L'innovazione sul cloud parte dall'infrastruttura. La visione di Harish Grama di Kyndryl
di Vittorio Manti pubblicato il 01 Giugno 2023 nel canale CloudEdge9 ha incontrato Harish Grama, Global Practice Leader Cloud di Kyndryl, per discutere sul presente e il futuro del cloud. Per il manager di Kyndryl è indispensabile una strategia equilibrata e soprattutto diffondere la cultura tecnologica in azienda
Parliamo di cloud ogni giorno e siamo fermamente convinti che sia il principale motore della trasformazione digitale delle aziende, o che almeno lo possa diventare se interpretato in modo corretto. Usiamo il termine "interpretare" e non "utilizzare", perché ancora oggi c'è un ampio dibattito in corso sull'essenza stessa del cloud. Nato come una modalità flessibile, scalabile e a consumo per risorse infrastrutturali di compute e storage, oggi è diventato difficile distinguere cosa è cloud e cosa non lo è, perché gli hyperscaler hanno nel tempo aggiunto allo IaaS (Infrastructure as a Service) una miriade di servizi che si possono configurare in modalità PaaS (Platform as a Service). Per fare qualche esempio, basta considerare database e modelli di training in ambito AI/ML, per arrivare al SaaS (Software as a Service), banalmente i servizi di Microsoft 365, incluse le app di Office come Word ed Excel. La stessa AWS, che per anni ha ripetuto il mantra del “cloud only” e del PaaS “duro e puro”, con le aziende clienti che dovevano sviluppare, spesso col supporto di partner specializzati, le loro applicazioni, oggi si è aperta al concetto di hybrid cloud e sta cominciando a fornire servizi che si avvicinano molto al SaaS.
Kyndryl punta sul cloud e sul diventare un partner fidato per le aziende
Insomma, navigare nel mondo del cloud è diventato molto complesso, ma in ogni caso dietro qualsiasi servizio, dalla semplice istanza compute fino ad arrivare al più articolato servizio chiavi in mano, c'è da qualche parte, ospitato in un data center, un server, un “pezzo di ferro”, su cui i nostri dati risiedono e vengono elaborati. È in questo contesto, altamente complesso e oggettivamente pieno di sfide e opportunità, che abbiamo incontrato Harish Grama, Global Practice Leader Cloud di Kyndryl, e il punto di partenza della nostra intervista è stato proprio la centralità dell'infrastruttura IT. Prima di scoprire le interessanti conclusioni a cui siamo arrivati sul ruolo dell'infrastruttura IT, è importante ricordare chi è Kyndryl e qual è la sua missione. Kyndryl nasce alla fine del 2021 dalla scissione della divisione servizi infrastrutturali di IBM e lo spin-off è stato deciso proprio per accompagnare la trasformazione digitale delle aziende (clienti) senza i vincoli che derivavano dal far parte di IBM. I cambiamenti del mercato, soprattutto del cloud con il consolidarsi degli hyperscaler, rendevano necessario poter valutare in modo distaccato le migliori alternative per i clienti e il ruolo di Kyndryl, come ci conferma Harish Grama, è primariamente quello di essere un partner fidato e quindi equidistante dagli interessi dei singoli partner coinvolti. I risultati ottenuti da Kyndryl in questo primo anno e mezzo di vita confermano che la visione iniziale era giusta. Oggi Kyndryl non solo è leader di mercato, ma di fatto per dimensioni, scala e competenze si pone come una realtà unica, soprattutto per le aziende di medie e grandi dimensioni, perché diventa una sorta di arbitro imparziale nella scelta del mix di soluzioni più adatto per le esigenze dei propri clienti.
La prima cosa che abbiamo chiesto a Harish Grama è quale sia il suo punto di vista sull'evoluzione del cloud, che come dicevamo in precedenza, configura un ambiente molto complesso dove le aziende fanno fatica a districarsi. Anche Grama è partito dal “ferro” e individua la genesi del cloud dalla necessità di ottimizzare le risorse hardware, inizialmente con la virtualizzazione, passando per il private cloud e la quasi casualità con cui Amazon ha messo le basi per il public cloud moderno, quando ha costruito AWS, che inizialmente era pensato per rendere il più efficiente possibile le risorse IT necessarie per far funzionare il proprio e-commerce. Grama conferma che il modello oggi più diffuso è quello del cloud ibrido, che permette di bilanciare l'innovazione connaturata al public cloud con le esigenze di riservatezza e latenza che più facilmente vengono soddisfatte da risorse on-premise.
