Computer Quantistico

Un cifrario post-quantistico è stato rotto da un processore del 2013 in un'ora

di pubblicata il , alle 13:21 nel canale Innovazione Un cifrario post-quantistico è stato rotto da un processore del 2013 in un'ora

Fine dei giochi, almeno per ora, per SIKE, uno dei cifrari in grado di resistere agli attacchi dei computer quantistici proposti per la standardizzazione. Uno Xeon del 2013 l'ha rotto in un'ora

 
30 Commenti
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giuliop04 Agosto 2022, 16:28 #11
Originariamente inviato da: Slater91
Mi rendo conto che il tema non rientri tra le conoscenze del grande pubblico e che quindi ci possa essere qualche incertezza riguardo i termini. "Rompere un cifrario" è terminologia specifica nell'ambito della crittografia, non una traduzione malfatta. Ti basta cercare su Google "rompere cifrario" per trovare molti esempi in letteratura. Ad esempio, puoi trovare l'espressione in queste diapositive prodotte dalla docente di crittografia dell'Università di Pisa. Se non bastasse, puoi trovarla anche sulla Treccani. [...]


Grazie della risposta.

Il punto è che Google non è un'autorità linguistica (puoi cercare parole inconfutabilmente sbagliate di qualsiasi tipo, ed errori grammaticali, e trovare fonti autorevoli [nel loro campo] che li commettono), e nemmeno chi ha scritto quell'articolo che è pubblicato sul sito della Treccani (che fra l'altro all'inizio lo scrive fra virgolette, proprio per evidenziarne l'uso atipico); e infatti, nel vocabolario della stessa Treccani, non c'è traccia di quel significato, così come in nessuno dei vocabolari che posseggo.

Ora tu mi dici "si usa", ma il "punto di rottura" si verifica proprio nel momento in cui un termine comincia a comparire nel vocabolario, ma fino a che ciò non accade rimane al massimo un termine gergale, che mi guarderei dall'usare (probabilmente avrei usato "violato", che ha sicuramente quel senso figurato).

Quanto all'etimologia del vocabolo italiano scommetterei che è una sciatta traduzione di "to break [a code]"; che poi dietro a quella inglese ci sia una similitudine con un lucchetto è certamente possibile.

EDIT: Ninja'd da calabar
TorettoMilano04 Agosto 2022, 16:35 #12
Originariamente inviato da: giuliop
Grazie della risposta.

Il punto è che Google non è un'autorità linguistica (puoi cercare parole inconfutabilmente sbagliate di qualsiasi tipo, ed errori grammaticali, e trovare fonti autorevoli [nel loro campo] che li commettono), e nemmeno chi ha scritto quell'articolo che è pubblicato sul sito della Treccani (che fra l'altro all'inizio lo scrive fra virgolette, proprio per evidenziarne l'uso atipico); e infatti, nel vocabolario della stessa Treccani, non c'è traccia di quel significato, così come in nessuno dei vocabolari che posseggo.

Ora tu mi dici "si usa", ma il "punto di rottura" si verifica proprio nel momento in cui un termine comincia a comparire nel vocabolario, ma fino a che ciò non accade rimane al massimo un termine gergale, che mi guarderei dall'usare (probabilmente avrei usato "violato", che ha sicuramente quel senso figurato).

Quanto all'etimologia del vocabolo italiano scommetterei che è una sciatta traduzione di "to break [a code]"; che poi dietro a quella inglese ci sia una similitudine con un lucchetto è certamente possibile.

EDIT: Ninja'd da calabar


se scrivo "rompere cifrario uni" mi escono fuori una serie di università in cui viene usato il termine rompere come se scrivo "violare cifrario uni" me ne escono altri. mi sembra una perdita di tempo inutile su quale sia il termine corretto anche perchè, correggimi/correggetemi se mi sbaglio, qui nessuno è un grande esperto dell'argomento
giuliop04 Agosto 2022, 16:45 #13
Originariamente inviato da: TorettoMilano
se scrivo "rompere cifrario uni" mi escono fuori una serie di università in cui viene usato il termine rompere come se scrivo "violare cifrario uni" me ne escono altri. mi sembra una perdita di tempo inutile su quale sia il termine corretto anche perchè, correggimi/correggetemi se mi sbaglio, qui nessuno è un grande esperto dell'argomento


Non è rilevante: che essere esperti in un campo renda automaticamente corretta in italiano qualsiasi cosa si dica [in quel campo] semplicemente non segue.
TorettoMilano04 Agosto 2022, 16:50 #14
Originariamente inviato da: giuliop
Non è rilevante: che essere esperti in un campo renda automaticamente corretta in italiano qualsiasi cosa si dica [in quel campo] semplicemente non segue.


il mio concetto era più semplice e immediato: chi studia/insegna l'argomento all'università sicuramente è più esperto di noi del forum. se usano sia "violare" che "rompere" evidentemente vanno bene ambedue i termini
zappy04 Agosto 2022, 16:57 #15
Originariamente inviato da: TorettoMilano
il mio concetto era più semplice è immediato: chi studia/insegna l'argomento all'università sicuramente è più esperto di noi del forum. se usano sia "violare" che "rompere" evidentemente vanno bene ambedue i termini

hmmm vista la qualità di certi laureati, io avrei cmq qualche dubbio...
lollo904 Agosto 2022, 18:13 #16
tra rompere e violare, l'equivalenza è solo apparente in ragione dell'uso comune di quelle parole nella lingua.

