HPE Discover: il keynote più spettacolare della storia. E anche uno dei più importanti
di Vittorio Manti pubblicato il 01 Luglio 2024 nel canale CloudNei giorni in cui NVIDIA era diventata la prima azienda al mondo per capitalizzazione in borsa, il CEO Jensen Huang è apparso sul palco di HPE Discover per annunciare, insieme ad Antonio Neri, un’importante estensione della partnership fra le due aziende
Las Vegas è un luogo fuori dal comune e anche chi non ci è mai stato può rendersi conto facilmente di quanto tutto quello che ruota intorno alla città sia effimero. Gli aneddoti intorno alla città sono innumerevoli, quello che racconto più spesso si riferisce a una ricerca fatta anni fa negli USA da cui emerse che oltre il 50% degli intervistati era convinto che la torre Eiffel a Parigi fosse una copia di quella che troneggia davanti all’hotel Paris sulla Strip. Realtà e finzione si mischiano senza soluzione di continuità a Vegas, in un luogo molto meno trasgressivo di come lo si dipinge. Fra le tante cose che sono cambiate negli ultimi anni, una è decisamente molto concreta e tangibile: è diventata la capitale dei grandi eventi aziendali, specialmente nel settore della tecnologia. Non parliamo di fiere come il CES, che dalla fine degli anni ’70 si svolge a Las Vegas, e che hanno perso parte del loro appeal in un mondo sempre più connesso e dove le novità viaggiano online più che negli eventi fisici. Ci riferiamo a grandi eventi aziendali con decine di migliaia di partecipanti, che sempre di più stanno diventando dei momenti decisivi nell’evoluzione del mercato. Per questo tipo di eventi non esiste luogo migliore, con i suoi mega alberghi pronti a ospitare i partecipanti e convention center perfetti per allestimenti coinvolgenti.
È in questo contesto che si è svolto HPE Discover 2024, l’evento annuale di HPE, che riunisce partner e clienti e che quest’anno è stato particolarmente significativo. Per due aspetti distinti, apparentemente molto diversi fra loro, ma che riteniamo andranno a influenzare tutto il mercato per anni a venire.
Sono due le cose che ci hanno colpito di più di HPE Discover 2024: il keynote del CEO Antonio Neri allo Sphere e l’annuncio dell’estensione della partenership con NVIDIA che porterà al lancio sul mercato di soluzioni integrate dedicate all’intelligenza artificiale.
HPE sta vivendo un momento molto positivo e di costante crescita. Abbiamo avuto modo di parlarne durante l’evento con Paolo Delgrosso, Channel, Alliance, OEM & SP Sales Director, e Jim O'Dorisio, SVP & GM, Storage. Le loro interessanti considerazioni le trovate nel video qui di seguito.
Il keynote: da oltre 30 anni il principale strumento di comunicazione nel settore della tecnologia
Il keynote è un format di comunicazione che, nella sua essenza, non è cambiato negli ultimi 30 anni. I vertici aziendali, in primis il CEO, si presentano sul palco, parlano per un periodo che varia fra 30 e 60 minuti, vengono affiancati da altri CEO di aziende partner o altri ospiti e, normalmente, aprono il programma di eventi come HPE Discover. Oggi non è neanche più necessario essere fisicamente presenti all’evento per seguire un keynote: si possono seguire in streaming e quindi sia addetti ai lavori, soprattutto in ambito B2B, sia semplici appassionati possono facilmente, fuso orario permettendo, tenersi aggiornati seduti alla scrivania. I keynote sono perfetti per avere una visione d’insieme sui contenuti di un evento, farsi un’idea della strategia di un’azienda e anche intercettare in tempo reale gli ultimi annunci, che spesso vengono fatti proprio durante i keynote.
