130 milioni per SiPearl, i processori europei per i supercomputer
di Riccardo Robecchi pubblicata il 09 Luglio 2025, alle 12:41 nel canale Startup
SiPearl ha annunciato la chiusura del primo giro di finanziamenti: è arrivata a 130 milioni, la cifra più alta mai raccolta da un'azienda europea che si occupa di semiconduttori
130 milioni di euro per i chip europei. Questa è la cifra raccolta da SiPearl nel giro di finanziamenti di Serie A, con un'ultima tranche di 32 milioni che porta alla chiusura del giro.
SiPearl conclude i finanziamenti Series A con 130 milioni di euro
Lanciata nel 2020 come parte del progetto European Processor Initiative (EPI) e con un finanziamento iniziale dall'Unione Europea, SiPearl ha costruito una squadra di 200 persone dislocata tra Francia, Italia e Spagna. L'azienda ha completato la fase di progettazione del suo primo processore, il Rhea1, basato su architettura ARM Neoverse V1 e dotato di 80 core, per un totale di 61 miliardi di transistor. Rhea1 è recentemente andato in produzione e i primi campioni saranno disponibili all'inizio del 2026.
Il processore è progettato per l'impiego nell'ambito del supercalcolo e sarà adottato da JUPITER, il primo supercomputer exascale che sarà installato presso il Jülich Supercomputing Centre in Germania.
Il round di Serie A di finanziamento di SiPearl è il più grande nel settore dei progettisti fabless di semiconduttori in Europa. L'ultima tranche è stata sostenuta dal Fondo del Consiglio Europeo per l'Innovazione (Fondo EIC), dallo Stato Francese tramite French Tech Souveraineté, e dall'investitore taiwanese Cathay Venture, che dispone di un capitale di oltre 400 miliardi di dollari e intende investire nel settore dell'elettronica e dei semiconduttori in UE poiché complementare a quello di Taiwan.
I fondi raccolti da SiPeal serviranno a finanziare la fase di industrializzazione di Rhea1 e ad accelerare le attività di ricerca e sviluppo per i processori di prossima generazione. L'azienda intende lanciare la raccolta di finanziamenti di Serie B tra qualche settimana. Tra gli investitori attuali si contano ARM, Atos Group, Cathay Venture, la Banca Europea d'Investimento, il Fondo EIC, French Tech Souveraineté e un gruppo di banche guidato da Caisse d'Epargne Rhône-Alpes.
"Il contesto geopolitico ed economico odierno conferma la visione che ha portato alla nascita di SiPearl", ha affermato Philippe Notton, CEO e fondatore di SiPearl. "L'hardware sovrano è indispensabile per garantire l'indipendenza e la sovranità dell'Europa nell'ambito dell'intelligenza artificiale e in settori strategici quali la sicurezza e la difesa. Con il tape-out del processore più complesso mai progettato in Europa, stiamo dimostrando che l'Europa ha ora un concorrente in grado di sfidare i leader non europei. Poiché l'Europa ha bisogno di partner forti e indipendenti nell'ecosistema globale dei semiconduttori, abbiamo scelto di stringere legami più stretti con Taiwan, un Paese all'avanguardia in questo settore a livello mondiale. Desideriamo ringraziare gli investitori che hanno riposto la loro fiducia in noi e che ci sostengono in questa impresa."
3 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoBoh non lo so, spero non siano buttati che tra le miliardi di cose che vogliono fre servono i soldi.
questione di realismo tecnico e strategico
intanto il knowhow disponibile. a grenoble, sophia antipolis e parigi c’è ARM
poi arm oggi ha tutto, core neoverse progettati per hpc (out-of-order, supporto sve, interconnect mesh coherente), toolchain ottimizzate (llvm/gcc ecc), firmware standard (uefi/acpi), librerie scientifiche già pronte (blas, lapack, mpi), virtualizzazione… significa performance prevedibili, stack software solido, e meno tempo buttato in truschini di dubbia efficacia
risc-v è ancora troppo indietro: vector extension (rvv) non ancora pienamente standardizzata, abi non stabile, tool e debugger ancora in sviluppo, manca una vera gestione coherente della memoria tipo smmu/chi. e i core pubblici, tipo sifive, non reggono il confronto con un neoverse v2 o v3 in termini di ipc o efficienza energetica. e si potrebbe andare avanti
io fatto è che i fondi sono limitati. reinventare la ruota su riscv oggi vorrebbe dire progettarsi anche il core da zero, validarlo, costruire tool, fare porting di tutto il software necessario ecc. già con arm si stanno prendendo abbastanza rischi (memory stack, acceleratori custom, interconnessione tra nodi ecc). quindi ci sta stare su un’architettura che almeno ti garantisce una base stabile e industriale.
non oh, dubito sia una bocciatura. nessuno è né sciocco né folle. è solo che oggi, se vuoi costruire un processore europeo hpc serio, con tempi e budget reali (si spera), arm è l’unica opzione davvero percorribile
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".