SAP
Più della metà degli italiani è disposta a spendere di più per prodotti sostenibili. La ricerca di SAP
di Alberto Falchi pubblicata il 25 Giugno 2021, alle 19:01 nel canale MarketSeconda uno studio realizzato da SAP e Qualtrics, per il cibo, i trasporti e la manutenzione dell’auto, i consumatori del Bel Paese sarebbero disposti a pagare di più. La posizione cambia se si parla di utilities
87 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infose amazon ti fornisce lo stesso prodotto ad uno 0,5% in più ma con una confezione ecocompatibile tu che fai? non lo prendi per non favorire il monopoliO?
io penso che il singolo deve guardare al suo rapporto qualità prezzo in considerazione del budget.
sono il primo che spenderebbe il giusto in più (sempre con l'occhio al budget)per un prodotto migliore (inclusa anche una reale ecocompatibilità ...auto elettrica? molti dubbi)...
ma chi deve garantire il regolare funzionamento dell'economia, compreso l'impedimento della formazione dei monopoli, devono essere gli stati e le istituzioni e non certo il singolo cittadino....anche perchè al cittadino POVERO (la media attuale, in Italia) gli imponi il biologico (ammesso che abbia i vantaggi che anche l'articolo che hai linkato mette sub judice ..."Se i risultati saranno confermati"...) quando questo fa fatica a sopravvivere anche se va al discount?
Se il cittadino va al discount è perchè ha perso il lavoro e si è riallocato a stipendio inferiore.
Ma solo grazie al fatto che ha acquistato prodotti delocalizzati allo stesso identico prezzo ( o poco meno) di quando venivano prodotti in loco.
Un prenditore vuole sempre di più, e per aumentare gli utili delocazza ( e non solo per il costo manopera, ma anche e sopratutto per i più bassi costi produttivi dovuti a regole molto più "morbide" su inquinamento e sicurezza sul lavoro).
Ma se depo aver delocalizzato non vendesse più si rivelerebbe un pessimo affare.
Manco appunto in ufficio o fabbrica o esercizio commerciale si stesse "bene".
Imho subentra poi anche una questione di non riuscire a staccare realmente dal lavoro diventando la casa il proprio posto di lavoro, poi subentrano anche fattori sociologici per cui le persone sentono forse la naturale necessità a socializzare realmente di persona per quanto questo sia di molto diminuito imho nel tempo perche' e' piu' facile inviarsi un messaggio tra telefoni che non dover costruire una conversazione fatta di grammatica, gesti, sguardi, dire la cosa giusta e tutto in tempo reale.
Ma solo grazie al fatto che ha acquistato prodotti delocalizzati allo stesso identico prezzo ( o poco meno) di quando venivano prodotti in loco.
Un prenditore vuole sempre di più, e per aumentare gli utili delocazza ( e non solo per il costo manopera, ma anche e sopratutto per i più bassi costi produttivi dovuti a regole molto più "morbide" su inquinamento e sicurezza sul lavoro).
Ma se depo aver delocalizzato non vendesse più si rivelerebbe un pessimo affare.
giusto al lavoratore basterebbe non accettare la ricollocazione con stipendio più basso e non comprare i prodotti delocalizzati così l'imprenditore non andrebbe a delocalizzare perchè per lui sarebbe un pessimo affare.
basterebbe solo stringere la cinghia finchè ci sono buchi...o fino a morte sopravvenuta....
"Chi più spende meno spende" non dico che sia un dogma, ma molto spesso ci azzecca.
Seconda uno studio realizzato da SAP e Qualtrics, per il cibo, i trasporti e la manutenzione dell’auto, i consumatori del Bel Paese sarebbero disposti a pagare di più. La posizione cambia se si parla di utilities
Allora faccio parte della percentuale
Quando posso lo faccio > Prodotti Ecosostenibili: Quali Marchi Scegliere e Dove Trovarli (anche Online)
basterebbe solo stringere la cinghia finchè ci sono buchi...o fino a morte sopravvenuta....
No bello:
Se tutti gli Italiani invece di continuare a comprare quella famosa marca di collant ( che con bilanci più che attivi ha delocalizzato in Romania) l'altra concorrente italiana avrebbe avuto bisogno di assumere personale per il boom di richieste, e probabilmente sarebbe stata costretta anche ad aumentarne lo stipendio invece che ridurlo.
Non sono gli scioperi di 100 operai a cambiare le cose, ma il boicottaggio dell'impresa da parte del consumatore a farlo.
Chi più si lamenta di come l'azienda x elude le tasse in Italia è il suo principale cliente.
Vai all'uscita del Lidl ( ultimo caso di cronaca) e chiedi ai clienti:
tutti ti diranno che è una vergogna, ma con il carrello della spesa pieno.
Se già elimini tutto ciò che si potrebbe fare in smart ciò che rimane potresti organizzare trasporti pubblici molto più efficienti con strade meno congestionate e servizi mirati.
lavori?
non tutti i lavori si possono fare in smart e anche quelli smartabili non lo sono al 100%. lavorare a casa e comunque diverso che lavorare in ufficio, perché si riducono le occasioni di confronto (hai detto poco)...
