Uffici open space, amati dai più giovani, detestati dai baby boomer
di Alberto Falchi pubblicata il 25 Maggio 2019, alle 09:01 nel canale MarketUna ricerca di Poly mette in luce come cambi il rapporto con l'ufficio a seconda dell'età. Mentre Millennials e Generazione Z apprezzano l'inevitabile rumore di sottofondo tipico degli open space, gli over 55 preferiscono un ambiente più silenzioso.
Dove preferiscono lavorare le persone? Se pensavate che la risposta più ovvia fosse qualche spiaggia caraibica siete ben lontani dalla verità. A dispetto della diffusione dello smart working, la maggior parte delle persone preferirebbe lavorare in un open space. È quanto emerge da uno studio condotto da Savanta e commissionato da Poly, azienda nata dalla fusione di Plantronics e Polycom.
Open space, croce e delizia dei lavoratori
L'era in cui i lavoratori sognavano il loro ufficio privato è rimasta confinata ai film di Fantozzi: oggi la maggior parte (52%) dei Millennials e degli appartenenti alla Generazione Z preferisce gli spazi aperti, dove si sente più produttiva e dove può facilmente passare dalla propria scrivania a un divano, un tavolo riunioni o qualsiasi altro angolo dell'azienda. Al contrario i Baby Boomer, le persone nate fra il 1946 al 1964, si concentrano maggiormente quando sono seduti dietro la loro scrivania, possibilmente isolata dagli altri e silenziosa.
In parte è dettato anche dalle differenti abitudini, dato che i più giovani passano una fetta considerevole del loro tempo intrattenendo conversazioni telefoniche e non. Certo, non è tutto rose e fiori e anche chi si trova bene in mezzo al caos ammette che non sempre è facile portare a termine i propri compiti in mezzo alla confusione. Praticamente tutti gli intervistati - 9 su 10 su un campione di 5.150 persone sparse fra Europa, Nord America e Asia - ammettono di aver provato frustrazione in più di un'occasione a causa delle chiacchierate "invadenti" del vicino di scrivania.
La soluzione più apprezzata? Indossare cuffie o auricolari, possibilmente dotate di riduzione del rumore, oltre ad aree dell'ufficio apposite dove poter lavorare con più tranquillità quando necessario.
"Se si considera la varietà di differenti stili di lavoro e di generazioni diverse riunite in un unico luogo, non c'è da stupirsi se quasi tutti riferiscono di essere sottoposti a fonti di distrazione al lavoro" - ha dichiarato Amy Barzdukas, CMO ed Executive Vice President di Poly - "È altrettanto chiaro che il giusto mix di tecnologia e condizioni ambientali può ridurre la distrazione e migliorare la produttività, ed è esattamente questo che i dipendenti chiedono".
La ricerca completa può essere scaricata, previa registrazione, a questo indirizzo.
39 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoQuesta divisione netta in generazioni tipica della mentalità a stelle e strisce a me sta un po' sui ma+++ni comunque
Non penso proprio, solo gli over 55......visto che io ne ho molti di meno.........penso che lavorare nella confusione, non piaccia a nessuno, a nessuna età.........
Mi hai tolto le parole di bocca. Ci stanno rompendo le scatole da un decennio con sta storia dell'open space che aumenterebbe la produttività. Arriverebbero anche a dire che cura il cancro quando in realtà l'open space è solo un modo per abbattere i costi che [B][U]danneggia la produttività[/U][/B].
eccomi,
da noi si lavora meglio in openspace (infatti nel nuovo ufficio abbiamo fatto abbattere i divisori nonostante non abbiamo problemi di spazio e / o sovraffollamento
Potrebbero fare gli esami universitari nelle stazioni di metropolitana in uso, se no.
da noi si lavora meglio in openspace (infatti nel nuovo ufficio abbiamo fatto abbattere i divisori nonostante non abbiamo problemi di spazio e / o sovraffollamento
scusa la curiosità, ma in che settore lavori?
libero di non rispondere, naturalmente
da noi si lavora meglio in openspace (infatti nel nuovo ufficio abbiamo fatto abbattere i divisori nonostante non abbiamo problemi di spazio e / o sovraffollamento
Dipende dal lavoro che fai.
Come programmatore sono stato in openspace misti dove c'erano anche altre figure professionali e dal punto di vista di noi programmatori era un manicomio. Telefoni che squillano, clienti che chiamano in continuazione, scambi di parole e confronti senza sosta mentre noi avevamo bisogno di essere lasciati in pace. In quegli anni vivevamo con le cuffie attaccate alle orecchie e siamo passati dalla techno alla musica medioevale tanto che non sapevamo più cosa ascoltare. La mattina appena arrivato accendevi il PC, YouTube e mettevi la playlist che avresti ascoltato in loop per 8 ore.
Mesi dopo ci hanno trasferito al piano di sotto. Sempre openspace ma solo programmatori e sistemisti. Silenzio assoluto, la pace dei sensi e niente cuffie. Dal piano di sopra erano convinti che sotto non ci fosse mai nessuno Tra noi c'erano anche regole non scritte. Squilla il cellulare? Vai in bagno o fuori a rispondere. Chiama un cliente? Voce bassa. Devi chiedere qualcosa a qualcuno nella stanza? Alzi il culo e ci vai a parlare vicino.
In conclusione ci sono contesti dove l'openspace può funzionare senza grandi sacrifici ma diciamo la verità, non tutte le aziende possono permettersi di mettere le persone nell'openspace giusto quindi di base si soffre. Alla fine si ammassa gente lì senza un criterio... come puoi mettere un programmatore nella stessa con quelli del marketing o l'amministrazione?
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