prestazioni dei computer quantistici, costruiti spesso sfruttando fenomeni quantistici completamente diversi e dunque difficili da confrontare. È stato inventato da IBM, che produce computer quantistici a superconduttori, ed è stato rapidamente adottato come standard di settore.

Quantinuum aveva già annunciato a febbraio un nuovo record nel volume quantistico, registrando un valore di 16.384, e poco dopo aveva lanciato il nuovo System Model H2 con un volume di 65.536.

L’azienda ha continuato ad apportare migliorie a System Model H1-1 raggiungendo in rapida successione volumi di 131.072 (2¹⁷), 262.144 (2¹⁸) e, infine, 524.288 (2¹⁹), il risultato odierno. Va notato che tutti questi risultati sono stati ottenuti con un computer quantistico dotato di 12 qubit, un numero nettamente inferiore rispetto a System Model H1-2 (con 20 qubit) e System Model H2-1 (32 qubit), nonché rispetto alla concorrenza (Osprey di IBM, ad esempio, ha 433 qubit).

Quantinuum mette l’accento sul fatto che non si tratti di un risultato ottenuto con un sistema appositamente tarato per garantire migliori prestazioni nei benchmark, ma di una macchina “reale” usata per eseguire i calcoli dei clienti. Le similitudini tra H1-1 e i successori, H1-2 e H2-1, fa sì che sarà possibile portare molti di questi avanzamenti anche su tali modelli, aumentandone così le prestazioni significativamente.

L’azienda fa anche un’altra, non scontata, precisazione: in un settore in cui è facile “spararla grossa” e fare proclami roboanti, Quantinuum sta finora mantenendo la promessa di migliorare di dieci volte il volume quantistico ogni anno fino al 2025. In realtà, dall’inizio del 2023 l’incremento è stato di ben 32 volte (da 2¹⁴ a 2¹⁹), e non è escluso che entro la fine dell’anno vengano annunciati ulteriori miglioramenti.

Guardando le cose da una prospettiva più ampia, questo annuncio conferma che le trappole ioniche usate da Quantinuum rimangono uno dei metodi più promettenti per realizzare computer quantistici, almeno dal punto di vista dell’alta stabilità che riescono a offrire. È proprio il ridotto tasso di errori a portare il volume quantistico così in alto e ciò si contrappone ai processori a superconduttori che sembrano, invece, molto più inclini agli errori. Il problema resta quello della scalabilità, e dunque del numero di qubit usabili: sarà interessante vedere come Quantinuum (e IonQ, altra azienda che usa le trappole ioniche) lo affronterà.

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