Per Kyndryl applicazioni cloud e legacy devono convivere
C'è però, secondo Grama, un motivo molto più concreto per cui diventa praticamente indispensabile far convivere public cloud e data center proprietari, che è legato al patrimonio applicativo presente sul mercato. Anche volendo, è impensabile avere abbastanza tempo, denaro e talento per convertire applicazioni e processi che hanno governato le aziende negli ultimi 30/40 anni verso un modello cloud native. Non è una considerazione così scontata, perché quando le aziende hanno cominciato a rendersi conto dei vantaggi del cloud, è iniziata una corsa forsennata per spostare sul public cloud tutti i possibili carichi di lavoro e anche nel minore tempo possibile. Una sorta di corsa all'oro dell'era digitale che avrebbe dovuto portare a consistenti vantaggi di costo per tutti. Di conseguenza abbiamo assistito a innumerevoli progetti di “lift and shift”, con una visione decisamente miope: si era chiaramente sottovalutato il fatto che trasferire applicazioni, senza reingegnerizzarle in ottica cloud native, ha avuto l'effetto contrario, facendo aumentare, e non diminuire, i costi. In questa forsennata rincorsa il passaggio successivo è stato pensare, appunto, di poter convertire TUTTE le applicazioni, ma qui ci si è di nuovo scontrati con la dura realtà, che forse poteva essere chiara fin dall'inizio.
È indubbio che definire una strategia di trasformazione digitale e di transizione verso il cloud è un processo complesso e sono necessarie competenze ad ampio spettro, non solo tecnologiche, per disegnare un percorso efficace e compatibile con le diverse esigenze di ogni singola azienda. Per Grama il ruolo di Kyndryl sta proprio nel proporsi come un partner fidato che, sia per le competenze sia per l’autonomia rispetto ai principali attori del mercato, è in grado di guidare i clienti in questo percorso. Percorso che inizia identificando le esigenze dei clienti, individuando in quale fase si trovano, prosegue definendo un progetto condiviso e continua con l’implementazione e la gestione continuativa, perché il percorso ha un inizio, ma non necessariamente una fine.
Un ciclo continuo di miglioramento costante
Questo percorso, che forse sarebbe meglio chiamare ciclo vista la sua dinamica, inizia con un inventario del parco applicativo del cliente che permette di valutare quali applicazioni sono già cloud ready, quali possono essere adattate e, nel caso non fosse possibile, se possono essere rimosse o se devono essere mantenute come tali o vanno riscritte. Anche in funzione delle restrizioni normative e sempre rimanendo orientati a raggiungere gli obiettivi aziendali, viene definita una governance che è la pietra miliare su cui poi ruota la strategia e tutte le decisioni che ne conseguono. Questo è un passaggio in cui si nota l’unicità di Kyndryl rispetto ad altri player del settore, perché spesso le grandi aziende di consulenza, sempre più attente alla tecnologia, si fermano alla fase iniziale di impostazione della strategia, ma poi non seguono il cliente anche nella fase di implementazione e di gestione. Kyndryl invece può continuare a supportare i clienti anche nella modernizzazione e nella riscrittura delle applicazioni e in tutte le attività denominate “second day”, quindi patch, manutenzione, individuazione delle vulnerabilità. Inizia un ciclo di vita “continuo” di gestione del parco applicativo e dell'infrastruttura.
Infrastruttura è un'altra parola chiave che va di pari passo con il cloud. Secondo Grama è infatti indispensabile fare un'attenta analisi dell'infrastruttura attuale del cliente e di quale sia il giusto mix, che non è mai lo stesso, di cui ha bisogno per le sue specifiche esigenze. Di pari passo con l'analisi del parco applicativo è quindi indispensabile configurare il giusto mix fra cloud e on premise, e successivamente definire quale cloud e come strutturare il data center, affinché tutto possa procedere in modo armonico.
La cultura tecnologica per superare le resistenze al cambiamento
Armonia che è molto difficile ottenere, non solo per vincoli tecnologici o di competenze. Spesso l'ostacolo più grande che si incontra in azienda è culturale, perché non c'è allineamento all'interno delle aziende fra le varie componenti. Decisamente efficace l'immagine che ci ha dato Harish Grama, che per descrivere gli ostacoli di carattere culturale ha usato il termine “frozen middle” intendendo il fatto che spesso i vertici aziendali e tutta la parte tecnologica sono entusiasti per la trasformazione in ottica cloud, perché ne percepiscono chiaramente i benefici. C'è però una fascia di management intermedio che vedrà dei cambiamenti immediati nelle modalità di lavoro, conseguenti al passaggio al cloud. È indispensabile che tutti siano allineati e, soprattutto, motivati, altrimenti la trasformazione è destinata a fallire. Grama ha concluso sottolineando che “prestare attenzione alla struttura organizzativa, al supporto dei vertici e alla cultura che si sta costruendo in azienda è importantissimo per una trasformazione di successo."
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