Poly
Uffici open space, amati dai più giovani, detestati dai baby boomer
di Alberto Falchi pubblicata il 25 Maggio 2019, alle 09:01 nel canale MarketUna ricerca di Poly mette in luce come cambi il rapporto con l'ufficio a seconda dell'età. Mentre Millennials e Generazione Z apprezzano l'inevitabile rumore di sottofondo tipico degli open space, gli over 55 preferiscono un ambiente più silenzioso.
39 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoda noi si lavora meglio in openspace (infatti nel nuovo ufficio abbiamo fatto abbattere i divisori nonostante non abbiamo problemi di spazio e / o sovraffollamento
eh grazie i divisori non sono così diversi da un open space in partenza, piuttosto che un cubicolo preferirei anche io l'open space
Come programmatore sono stato in openspace misti dove c'erano anche altre figure professionali e dal punto di vista di noi programmatori era un manicomio. Telefoni che squillano, clienti che chiamano in continuazione, scambi di parole e confronti senza sosta mentre noi avevamo bisogno di essere lasciati in pace. In quegli anni vivevamo con le cuffie attaccate alle orecchie e siamo passati dalla techno alla musica medioevale tanto che non sapevamo più cosa ascoltare. La mattina appena arrivato accendevi il PC, YouTube e mettevi la playlist che avresti ascoltato in loop per 8 ore.
[...]
In conclusione ci sono contesti dove l'openspace può funzionare senza grandi sacrifici ma diciamo la verità, non tutte le aziende possono permettersi di mettere le persone nell'openspace giusto quindi di base si soffre. Alla fine si ammassa gente lì senza un criterio... come puoi mettere un programmatore nella stessa con quelli del marketing o l'amministrazione?
E' stato a dir poco FOLLE, nell'azienda in cui lavoravo in Italia, mettere i programmatori nella stanza adiacente al CALL CENTER e a quella del marketing/vendita.
Passavo anch'io TUTTA la giornata con le cuffie. ALLUCINANTE!!!
Come programmatore sono stato in openspace misti dove c'erano anche altre figure professionali e dal punto di vista di noi programmatori era un manicomio. Telefoni che squillano, clienti che chiamano in continuazione, scambi di parole e confronti senza sosta mentre noi avevamo bisogno di essere lasciati in pace. In quegli anni vivevamo con le cuffie attaccate alle orecchie e siamo passati dalla techno alla musica medioevale tanto che non sapevamo più cosa ascoltare. La mattina appena arrivato accendevi il PC, YouTube e mettevi la playlist che avresti ascoltato in loop per 8 ore.
Mesi dopo ci hanno trasferito al piano di sotto. Sempre openspace ma solo programmatori e sistemisti. Silenzio assoluto, la pace dei sensi e niente cuffie. Dal piano di sopra erano convinti che sotto non ci fosse mai nessuno Tra noi c'erano anche regole non scritte. Squilla il cellulare? Vai in bagno o fuori a rispondere. Chiama un cliente? Voce bassa. Devi chiedere qualcosa a qualcuno nella stanza? Alzi il culo e ci vai a parlare vicino.
In conclusione ci sono contesti dove l'openspace può funzionare senza grandi sacrifici ma diciamo la verità, non tutte le aziende possono permettersi di mettere le persone nell'openspace giusto quindi di base si soffre. Alla fine si ammassa gente lì senza un criterio... come puoi mettere un programmatore nella stessa con quelli del marketing o l'amministrazione?
Bingo. Aggiunto che oltre al tipo di lavoro, dipende anche dal livello di
interazione tra altri gruppi. Se l'azienda è strutturata con alto ermetismo
tra i gruppi, è nocivo stare essenzialmente in una piazza del mercato.
io comunque preferivo il mio lavoro precedente con un open space che ora che sono isolato in una scatola..
Cò,còlmigskjèsiflhs
Non sono sicuro, ma potrebbe fare riferimento ai ragazzini esaltati che entrano
in azienda per la prima volta credendosi dio in terra.
Comunque, sì, un open space è più umano solo se si è fra persone educate e se non si deve parlare al telefono in più di una persona per volta, altrimenti è il delirio.
A me l'open space va bene con 2/ 3 colleghi. Giá sono stato per alcuni mesi in un ufficio che si occupava molto anche di supporto e devo ammettere che avere intorno telefoni che squillano e 2 o 3 persone impegnate in telefonate non mi aiuta a fare il mio lavoro di programmatore.
Credo che in lavori fortemente creativi (grafici, designers, copywriters etc) possa anche essere utile a fermentare la creativitá. Per professioni che richiedono molta concentrazione e prolungata serve almeno una minima dose di silenzio. Mi trovo bene in un ufficio con 2 o 3 altri programmatori: posso scambiare idee quando serve, ma non sono sommerso dai suoni.
Passavo anch'io TUTTA la giornata con le cuffie. ALLUCINANTE!!!
ho diviso anche io un open space con alcuni dei colleghi che facevano supporto telefonico
fortunatamente uno dei capi è molto sensibile al rumore e dopo pochi mesi ha preteso lo spostamento del suo team in un altro piano solo con sviluppatori
personalmente non amo usare le cuffie al lavoro perché lavoro meglio senza musica e tenere le cuffie anche solo per l'isolamento rimane scomodo specialmente quando fa molto caldo e sudi già di tuo
io il top della produttività lo raggiungo quando lavoro da remoto, non è la norma ma spero che lo diventi nel giro di pochi anni, almeno come scelta da dare al dipendente
poi ci sarà chi preferisce l'ufficio e ci sta, ma credo dipenda dall'età come dice l'articolo
io ormai sono vicino ai 40 e ho una famiglia, quando ho iniziato ero molto più giovane e l'ufficio (con dopo l'aperitivo) e in generale la grande città la vedevo meglio, oggi se potessi lavorare remoto al 100% mollerei Milano in un attimo
ragionamenti simili si vedono negli USA dove hai i giovani attratti dalla valley che vanno volentieri a lavorare a SF dove è pieno di startup e quelli sui 40-50 che baratterebbero volentieri minor stipendio per vivere in un altro stato
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