Verizon Business: il 2020 sotto il profilo della cybersecurity. Pubblicato il 2021 Data Breach Investigations Report

Verizon Business: il 2020 sotto il profilo della cybersecurity. Pubblicato il 2021 Data Breach Investigations Report

Crescono phishing e ransomware e nella maggior parte dei casi le violazioni sono causate da errori umani. Il fatto più preoccupante è che i ransomware non si limitano più a cifrare i dati, ma li sottraggono

di pubblicata il , alle 06:11 nel canale Security
Verizon
 

Il Data Breach Investigations Report 2021 di Verizon Business sintetizza quanto avvenuto durante il 2020 nel panorama della cybersecurity. Un anno caratterizzato dalla pandemia e dall'accelerazione verso forme di lavoro più agili, come lo smart working e il lavoro da remoto, una situazione che inevitabilmente è stata sfruttata dagli attaccanti per estorcere denaro o sottrarre dati. 

Verizon Business DBIR: l'uomo rimane il punto più debole della catena

Il rapporto di Verizon Business si basa sull'analisi di 29.207 incidenti e 5.258 data breach registrati in 88 paesi

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Il dato più significativo che emerge dal rapporto è che anche nel 2020 è l'essere umano il problema principale: che si tratti di distrazione, errore, scarsa competenza o abilità nel social engineering degli attaccanti, nell'85% dei casi sono le azioni compiute dalle persone a consentire alle minacce di eludere i sistemi di sicurezza. Se nel 2019 secondo Verizon indicava il phishing come fattore scatenante nel 25% delle violazioni, nel 2020 questa percentuale è cresciuta sino al 36%.

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Il phishing, insomma, è cresciuto del 16%, mentre il ransomware del 6%. L'uso di credenziali sottratte, invece, registra un modesto incremento (1%), mentre diminuiscono le violazioni dovute a errori di pubblicazione (-0,5%) e di configurazione (-2%). Questi ultimi nel 2019 rappresentavano il 22% degli incidenti di sicurezza, contro il 17% del 2020.

Continua infine la crescita degli attacchi di tipo social engineering, un trend che prosegue dal 2017 e che nell'ultimo anno ha visto un'accelerata impressionante. Spesso, senza nemmeno che le vittime si accorgano di problemi: l'80% delle intrusioni sono scoperte da terze parti.

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I sistemi più colpiti? Non gli endpoint né i sistemi on-premise, ma il cloud e in particolare le web app spesso violate attraverso l'uso di credenziali sottratte. 

Preoccupa il ransomware

Il ransomware continua a essere uno degli approcci preferiti dagli attaccanti, probabilmente per la semplicità di monetizzare da questo tipo di attacchi. Quello che preoccupa maggiormente però non è il numero di questi attacchi, ma la loro evoluzione: in 1 caso su 10 gli attaccanti non si sono limitati a cifrare le informazioni delle loro vittime, ma le hanno prima sottratte, potendo così contare su una forma di ricatto ancora più subdola. Se infatti grazie a backup e piani di disaster recovery è relativamente semplice recuperare le informazioni criptate, il rischio che vengano divulgati dati sensibili può far tendere alcune realtà a cedere al ricatto. 

Verizon Ransomware

Quanto costa subire un attacco?

Attraverso delle simulazioni, Verizon Business ha cercato di valutare l'impatto economico di un attacco informatico a un'azienda, riscontrando un valore medio di 21.695 dollari, con il 95% degli attacchi portati a termine che è costato da un minimo di 826 dollari a un massimo di 653.587 dollari. 

"La pandemia di COVID-19 ha avuto un profondo impatto su molte delle sfide di sicurezza informatica che le organizzazioni stanno attualmente affrontando" - spiega Tami Erwin, CEO di Verizon Business - "Con l'aumentare delle aziende che trasferiscono in cloud funzioni essenziali per il business, le potenziali minacce per le loro operazioni potrebbero diventare più concrete, poiché i malintenzionati cercano di sfruttare le vulnerabilità umane e la maggiore dipendenza dalle infrastrutture digitali".

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