Le startup italiane alla conquista del Web3

Le startup italiane alla conquista del Web3

Il Web3 è una nuova visione di Internet, che mira a una rete decentralizzata, che fa leva sui token e gli NFT come moneta virtuale e, di conseguenza, sulla tecnologia blockchain. Blockchain che è alla base non solo delle criptovalute, ma anche di nuovi sistemi di tracciamento delle filiere

di pubblicata il , alle 12:11 nel canale Startup
Area Science ParkItalia Trade Agency
 

Il Web3 è un nuovo modo di vedere il World Wide Web che si basa su due concetti chiave: il decentramento delle informazioni e un'economia basata sui token. Per raggiungere questi obiettivi, la tecnologia chiave è la blockchain, che a oggi è stata utilizzata con grande successo nell'ambito delle criptovalute, bitcoin in primis. 

startup web 30

Al CES 2024, Area Science Park ha portato insieme a ITA (Italia Trade Agency) quattro aziende che stanno sviluppando soluzioni dedicate proprio alla nuova visione del WWW: Blockchain Italia, EZ Lab, Genuino, TMP Group.

TokNox, la piattaforma di tokenizzazione di Blockchain Italia 

blockchanin italia

Blockchain Italia è una startup nata a Milano specializzata in soluzioni di blockchain, Web3 e dApp, app decentralizzate che invece di appoggiarsi a un classico server centralizzato sono distribuite e basate su blockchain. 

Al CES 2024, l'azienda milanese mostrerà la sua piattaforma di tokenizzazione TokNox, L'obiettivo è quello di fornire un servizio versatile e sicuro di tokenizzazione, notarizzazione e firma digitale conforme che può essere adattato senza sforzo alle specifiche esigenze di ogni cliente.  

La tecnologia di EZ Labs per il tracciamento delle filiere agroalimentari 

EZ-Lab-logo

EZ Labs è una startup di Padova che ha sviluppato Made in Block, una piattaforma per tracciare le filiere e creare passaporti digitali dei prodotti, documenti che consentono agli utenti finali di accedere a una serie di informazioni relative al prodotto e a tutti i passaggi effettuati lungo la catena del valore. La tecnologia per il tracciamento è basata sulla blockchain e si adatta a vari settori, incluso quello agroalimentare (Agrifood), probabilmente uno degli ambiti dove è più importante offrire informazioni precise ai consumatori. Questi ultimi potranno avere tutte le informazioni sul prodotto semplicemente inquadrando un QR Code. La piattaforma supporta Token ed NFT, che possono venire utilizzati per fidelizzare la clientela. 

Non mancano vantaggi anche per i produttori, che grazie a questa soluzione potranno anche proteggersi da tentativi di contraffazione. Fra i clienti nel settore alimentare segnaliamo Alce Nero, Formaggi Zanetti, Cereal Veneta. 

Connettere gli NFT agli oggetti reali con la tecnologia di Genuino

genuino logo

La startup cagliaritana Genuino ha realizzato una soluzione che permette di connettere asset digitali, NFT nello specifico, a prodotti fisici. Nonostante oggi il tema degli NFT sia meno caldo di uno o due anni fa, il tema è ancora molto interessante e Genuino sta tentando di applicarlo in maniera particolare. Gli NFT, lo ricordiamo, sono a tutti gli effetti dei token all'interno di una blockchain che non hanno alcun valore (non rappresentano una moneta come bitcoin o ethereum, per capirci), ma garantiscono un certificato di proprietà di un'opera digitale. Attenzione: il bene digitale può essere copiato più e più volte, identico, come nel caso di un'immagine. Questi certificati assicurano solamente la proprietà di questi asset. 

L'idea di Genuino è quella di integrare in abiti e accessori per la moda gli NFT, facendo uso di dispositivi IoT come sensori NFC o RFID, ai quali può essere associato appunto uno di questi Non Fungible Token. Il primo esempio concreto di questo approccio è stato realizzato in collaborazione con Bianchi e Nardi: la soluzione sviluppata per l'azienda di moda consente di associare a ogni NFT Bored Apes uno specifico capo o accessorio artigianale in pelle, su cui viene impressa l’immagine del relativo NFT. 

Musa, la piattaforma per gli NFT di TMP Group

 

Musa logo

TMP Group, startup con sede a Milano, ha sviluppato la piattaforma Musa, un marketplace per lo scambio di NFT. L'obiettivo è quello di aiutare gli artisti e i produttori di contenuti a entrare in contatto in una nuova maniera con il proprio pubblico, ampliando così la propria strategia di comunicazione. La piattaforma si basa sulla blockchain Algorand che, al contrario di altre soluzioni simili, ha un vantaggio non trascurabile: è studiata per essere sostenibile dal punto di vista ambientale. Secondo gli sviluppatori, le emissioni di questa blockchain sono prossime allo zero. Questa sua efficienza è dovuta al fatto che il sistema di consenso di Algorand non è basato sul proof-of-work ad alta intensità energetica che richiede una massiccia potenza di calcolo. 

3 Commenti
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LMCH11 Gennaio 2024, 12:15 #1
Il web 3.0 è di fatto morto, ora sono i LLM e la nuova ondata di sistemi AI ad attirare soldi (ancora per poco).
WarSide11 Gennaio 2024, 12:24 #2
Originariamente inviato da: LMCH
Il web 3.0 è di fatto morto, ora sono i LLM e la nuova ondata di sistemi AI ad attirare soldi (ancora per poco).


tranquillo che nessuno da soldi veri ad un'azienda con sede in italia. Non si corre quel rischio.
Wrib11 Gennaio 2024, 13:57 #3
Originariamente inviato da: Redazione di Hardware Upgrade
Blockchain che è alla base non solo delle criptovalute, ma anche di nuovi sistemi di tracciamento delle filiere


Tracciamento filiere con blockchain? Nel 2024 ancora qualcuno che non crede che sia solo marketing?

Posso prendere un file, calcolarci un'impronta con una funzione di hash e salvare tale impronta nel blocco di una blockchain. Dimostro che quel file esisteva fatto così com'è alla data di quel blocco.

Per gli oggetti del mondo reale non si può fare: non esiste ancora uno scanner laser/quantistico/fotonico/flusso canalizzatore che ti calcola l’impronta univoca di un oggetto reale (una bottiglia di vino, una mela, una sedia). Inoltre gli oggetti reali variano nel tempo la loro composizione molecolare (il vino fermenta e reagisce negli anni in bottiglia), lo stesso oggetto avrebbe impronte diverse a distanza di tempo.

Come potremo provare tramite la blockchain che una certa bottiglia contiene proprio quello che c’è scritto sull’etichetta? Dobbiamo fidarci del codice scritto sull’etichetta e verificare che tale codice sia stato registrato nella blockchain. Ma il codice è stato scritto sull’etichetta e nella blockchain da degli umani, ovvero è un dato potenzialmente corruttibile.

Per tracciare una filiera di oggetti reali una blockchain non apporta nulla di più (se non lentezza e complicazioni) di un sistema basato su database tradizionali con opportuni permessi e ridondanze.

La blockchain è una buzzword, si spera ormai di qualche anno fa, una blockchain funziona solo dentro una criptovaluta permissionless con token nativo scambiabile sul libero mercato. E per "tracciare cose" funziona solo con i file informatici: prove di esistenza di una certa data di documenti informatici (vedi l'hash calcolato detto prima).

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