Un esempio “facile” per avere conferma dell’importanza di questo format è stato sicuramente quello di Steve Jobs del gennaio 2007, durante il quale venne lanciato il primo iPhone. Steve Jobs non era certo conosciuto per la sua modestia ed era così convinto che quel keynote sarebbe entrato nella storia che lo annunciò esplicitamente: “every once in a while a revolutionary product come along that changes everything”. La storia gli ha dato ragione, ma in quel periodo chi partecipò di persona all’evento ebbe il privilegio di scoprire prima di chiunque altro quanto rivoluzionario fosse l’iPhone. L’importanza di quel momento è testimoniata da una serie di video su YouTube pubblicati negli anni con estratti che hanno accumulato decine di milioni di visualizzazioni. Oggi i keynote di Apple vengono trasmessi in diretta streaming e quindi il “vantaggio” di chi partecipa di persona è decisamente limitato. Il format adottato da Tim Cook a quasi vent’anni di distanza di quello di Steve Jobs è rimasto molto simile. È cambiata la location, sicuramente c’è stata un’evoluzione in tutto quello che gira intorno al CEO, ma l’essenza del format è rimasta invariata.
Cosa c’entra il keynote di Steve Jobs con HPE Discover 2024? Sono due i punti di contatto, perché riteniamo che Antonio Neri abbia portato un’innovazione concreta al format e perché l’annuncio dell’estensione della partnership con NVIDIA potrà essere tanto dirompente, nell’ambito dell’IA per le aziende, quanto lo fu il lancio dell’iPhone sul mercato consumer della tecnologia.
Andiamo con ordine. Dal punto di vista della narrazione, dal modo con cui Antonio Neri si è presentato sul palco e ha, sapientemente, raccontato la strategia di HPE e presentato sul palco Jensen Huang, CEO di NVIDIA, non si notano particolari differenze rispetto agli anni passati. Oggi un CEO è prima di tutto un “animale da palcoscenico”, è indispensabile avere una fortissima presenza scenica e la capacità di creare empatia con il pubblico. Sono caratteristiche essenziali per poi rendere efficace la comunicazione di contenuti che devono essere di spessore. Antonio Neri è perfettamente a suo agio in questo ruolo, ma come lo sono altri CEO. Quello che è stato molto diverso dal solito è il contesto in cui si è svolto il keynote, perché ci siamo ritrovati, con altre 15.000 persone all’interno dello Sphere di Las Vegas, un luogo unico e decisamente coinvolgente.
Lo Sphere è, come dice chiaramente il nome, un’enorme sfera posizionata dietro la Strip inaugurata ad aprile 2023 e già diventata decisamente iconica. Non passa inosservata: è alta 112 metri e ha un diametro, nel suo punto più largo, di 156 metri. A parte le dimensioni, quello che colpisce dall’esterno è che è completamente ricoperta da schermi LED e vengono proiettati, 24 ore su 24, immagini statiche e in movimento, a volte molto suggestive. Si passa da uno smiley a una pubblicità animata, per arrivare a vederlo trasformato nella superficie di Marte. All’interno è ancora più spettacolare, con oltre 18.000 posti a sedere disposti su vari livelli, ricreando l’effetto di un anfiteatro greco. La parte dedicata ai posti a sedere ha uno sviluppo molto “verticale”, con un buon angolo di visione sul palco, più o meno in qualsiasi posizione. L’aspetto unico, però, è l’enorme schermo che ricopre i 2/3 della cupola interna di ben 15.000 m2 e che permette di realizzare delle “esperienze” davvero coinvolgenti. HPE Discover si è chiuso con un concerto allo Sphere dei Dead & Company, un gruppo musicale composto da tre membri dei mitici Grateful Dead più altri musicisti come il chitarrista e cantante John Mayer. All’inizio del concerto si viene proiettati davanti a una classica villetta di San Francisco e si comincia a salire fino a vedere la terra dallo spazio. L’effetto è incredibile, è davvero difficile trasferire la sensazione che si prova, sembra quasi di volare ed essere sospesi nello spazio. Per rimanere fedeli alla tradizione psichedelica della band, ci sono stati dei momenti in cui le potenzialità tecnologiche dello Sphere sono state sfruttate per immergere il pubblico in un caleidoscopio di luci davvero suggestivo, con orsetti che diventavano giganteschi affiancati da scheletri un po’ inquietanti.
