In chiusura il data center TIM di Bari: l'unico nel Meridione
di Nino Grasso pubblicata il 20 Luglio 2017, alle 12:21 nel canale TLC e MobileSecondo quanto riporta la CGIL Bari TIM avrebbe pianificato la chiusura del Data Center nel capoluogo pugliese. 300 i possibili dipendenti da trasferire
A denunciare i piani di TIM è la CGIL di Bari con un lungo comunicato sull'argomento. A quanto pare l'operatore telefonico vorrebbe chiudere il Data Center di Bari, l'unico del Meridione d'Italia, forse per risparmiare sui costi dei canoni per gli immobili. Non ci sono ancora motivazioni ufficiali in merito alla presunta chiusura, che riguarderebbe un totale di 300 lavoratori - la totalità degli addetti IT impiegati - che non conosce ancora la propria "destinazione finale".
"Una scelta sbagliatissima", scrive la CGIL, "sia per gli interessi aziendali che per la valorizzazione di un prezioso bacino di professionalità". La struttura a cui si fa riferimento, con sede a Via Dioguardi a Bari, è nata alla fine degli anni '80 con finanziamenti pubblici con lo scopo di valorizzare molti informatici, ingegneri e specialisti pugliesi, consentendo loro di concretizzare il percorso di studi e quello lavorativo senza dover lasciare la regione.
Il Data Center di Bari è l'unico del Mezzogiorno e ospita gran parte dei sistemi e delle infrastrutture aziendali di sviluppo e collaudo, e parte di quelli di esercizio. Nello stabilimento si trovano più di 2000 metri quadri di sale sistemi, 7000 server fisici e virtuali, 4000 sistemi di storage e 4000 sistemi di backup, 50 mila caselle di posta elettronica. La sede consente inoltre di dislocare geograficamente e in maniera strategica una parte essenziale dei servizi TIM.
Funge infatti da nodo essenziale, secondo la CGIL, per la strategia di Disaster Recovery assicurata da TIM. In caso di eventi catastrofici l'operatore può passare la gestione delle funzionalità importanti al Data Center pugliese, o viceversa, mantenendo l'operatività delle funzioni essenziali per l'azienda e per il paese. La procedura di smantellamento e trasferimento sarebbe un "processo lungo" (stimato in due anni), con elevati costi di gestione e rischi di disservizi.
"Ma probabilmente, come da triste consuetudine, i responsabili di tali scelte sarebbero già altrove, in posizioni confortevoli (all'esterno o all'interno dell'azienda) e ben compensate", scrive la CGIL. Nel frattempo ci saranno 300 lavoratori da trasferire, il cui destino è ancora, al momento in cui scriviamo, sconosciuto.
9 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoma che devono garantire!!!!??? hanno un debito che a confronto quello pubblico italiano e' un gioco da ragazzini. quando capirete che questa compagnia e' una TRUFFA in piena regola sara' troppo tardi.
E le condizioni di crescita economica come le crei , buttando la gente sulla strada in nome della canonica scusa della "ottimizzazione delle risorse"?
Certo per dare 40 milioni di euro di buonuscita all' AD di turno da qualche parte li devono prendere, semplicemente scandaloso per un' azienda piena di debiti...
ma ormai il tutto va solo con "quanti debiti hai"? più ne hai più fa figo.
Gentaglia come De Benedetti; Tronchetti, Colaninno, dovrebbero essere alla cayenna a lavorare con una palla al piede. Mai che abbiano realizzato qualcosa di utile all'Italia. Prendono un'azienda, la strizzano come un limone nelle loro tasche poi..chiusura per quasi fallimento. Pantalone paga, poi loro accoliti acquistano a 4 soldi!!
Nel frattempo cassa integrazione a tutti
https://www.youtube.com/watch?v=S8JdwcDkwlI
un fondo di "verità" il tuo discorso potrebbe anche averlo.
Più che pensare alla difesa del posto fisso, occorre creare il mercato di lavoro,in modo che ognuno possa cambiare con molta piu' facilita'
Mi viene pero' complicato capire come si possa creare un mercato di lavoro, soprattutto nel mezzogiorno, chiudendo gli uffici.
Certo per dare 40 milioni di euro di buonuscita all' AD di turno da qualche parte li devono prendere, semplicemente scandaloso per un' azienda piena di debiti...
Non è compito delle aziende creare posti di lavoro, il loro scopo è fare profitto.
Più che pensare alla difesa del posto fisso, occorre creare il mercato di lavoro,in modo che ognuno possa cambiare con molta piu' facilita'
Esattamente.
La situazione economica italiana e il profitto di una singola impresa sono due argomenti diversi. Sicuramente portare risorse pubbliche dove non generano rendita ma solo a scopi assistenzialistici è uno dei motivi per cui ci troviamo con il debito pubblico attuale.
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