Smart Working
Tassare lo smart working perché è un privilegio: l'idea di Deutsche Bank
di Riccardo Robecchi pubblicata il 13 Novembre 2020, alle 12:07 nel canale Innovazione
Un rapporto di Deutsche Bank, definito dagli autori come "provocatorio", avanza una proposta surreale: il lavoro da remoto sarebbe un privilegio che, in quanto tale, andrebbe tassato. Non curandosi affatto della realtà quotidiana dei lavoratori
122 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoDi primo impatto ti direi di si....ma ci sono un sacco di risvolti (di cui hanno già scritto gli altri) per tutti quanti.
Ammesso che poi mandarsi i messaggini sia una assimilabile ad una forma di comunicazione completa (e non lo è, il 90% della nostra comunicazione è non verbale).
D'accordo ma ci sono persone/colleghi che sono spariti, quando li contatti ti rispondono "sto lavorando che c'è?", come se fossero oberati solo loro. Attenzione: queste risposte vengono date anche ad altri colleghi, non solo a me, segno che è proprio una questione di carattere, c'entra poco lo smart working, anche di persona questi colleghi avevano questi atteggiamenti.
Per quanto riguarda la frequenza: io sinceramente sarei propenso per 5 giorni in smart working, perché devo sottoscrivere abbonamenti ai mezzi pubblici o consumare carburante quando a casa ho tutto per lavorare? Sarebbe solo un modo per far ripartire l'indotto, altro che socialità.
vedi questa mattina ad esempio che sotto lockdown arancione, e con una pioggia da diluvio, mi faccio un centinaio di km per fare le stesse cose che farei a casa...
Anche io abito in provincia (di Roma) e di tanto in tanto mi faccio (facevo) 40-50 km, quindi capisco benissimo il tuo punto di vista.
Sono ormai diversi anni che lavoro avendo ridotto o azzerato la presenza in un ufficio, ma questo è sul lungo termine mi sembra abbastanza alienante.
Chiaro, io infatti obbligherei a quel punto a fornire la persona di telefono e PC aziendale e arrivata una certa ora tanti saluti. Parlavo non tanto per esperienza personale, ma per quello che sento da amici.
Io ho tre sim che mi forniscono tre connessioni 4g, questo già da prima del lockdown, per i vari usi, sono dei tre operatori principali, se uno va offline switch temporaneo sugli altri.
E tutta la struttura informatica, è alimentata a batteria che mi da diverse ore di autonomia, e questo da un paio di anni.
Si questa è sicuramente una soluzione
Ovviamente va riprogrammata tutta la vita dato che non si può stare tra 4 mura in eterno. Idem le aziende. Si dovrebbe lavorare per obiettivo e questo comporterebbe dei risvolti positivi per l'economia. Ti faccio un esempio:
con una pausa pranzo di due ore, posso andare e mangiare piu spesso fuori e questo potrebbe essere un beneficio per fast-food, ristoranti, rosticcerie ecc ecc. Pausa pranzo che poi recupero in seguito.
Le aziende potrebbero applicare il co-housing con notevoli risparmi in senso di affitto locale, utenze ecc ecc
Di idee ce ne starebbero milioni. Ovviamente quello che ho scritto sopra non si può applicare ad ogni categoria di lavoro ma proprio ogni categoria potrebbe avere delle idee con vantaggi in termini di ripresa.
Per quanto riguarda la frequenza: io sinceramente sarei propenso per 5 giorni in smart working, perché devo sottoscrivere abbonamenti ai mezzi pubblici o consumare carburante quando a casa ho tutto per lavorare? Sarebbe solo un modo per far ripartire l'indotto, altro che socialità.
Quello che descrivi non migliorerà con lo smart working, anzi peggiorerà enormemente (con i vari lockdown ho la sensazione che sia già peggiorato).
Non farà che allontanare ancora di più le persone, che saranno sempre più diffidenti, lontane e soprattutto tenderanno a fossilizzarsi sulle loro idee, tendenzialmente meno orientate al confronto con gli altri (banalmente spiegare le cose di persona è meglio che da remoto, anche per motivi di concentrazione/attenzione).
Difficilmente si creeranno nuovi rapporti inter-personali e di fiducia, questo perché la distanza fisica è sempre sinonimo di distacco sociale.
Poi non nego che ci siano persone a cui questo vada bene, ma sarà un disastro sociale collettivo.
Preferisco pagare l'abbonamento ad un autobus che vivere in una società ancora più individualistica.
