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SAP continua a investire sull'IA: il prossimo passo sarà prevedere il futuro

di pubblicata il , alle 17:18 nel canale Innovazione SAP continua a investire sull'IA: il prossimo passo sarà prevedere il futuro

Al recente SAP NOW 2024, l’azienda ha ribadito la centralità dell’intelligenza artificiale nella sua strategia di sviluppo. Abbiamo intervistato Carla Masperi, AD di SAP Italia, e approfondito gli elementi cardine della strategia IA di SAP con chi la sta gestendo, Philipp Herzig

 

SAP NOW è l’appuntamento annuale per tutto l’ecosistema che ruota intorno a SAP, che non possiamo più chiamare “solo” ERP, perché da diversi anni è ormai molto di più, abbracciando tutte le funzioni aziendali con le soluzioni della sua piattaforma. Sono anche passati gli anni in cui si associava SAP a complesse installazioni on premise e lunghi e articolati processi di migrazione. Presente e futuro di SAP sono nel cloud, condizione ritenuta, giustamente, essenziale per abilitare i servizi, presenti e futuri, dell’intelligenza artificiale.

SAP NOW 2024 è stata l’occasione per parlare sia del presente, con l’Amministratore Delegato di SAP Italia Carla Masperi, sia del futuro con Philipp Herzig, che in SAP ricopre la carica di Chief AI Officer, in pratica è la persona che con il suo team ha ideato e sta implementando la strategia di SAP per l’intelligenza artificiale.

L’IA cambia il motivo per scegliere una piattaforma di business

SAP è leader da anni, anzi decenni, prima nel settore degli ERP, oggi nelle piattaforme di gestione di ogni aspetto del business di un’azienda. Piattaforme che si sono evolute sotto tutti i punti di vista, dall’infrastruttura tecnologica che le sostiene fino all’esperienza utente, passando per le funzioni offerte, che si sono moltiplicate. Come in altri settori, la competizione sul mercato delle piattaforme software per il business ha attraversato varie fasi, partendo dagli elementi “hard”, banalmente le funzioni offerte e le aree di business coperte, passando per l’esperienza utente che è cambiata radicalmente. Questo è già un elemento, quello dell’esperienza utente, su cui l’intelligenza artificiale sta incidendo in modo sostanziale, perché i vari assistenti IA permettono di interagire con il sistema in linguaggio naturale, semplificando moltissimo l’utilizzo di piattaforme sempre più complesse.

Fino a oggi, quindi, la competizione sul mercato delle piattaforme software come SAP si è basata, semplificando molto, sull’ampiezza e l’efficacia delle soluzioni proposte da un lato e sull’esperienza utente dall’altro. Questi elementi, nell’era dell’intelligenza artificiale, stanno però diventando delle commodity, perché come SAP ha accesso a LLM e servizi collegati e può proporre un assistente virtuale come Joule, che proprio in questo periodo compie un anno di "vita", la stessa cosa si può dire anche per tutti gli altri concorrenti, almeno quelli di dimensione comparabile.

Questo passaggio a commodity di funzioni, infrastruttura e anche esperienza utente, fino a pochissimo tempo fa considerata come uno dei principali elementi differenzianti di qualsiasi prodotto/servizio, è stato repentino e accelerato esponenzialmente proprio dall’arrivo dell’intelligenza artificiale generativa.

La competizione si sposta sui dati, sulla capacità di affinare, migliorare e ancorare i risultati offerti dagli assistenti IA, e più in generale da qualsiasi servizio di intelligenza artificiale, a dati che siano rilevanti e di alta qualità. Gli LLM sono accessibili a tutti, le competenze per implementarli sono già più scarse, ma comunque riproducibili, mentre i dati sono unici e non possono essere “copiati” dai concorrenti, come si può copiare il design di un prodotto o la struttura di un servizio. Ancorare i risultati ottenuti con i servizi IA offerti da SAP ai dati di migliaia di aziende clienti, che hanno dato l’autorizzazione per usare anonimamente i propri dati, offre un vantaggio competitivo enorme sia a SAP che offre il servizio, sia ai clienti di SAP che lo utilizzano. Parliamo di "vantaggio competitivo" e non di "elemento differenziante" proprio perché difficilmente replicabile da un concorrente, che per definizione non avrà mai accesso agli stessi dati, rendendo quindi unico il servizio offerto da SAP. Sarà poi il mercato a valutare se questa unicità si trasformerà in un vantaggio.