Quindi se dovessi fare una scommessa al diminuire del PIL direi che è più probabile che aumenti la natalità piuttosto che il contrario. Ovviamente parliamo di differenze di PIL sostanziali eh... non di un 2%.
certo
infatti l'italia in crescita asfittica dal 1999 al 2007
e dopo la crisi suprime e la crisi dell'euro e ulteriore crescita asfittica dal 2013 al 2019 ( tanto per mettere i puntini sulle I nel 2007 avevamo più PIL che nel 2019) ha nel frattempo raddoppiato la popolazione... ah no... siamo in denatalità e la popolazione decresce anche al netto delle immigrazioni...
(del resto è intuitivo che uno senza REDDITO(=piL) non si può permettere i figli)
Mi sa che non funziona come dici tu...o forse il calo del pil è stato troppo basso doveva essere più elevato per avere i suoi effetti benefici e raggiungere finalmente la decrescita felice
Per sperare in un cambio di mentalità radicale devi sempre pensare a come cambia la massa critica di un paese che consumi poco o tanto, che sia di pinchi o di pallini importa poco.
spero che non lo cambino come dici tu (anche se c'hanno provato sinora)...perhcè non funziona
forse più che un cambio di mentalità radicale sarebbe opportuno un pò di studio per apprendere i rudimenti delle materie di cui si vuole discutere...
Lo stato esiste per fare anche scelte necessarie laddove anche siano impopolari e quindi la sostenibilità che ti piaccia o no dovrebbe essere imposta.
Lo stato può anche sbagliare, per esempio con la storia dei sacchetti (non) biodegradabili obbligatori per il reparto ortofrutta dei supermercati.
O con gli ecoincentivi per l'acquisto di una nuova macchina per farti rottamare quella vecchia e più inquinante... tecnicamente non è così sbagliato, ma lo diventa nel momento in cui non c'è alcun incentivo nell'uso dei mezzi pubblici (quindi trasporto di massa). Insomma per comprare una nuova macchina a benzina migliaglia di euro di incentivi, per l'abbonamento ai mezzi pubblici detrazione del 19% su un massimo di 250€ all'anno, fanno praticamente 50€ all'anno, ridicolo.
E pure sull'iva: che sostenibilità c'è nel mettere l'IVA al 10% sulle aragoste e al 4% sugli ananassi? Siamo in italia, non esiste una produzione locale queste cose, nessuno ne ha un reale bisogno, sono vezzi che vengono importati. Altra curiosità dell'iva: è al 4% sui fertilizzanti.
certo
infatti l'italia in crescita asfittica dal 1999 al 2007
e dopo la crisi suprime e la crisi dell'euro e ulteriore crescita asfittica dal 2013 al 2019 ( tanto per mettere i puntini sulle I nel 2007 avevamo più PIL che nel 2019) ha nel frattempo raddoppiato la popolazione... ah no... siamo in denatalità e la popolazione decresce anche al netto delle immigrazioni...
(del resto è intuitivo che uno senza REDDITO(=piL) non si può permettere i figli)
Mi sa che non funziona come dici tu...o forse il calo del pil è stato troppo basso doveva essere più elevato per avere i suoi effetti benefici e raggiungere finalmente la decrescita felice
spero che non lo cambino come dici tu (anche se c'hanno provato sinora)...perhcè non funziona
Certo che senza PIL qualcuno ci rimette.
Mi spieghi come dal 98 al 2018 nonostante il pessimo Pil il consumo medio delle famiglie è continuato ad aumentare?
Meno soldi significa meno figli, ma anche meno spese.
Se i consumi non calano, ma cala il PIL, sarà mai che gli Italiani comprano più merce proveniente dall'estero ed in maggior quantità ( se lo fa per pagarla meno).
Mi sembra semplicemente ridicolo pensare che un aumento della spesa di un prodotto ( birra per esempio) contemporaneo ad una chiusura dei birrifici italiani ( ed annessa riduzione del pil) sia perche gli operai perdono il posto di lavoro.
Tutt'alpiù lo perdono quelli del birrificio chiuso che faranno concorrenza ( a prezzi più bassi) all'operaio del biscottificio che non ha subito una perdita di fatturato.
non tutti i lavori si possono fare in smart e anche quelli smartabili non lo sono al 100%. lavorare a casa e comunque diverso che lavorare in ufficio, perché si riducono le occasioni di confronto (hai detto poco)...
Ma infatti non ho mica detto che era tutto belle e pronto, perfetto e che bastava premere un interruttore. Poi ovviamente se non ci si prova nemmeno è un altro paio di maniche.
Qua il punto non è bianco o nero. Gli estremi non sono realizzabili ma se ad esempio un lavoro d'ufficio lo rendi smart 3 gg a settimana su 5 hai già creato un sistema possibile, che potrebbe funzionare e che avrebbe un effetto sulla mentalità della gente.
Il confronto poi ci sono tanti modi per farlo... da me tutte le riunioni che siano con 50 persone o 2 le abbiamo fatte tramite teams e si interagisce tale e quale che fossimo di persona con i 5 minuti per sparare 2 cazzate e raccontarsi come va e per organizzare cose serie con relatore, condivisione ecc... ecc...