Non farà che allontanare ancora di più le persone, che saranno sempre più diffidenti, lontane e soprattutto tenderanno a fossilizzarsi sulle loro idee, tendenzialmente meno orientate al confronto con gli altri (banalmente spiegare le cose di persona è meglio che da remoto, anche per motivi di concentrazione/attenzione).
Difficilmente si creeranno nuovi rapporti inter-personali e di fiducia, questo perché la distanza fisica è sempre sinonimo di distacco sociale.
Poi non nego che ci siano persone a cui questo vada bene, ma sarà un disastro sociale collettivo.
Preferisco pagare l'abbonamento ad un autobus che vivere in una società ancora più individualistica.
Smartworking non vuol dire solamente lavorare da casa. Puoi lavorare da un parco, da un bar, dalla spiaggia... perchè non socializzare in questi posti?
Come dicevo in un mio concetto sopra, se il lavoro fosse "ad obiettivo", sapremmo gestire al meglio le pause ed (esempio) uscire fuori per fare sport... Perchè non socializzare anche in questo caso?
Molte persone che stanno fisse in smartworking da marzo, si stanno organizzando per vedersi una volta a settimana a livello lavorativo e fare il punto della situazione. Gli Hotel infatti si stanno reinventando, affittando stanze per fare riunioni.
L'individualismo è insito nel dna e anzi, lo trovi principalmente sul lavoro. Che ti vedi di persona o tramite webcam, l'individualista ci sarà sempre.
Non fare questi discorsi o ti danno del populista o peggio ancora del comunista
La verità è che quando qualcosa non ti tocca in prima persona, è sempre facile predicare.
Che lo smart working sia comodo è indubbio, ma se il problema è "lo stile di vita", allora chiediamoci anche se lavorare spesso da casa porti realmente ad uno stile di vita più "sano" nel lungo periodo.
Personalmente ritengo di no per i motivi già citati: socialità ridotta, stress da lavoro in luogo che dovrebbe essere considerato "la tana", gente che si permette di chiamarti anche ad orari improbabili, comunicazione per forza di cose ridotta anche con mezzi quali teleconferenza e via discorrendo.
Senza contare le problematiche infrastrutturali del nostro paese. L'altro giorno sono rimasto 24 ore senza connessione, ho dovuto seguire un corso in 3G con tutte le conseguenze del caso (audio balbettante, disconnessioni continue). Aggiungo un altro esempio: dove abito io ogni tanto salta la corrente. Mi è saltata anche nel bel mezzo di una conferenza in cui mi avevano appena dato la parola
Il lavoro da remoto non dovrebbe essere generalizzato né imposto, semplicemente penso che ad ogni lavoratore dovrebbe essere data la possibilità di lavorare da casa, fissando un tetto stringente a livello legislativo proprio per evitare l'isolamento fisico e sociale associato.
Un mezzo di comunicazione, per quanto avanzato, non può in alcun modo sostituire una relazione tra esseri umani in carne ed ossa, IMHO.
Poi in alcuni casi ovviamente può essere inevitabile, ad esempio se magari uno si trova all'estero o lontano, sempre per lavoro.
Sono d'accordo e ho sempre scritto che per me sarebbe ottimo fare un 3 giorni a casa e 2 a lavoro...
Però il punto era un altro...
Se le persone non vanno a lavoro o vanno meno al ristorante (io non ci andavo neanche prima), non possiamo di certo obbligarli o lamentarci.
Sono scelte e purtroppo il mondo cambia in ogni aspetto della vita... si tratta solo di adeguarsi... anche se sicuramente il tempo è poco.
fonte? a me non pare.
Hai mai lavorato nella GDO? Io sì... e lavoravo molto spesso sabato e domenica... guadagni una miseria in più (il sabato nel CCNL commercio è pagato come un giorno qualsiasi e la domenica se non erro è al 15% o 20% di maggiorazione).
1) concordo
2) penso che quelle siano +/- le % di TUTTI i contratti collettivi...
Ora credo che ne sia rimasto uno o forse due, e non vendono solo dischi ma hanno ampliato la merceologia.
Stessa cosa per i videonoleggi, una volta più comuni dei fornai, ora ridotti quasi a zero, idem per i negozi di computer, quasi estinti.
Questi si sono dovuti reinventare, fa parte del progresso.
concordo.
i taxisti che si lamentano, i bar che si lamentano...
rinnovatevi, cambiate mestiere, esplorate nuovi business...
cosa che ovviamente va regolamentata duramente, anche mediante spezzettamento (cosa normalissima e già fatta in passato quando qualcuno s'allarga troppo)
esatto... qualche politico/partito l'ha pure detto chiaro, pronunciandosi contro lo sw...
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