I dati, da sempre considerati come una fonte unica di vantaggio competitivo, stanno acquisendo un valore inestimabile proprio grazie all’IA che trasforma quel potenziale di cui tutti parlano da anni in servizi concreti. L’impatto dell’IA è così dirompente perché sta cambiando il motivo sottostante alla scelta di una piattaforma di software per il business. Prima si sceglieva, semplificando anche qui al massimo, la piattaforma con più funzioni e la migliore esperienza utente, oggi si sceglie la piattaforma che si rivela più rilevante, affidabile e, anche, responsabile nel supportare le decisioni di business dei clienti. È un cambio sostanziale di paradigma che sposta le dinamiche competitive, offrendo nuove opportunità alle aziende clienti.

Lo riassume, in modo efficace, Carla Masperi durante la nostra intervista: "Per noi un'IA di efficacia per le aziende deve essere responsabile, affidabile e rilevante. Affidabile perché noi vantiamo una base dati business che è costruita in 50 anni di storia che è quella più affidabile […]; la nostra IA sa di cosa parla, conosce il contesto dove opera l’azienda."

SAP: oggi l’IA serve per consultare, domani per fare previsioni

Con Philipp Herzig (in foto qui sotto), Chief AI Officer di SAP, abbiamo cercato di capire qual è stato il percorso che ha portato SAP a essere oggi leader nell’implementazione dell’IA per il business. È stato un percorso lungo, perché SAP, come altri player del settore, da anni è impegnata a integrare varie tecniche d'IA nella propria piattaforma. L’esplosione a livello di notorietà dell’intelligenza artificiale avvenuta due anni fa con l’arrivo di ChatGPT e di tutte le sfaccettature dell’intelligenza artificiale generativa ha solo accelerato un processo che era già in atto in SAP da tempo.

Un aspetto fondamentale per Herzig è non innamorarsi troppo di una tecnologia, ma di partire dai benefici che si vogliono far ottenere agli utenti per poi andare a selezionare la tecnologia più adeguata allo scopo. È stato questo approccio che ha fatto prendere la decisione strategica di non creare inizialmente un proprio LLM, ma di sviluppare una strategia di partnership con i principali player del mercato. È stato proprio parlando con Herzig che abbiamo avuto le conferme necessarie per poter dire che il cambio di paradigma portato dall’IA non è solo tecnologico, ma è più profondo perché va a modificare la natura stessa delle cose, da un lato per le potenzialità che permette a una piattaforma come SAP di esprimere e dall’altro, quindi, andando a modificare i parametri di scelta degli utenti.

La strategia ideata da Herzig, basta su partnership, ha permesso a SAP di essere fra i primi player a offrire sul mercato dei servizi di IA generativa, come l’assistente chiamato Joule, ma allo stesso tempo SAP sta lavorando alla creazione di un foundation model proprietario. Lo chiamiamo "foundation model" e non "large language model", perché non ha l’ambizione di sostituire i modelli di Anthropic, IBM o Meta che SAP già utilizza, ma di affiancarvisi per svolgere una funzione diversa. Gli attuali LLM utilizzati da SAP permettono a Joule di essere molto efficace nel dare risposte basate sui dati esistenti, mentre l’ambizione del modello su cui SAP sta lavorando è di poter fare delle previsioni per il futuro.

C’è un passaggio della nostra conversazione con Philipp Herzig che ci è sembrato particolarmente significativo: "Cosa fanno i large language model? Prendono un certo testo e poi prevedono il token successivo. E poi predicono il token successivo e quindi si ottiene una bellissima frase. Quello che invece stiamo cercando di fare in SAP è partire da una tabella con alcuni campi vuoti per prevedere qual è il valore mancante. Quindi, ci stiamo addentrando nel campo delle previsioni, di qualcosa che sia utile per i nostri clienti. Perché è utile? Perché i clienti vogliono fare ogni tipo di previsione. Ad esempio, che impatto avrà una certa decisione sul mio piano finanziario? Cosa significa per la mia sostenibilità?"

SAP sta già provando al suo interno questo nuovo approccio, che si appresta a trasformare ulteriormente il modo di percepire e utilizzare una piattaforma di software per il business, che oltre a permettere alle aziende di tenere sotto controllo le operazioni presenti, aiuterà a guidare quelle future.

Per quanto nessun analista metta in dubbio le potenzialità a lungo termine dell’intelligenza artificiale, cominciano a emergere delle posizioni scettiche sulla possibilità di trovare delle soluzioni che abbiamo un impatto sostanziale sulle attività di business nell’immediato. SAP sembra aver trovato la formula per ottenere dei vantaggi immediati e uno sviluppo futuro.

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