Checkpoint Systems e Crime&tech fanno il punto sulla situazione dei furti in negozi e supermercati
di Alberto Falchi pubblicata il 24 Giugno 2019, alle 08:41 nel canale Market
Secondo il rapporto Retail Security in Europe. Going beyond Shrinkage, le differenze inventariali pesano per un totale di 49 miliardi di euro ogni anno. Affidarsi alla tecnologia può mitigare il problema
Quando si parla di "shrinkage" si fa riferimento alle differenze di inventario di un negozio o una catena. Usando termini ancora più semplici, si tratta di prodotti spariti o deperiti. I motivi possono essere numerosi e dipendono da settore a settore ma l'incidenza dei furti è significativa.
Quando pesano le differenze inventariali alle aziende?
Secondo il rapporto Retail Security in Europe. Going beyond Shrinkage, condotto da Crime&Tech (spin-off dell'Università Cattolica del Sacro Cuore – Transcrime) con il supporto di Checkpoint Systems, l'impatto varia da paese a paese e dipende dal settore ma, mediamente, si oscilla fra lo 0,3% e il 3% ed è un fenomeno in aumento, anche se a percentuali modeste: un +0,19% rispetto al 2019. La GDO, i supermercati e le grosse catene, è il settore che più accusa il problema, con circa il 2% medio di shrinkage, seguito dal settore abbigliamento e da scarpe e accessori. I prodotti per la cura del corpo così come quelli di elettronica, invece, registrano i tassi più bassi, 0,5% e 0,4% rispettivamente.
Il dato che più impressiona è quello del totale delle perdite che, se convertite in fatturato, varrebbero l'equivalente del quarto retailer europeo: ben 49 miliardi di euro.
Gli autori dello studio hanno voluto sottolineare come le differenze inventariali non siano necessariamente da ascrivere ai furti da parte di esterni: i dati relativo allo shrinkage includono anche la merce danneggiata, quella che si è persa durante il trasporto, quella deperita (pensiamo ai negozi di alimentari).
"Lo studio rivela che i retailer di tutta Europa utilizzano un mix di sistemi tecnologici per misurare le differenze inventariali, che comprendono sia le perdite dovute a reati, sia quelle causate da azioni non criminose" - ha dichiarato Ernesto Savona, Direttore di Crime&tech - "È necessario tener conto di tutti questi diversi approcci nell'interpretazione dei risultati presentati. Per questo motivo, lo studio va oltre le differenze inventariali e analizza le politiche e le tecnologie adottate dai retailer, i fattori contestuali che hanno un impatto sulle perdite nel settore retail, i metodi adottati dai taccheggiatori e come le contromisure e le soluzioni relative alla sicurezza vengono adottate e combinate insieme".
Come si evolvono i ladri
Quando si pensa ai furti in negozio si tende a pensare ai soliti furbetti che riescono a staccare i dispositivi anti-taccheggio e a uscire senza farsi notare, quando va male, con una rocambolesca e imbarazzante fuga. Non mancano gruppi di delinquenti più organizzati che si avvalgono di tecnologia, usando borse schermate che evitano di far suonare gli allarmi o jammer che ne inibiscono il funzionamento. Queste però non sono le uniche tecniche usate e ultimamente si stanno diffondendo maggiormente truffe come quelle dei resi e rimborsi fraudolenti e l'annullamento degli scontrini. Fortunatamente le rapine, a mano armata o meno, sono in diminuzione, un trend che prosegue da anni.
"Quest'anno, in occasione del nostro 50° anniversario, ci rendiamo conto che questo aspetto è più importante che mai" - spiega Alberto Corradini, Business Unit Director Italia di Checkpoint System - "Il fatto che le differenze inventariali, se convertite in fatturato, rappresenterebbero il quarto maggior retailer europeo, non dovrebbe essere preso alla leggera. È estremamente preoccupante che le azioni di pochi possano avere un impatto finanziario su aziende e dipendenti. Alla luce dell'attuale difficile clima in ambito retail, è più importante che mai che i retailer prendano nota dei risultati e adottino le misure necessarie per ridurre le perdite".
Lo studio completo è disponibile per il download a questo indirizzo.
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