Ripeto un conto è volerci provare altro conto è l'attaccamento allo status quo dove parecchi vanno in ufficio per stare a "cazzeggiare" alla scrivania.
infatti l'italia in crescita asfittica dal 1999 al 2007
e dopo la crisi suprime e la crisi dell'euro e ulteriore crescita asfittica dal 2013 al 2019 ( tanto per mettere i puntini sulle I nel 2007 avevamo più PIL che nel 2019) ha nel frattempo raddoppiato la popolazione... ah no... siamo in denatalità e la popolazione decresce anche al netto delle immigrazioni...
(del resto è intuitivo che uno senza REDDITO(=piL) non si può permettere i figli)
Mi sa che non funziona come dici tu...o forse il calo del pil è stato troppo basso doveva essere più elevato per avere i suoi effetti benefici e raggiungere finalmente la decrescita felice
Prendendo il picco massimo rilevato di PIL italiano pari a 2399 migliaia di miliardi di USD (2008) e l'ultimo dato rilevato 2004 migliaia di miliardi di USD (2019) è palese che il seppur presente calo è stato ininfluente da un punto di vista demografico.
La riprova è semplicissima: lo stile di vita medio in Italia non quasi per niente cambiato. Le famiglie continuano a fare pressappoco le stesse ferie che facevano prima, comprarsi le stesse auto ecc... ecc... c'è stato un impoverimento ma ha riguardato una percentuale di popolazione risibile rispetto ai grandi numeri che guidano a livello macroscopico la società.
Poi ripeto, non è che devi credermi perché certe cose le dico io eh, scaricati da qualsiasi sito attendibile la classifica delle nazioni per PIL e quella della natalità e vedrai che sono esattamente invertite.
Se io vivo bene, vivo da benestante (ripeto non intendo Berlusconi ma il piccolo borghese) non rischio il mio benessere con tanti figli. Ne faccio uno o al massimo due su cui concentro i miei sforzi per far si che si laurei e conduca una vita di benessere come la mia. Una famiglia che sta bene anche se guadagnasse molto non ha un interesse biologico nel fare tanti figli ed è un istinto normalissimo... la scoperta dell'acqua calda.
Al contrario più le condizioni di vita peggiorano, più sei in povertà, con basso livello culturale, a rischio della vita più l'istinto ti porta a fare quanti più figli possibili perché per te già la sopravvivenza è un traguardo.
Non è un caso se la natalità anche in Italia è sostenuta in gran parte da immigrati che vivono spesso ai margini.... è la loro stessa condizione e vissuto a far si che l'istinto gli dica di far più figli.
Ripeto questo non è che l'ho inventato io... se fai un po' di ricerche troverai ampia documentazione.
forse più che un cambio di mentalità radicale sarebbe opportuno un pò di studio per apprendere i rudimenti delle materie di cui si vuole discutere...
Se è per questo non faranno proprio alcun cambiamento né come dico io né in altri modi fino a che non sarà conveniente economicamente e sperando che sia ancora in tempo per il pianeta.
Non penso che esista una classe politica che sia così lungimirante non dico da applicare la mia idea ma anche solo di applicare una qualsiasi idea a lungo termine che possa cambiare in maniera sostanziale le cose per il semplice fatto che il giorno stesso che chiederai di rinunciare a qualcosa firmi un suicidio politico oltre che a tanti altri motivi economici quindi figurati... non verrà fatto niente se non quello per cui ci sono interessi e solo casualmente ha anche attinenza con l'ecologia.
O con gli ecoincentivi per l'acquisto di una nuova macchina per farti rottamare quella vecchia e più inquinante... tecnicamente non è così sbagliato, ma lo diventa nel momento in cui non c'è alcun incentivo nell'uso dei mezzi pubblici (quindi trasporto di massa). Insomma per comprare una nuova macchina a benzina migliaglia di euro di incentivi, per l'abbonamento ai mezzi pubblici detrazione del 19% su un massimo di 250€ all'anno, fanno praticamente 50€ all'anno, ridicolo.
E pure sull'iva: che sostenibilità c'è nel mettere l'IVA al 10% sulle aragoste e al 4% sugli ananassi? Siamo in italia, non esiste una produzione locale queste cose, nessuno ne ha un reale bisogno, sono vezzi che vengono importati. Altra curiosità dell'iva: è al 4% sui fertilizzanti.
Come ho risposto sopra perché il mio ideale sarebbe uno stato funzionale e che come tutti gli ideali sono destinati ad infrangersi contro la realtà. Non dico l'Italia ma in generale non nutro grandi speranze che vengano fatti e promossi dai governi veri cambiamenti se non quelli che celano altri interessi economici e che solo casualmente o per marketing vanno nella direzione dell'ecologia.
Il tuo esempio è palese... l'interesse delle case automobilistiche ha prevalso su quello all'incentivare i mezzi pubblici. Ti dirò di più... un partito che eroga aiuti per l'acquisto di auto private sicuramente ottiene più consenso che non se usa gli stessi soldi per il trasporto pubblico. Quindi 2 piccioni con una fava.
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