nel contesto crittologico un cifrario si rompe, come si rompe una cifratura. perché ciò che viene sotteso, ovvero il patto di confidenzialità, non ha stati intermedi: o è integro od è rotto.
e questo vale non per un'istanza del problema, cioè un singolo messaggio compromesso, ma per l'intera classe di problemi passati, presenti e futuri. ci sono proprio due semantiche differenti tra rompere e violare in crittologia.
non ha a che vedere con alcuna traduzione infelice.

si viola una messaggio, si viola un database, si viola una rete wifi ecc.
se invece si dimostra che WPA2 non è buono, si sta facendo una cosa diversa. non si sta violando una rete di qualcuno, si sta dicendo che nessuna rete WPA2 al mondo è sicura. ed in quel caso infatti si è rotta la confidenzialità della regola su cui l'algoritmo di assegnazione del nonce di WPA2 si basava, tirando giù così un protocollo intero a livello planetario.



pippone a parte, se si preferisse violare al posto di rompere sarebbe comunque ampiamente tollerabile a livello giornalistico, se proprio rompere sembra cacofonico
Piedone111304 Agosto 2022, 18:31 #17
Originariamente inviato da: lollo9
tra rompere e violare, l'equivalenza è solo apparente in ragione dell'uso comune di quelle parole nella lingua.

nel contesto crittologico un cifrario si rompe, come si rompe una cifratura. perché ciò che viene sotteso, ovvero il patto di confidenzialità, non ha stati intermedi: o è integro od è rotto.
e questo vale non per un'istanza del problema, cioè un singolo messaggio compromesso, ma per l'intera classe di problemi passati, presenti e futuri. ci sono proprio due semantiche differenti tra rompere e violare in crittologia.
non ha a che vedere con alcuna traduzione infelice.

si viola una messaggio, si viola un database, si viola una rete wifi ecc.
se invece si dimostra che WPA2 non è buono, si sta facendo una cosa diversa. non si sta violando una rete di qualcuno, si sta dicendo che nessuna rete WPA2 al mondo è sicura. ed in quel caso infatti si è rotta la confidenzialità della regola su cui l'algoritmo di assegnazione del nonce di WPA2 si basava, tirando giù così un protocollo intero a livello planetario.



pippone a parte, se si preferisse violare al posto di rompere sarebbe comunque ampiamente tollerabile a livello giornalistico, se proprio rompere sembra cacofonico

Ma difatti violare indica la specificità, rompere indica l'universalità.
Se violi una casa, questa può essere continuata d essere usata, mentre se la rompi ( la butti giu) questa perde la funzione principale per la quale è stata edificata: un minimo di sicurezza.
marchigiano04 Agosto 2022, 18:53 #18
ok allora temevamo che le cifrature attuali venissero rotte da un computer quantico in un'ora, quindi abbiamo fatto le cifrature resistenti ai computer quantici... ma vengono rotte da un computer attuale in un'ora


[SPOILER]è una battuta, non so di preciso come funziona[/SPOILER]
inited04 Agosto 2022, 20:49 #19
Leuven (“Lovanio” in italiano) è nelle Fiandre in Belgio, non nei Paesi Bassi. Stessa lingua, paese diverso.
TorettoMilano04 Agosto 2022, 21:34 #20
Originariamente inviato da: lollo9
tra rompere e violare, l'equivalenza è solo apparente in ragione dell'uso comune di quelle parole nella lingua.

nel contesto crittologico un cifrario si rompe, come si rompe una cifratura. perché ciò che viene sotteso, ovvero il patto di confidenzialità, non ha stati intermedi: o è integro od è rotto.
e questo vale non per un'istanza del problema, cioè un singolo messaggio compromesso, ma per l'intera classe di problemi passati, presenti e futuri. ci sono proprio due semantiche differenti tra rompere e violare in crittologia.
non ha a che vedere con alcuna traduzione infelice.

si viola una messaggio, si viola un database, si viola una rete wifi ecc.
se invece si dimostra che WPA2 non è buono, si sta facendo una cosa diversa. non si sta violando una rete di qualcuno, si sta dicendo che nessuna rete WPA2 al mondo è sicura. ed in quel caso infatti si è rotta la confidenzialità della regola su cui l'algoritmo di assegnazione del nonce di WPA2 si basava, tirando giù così un protocollo intero a livello planetario.



pippone a parte, se si preferisse violare al posto di rompere sarebbe comunque ampiamente tollerabile a livello giornalistico, se proprio rompere sembra cacofonico


ampliamente tollerabile finchè non arriva l'esperto a dirti che sarebbe stato corretto scrivere "rotto"
grazie comunque per la spiegazione, ci fai sentire tutti più stupidi ma si è imparato qualcosa di nuovo

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