Sistemi legacy e tecnologie obsolete sono una minaccia per la cybersecurity nell'ambito della sanità. L'analisi di SOTI
di Alberto Falchi pubblicata il 18 Giugno 2025, alle 16:11 nel canale Security
A livello globale, il 96% dei responsabili IT (il 92% in Italia) ha segnalato problemi con i sistemi legacy, per l’IoT e la telemedicina. Quasi tutti (il 99% del campione globale e il 98% fra quello italiano) hanno dichiarato che le loro organizzazioni utilizzano dispositivi connessi o soluzioni di teleassistenza
La sanità è uno dei settori più critici a livello globale, ma la sicurezza dei dati è a rischio. Il motivo è da ricercare nelle tecnologie ormai obsolete ma che continuano a venire utilizzate, e che non sono in grado di garantire un livello sufficiente di sicurezza.
Il problema è generale ed è segnalato dal 96% dei responsabili IT del settore a livello globale. Nel panorama italiano, la percentuale è leggermente inferiore ma sempre elevatissima: 92%. È quanto emerge da un report di SOTI, aziende specializzata nella fornitura di piattaforme mobili per la gestione, la protezione e il supporto dei dispositivi fondamentali per le aziende. L'analisi è stata effettuata su un campione di 1.750 responsabili IT in 11 Paesi, Italia inclusa.
I sistemi legacy mettono a rischio i sistemi sanitari: è ora di prendere provvedimenti
Negli anni, il mondo sanitario ha fatto grandi passi avanti sotto il profilo tecnologico, tanto che oggi numerose imprese ed enti pubblici del settore utilizzano dispositivi connessi o soluzioni di telemedicina, così da poter assistere i pazienti anche da remoto. Tutto bene, quindi? Non proprio. Il problema è che la sicurezza di questi dispositivi è a rischio: il motivo è da ricercare nei dispositivi utilizzati per queste attività, spesso obsoleti, e quindi non particolarmente robusti sotto il profilo della sicurezza cyber.
Quasi due aziende su tre (65%), infatti, utilizzano sistemi non integrati e obsoleti per i dispositivi medici IoT e di teleassistenza. La percentuale più alta si registra in Australia (77%), nel Regno Unito (73%) e in Canada (71%). In Italia la percentuale scende al 58%. Questo pone rischi sia per la privacy dei dati dei pazienti, sia per la loro incolumità stessa. Secondo l'analisi di SOTI, infatti, il 59% delle aziende deve affrontare problemi tecnologici o di inattività (il dato italiano si attesta al 47%) e il 45% (in Italia 37%) afferma che i sistemi legacy rendono le reti vulnerabili agli attacchi.
A preoccupare è soprattutto la sicurezza dei dati (problema segnalato dal 30% dei rispondenti, 24% per l'Italia), mentre la sfida più ardua è la gestione della protezione dei dispositivi condivisi.
Non sono gli unici problemi: il 38% dei team IT afferma di non essere in grado di installare e gestire nuovi dispositivi, per esempio le stampanti (29% in Italia), il 38% non è in grado di fornire assistenza ai dispositivi da remoto o di ottenere informazioni dettagliate sui loro problemi (dato che in Italia scende al 29%) e il 39% perde troppo tempo per risolvere i problemi (29% in Italia).
Eppure, il settore sanitario non è certo restio alle novità o all'innovazione, anzi: l'81% dei responsabili IT a livello globale (74% in Italia) afferma di aver già adottato soluzioni di IA per la gestione dei pazienti. E non solo per il supporto amministrativo: l'intelligenza artificiale svolge infatti un ruolo sempre più ampio e d'impatto nell'assistenza sanitaria e nella fornitura di cure ai pazienti.
Che fare dunque? Secondo SOTI, la soluzione ideale è quella di adottare soluzioni EMM (Enterprise Mobility Management). Fatto che del resto non stupisce, considerato che sono proprio le soluzioni proposte da SOTI, che ha commissionato la ricerca.
“La gestione della sicurezza dei dispositivi condivisi rimane una delle principali problematiche IT. Gli MDM di vecchia generazione non sono più in grado di soddisfare le esigenze del complesso ecosistema digitale di oggi”, afferma Stephanie Lopinski, VP Global Marketing di SOTI. “Con un numero maggiore di dispositivi, utenti e lavoratori sul campo, il settore sanitario deve adottare soluzioni EMM per far sì che le attività di implementazione, sicurezza e gestione siano centralizzate. Solo così i responsabili IT potranno garantire operazioni scalabili, sicure e conformi”.
“È la prima volta che l'Italia viene inclusa nel report di SOTI sull’healthcare e i risultati evidenziano una sfida preoccupante per la regione”, afferma David Parras, Senior Regional Director, Southern Europe di SOTI. "Mentre la sanità digitale avanza rapidamente, molte organizzazioni del settore continuano a fare affidamento su sistemi obsoleti e non integrati, ostacolando il pieno potenziale delle tecnologie emergenti. Per trarre il massimo beneficio dall’innovazione, le organizzazioni sanitarie devono disporre di sistemi di back-end rafforzati in grado di migliorare la produttività e la sicurezza”.
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