Questo concerto riesce davvero a mostrare quanto immersive possono diventare le esperienze nello Sphere, ci era capitato di assistere al video dimostrativo che viene proposto come “tour” della struttura, ma in quel caso sembrava tutto un po’ fine a sé stesso, molto spettacolare tecnicamente, ma non era stata un’esperienza appagante.
Lo Sphere sembra fatto apposta per un’esperienza psichedelica come un concerto dei Dead & Company, molto meno per proporre un keynote, perché gli “effetti speciali” rischiano di prendere il sopravvento. Antonio Neri, che ha fortemente voluto lo Sphere, e tutto lo staff di HPE sono invece riusciti a creare un’esperienza appagante anche per una presentazione aziendale. Sicuramente c’è stato un elemento di spettacolarità, ma la componente tecnica non ha mai preso il sopravvento ed è stato confezionato un keynote davvero efficace da tutti i punti di vista. Durante una sessione di domande e risposte con la stampa, Antonio Neri ha affermato che in futuro tutti dovranno confrontarsi con quanto realizzato allo Sphere da HPE. Ci sentiamo di dargli ragione perché il keynote di quest’anno ha rinnovato il format e ha fatto quello che sembrava molto difficile realizzare. Non solo innovare, ma anche rendere l’esperienza dal vivo “indimenticabile” e quindi tornare a trovare un motivo per essere presenti di persona rispetto a seguire lo streaming online.
In un contesto in cui i keynote continuano a essere uno strumento di comunicazione molto importante non è una cosa da poco.
Nessuno, oggi, può prescindere da NVIDIA in ambito IA
Passando ai contenuti del keynote, tutta l’attenzione si è focalizzata sull’annuncio di un’estensione della partnership con NVIDIA in ambito IA. La novità è dirompente e segna un punto molto importante e significativo dell’evoluzione stessa dell’intelligenza artificiale in azienda. HPE porterà sul mercato dei sistemi ingegnerizzati, dei server in parole povere, basati sulle ultime architetture NVIDIA. Per architetture intendiamo GPU, networking e anche l’integrazione della piattaforma NVIDIA AI Enterprise, a cui vengono affiancati tutti gli strumenti di gestione di HPE per integrare in modalità cloud-native queste soluzioni all’interno delle infrastrutture esistenti.
HPE Private Cloud AI, questo è il nome che è stato dato alla soluzione e dice molto di come HPE immagina che verrà implementata. Private significa che sono “pezzi di ferro” che verranno posizionati nel data center dell’azienda cliente, Cloud si riferisce alle modalità di fruizione della soluzione. Se è vero che fisicamente i server saranno installati nel data center aziendale, le modalità operative di gestione saranno invece quelle del cloud. HPE promette che una soluzione di HPE Private Cloud AI può essere resa operativa in pochi minuti e una manciata di click. Questo è un indubbio vantaggio, che rimarrà tale anche quando altri concorrenti dovessero lanciare sul mercato soluzioni simili. Oggi HPE è comunque la prima azienda a offrire sul mercato una soluzione di questo tipo, cosa che, almeno nel breve termine, le permetterà di ottenere un significativo vantaggio.
Per quanto il lancio di HPE Private Cloud AI sia un punto di svolta, si dovrà valutare in futuro se da questa partnership ne avrà tratto più valore HPE o NVIDIA. È assolutamente possibile che entrambe le aziende vedano aumentare ulteriormente il loro valore, ma chi ha più da perdere è sicuramente HPE. Non per delle minacce specifiche e dirette, ma perché in tutti gli accordi, innumerevoli perché oggi tutti vogliono avere una partnership di qualche tipo con NVIDIA, sicuramente NVIDIA ne trae un beneficio. Oggi NVIDIA è praticamente l'unico fornitore di alcune tecnologie chiave che i concorrenti stanno facendo molta a faticare a replicare. Quindi se il trend dell'IA continuerà come previsto, NVIDIA potrà rafforzare ulteriormente la sua posizione, direi dominante (qualcun altro sarà chiamato a valutare se ci saranno degli abusi nell'avere questa posizione dominante, perché la posizione dominante, di per sé, non configura un illecito) e trarre valore da tutte le partnership che sta attivando. HPE ne trarrà sicuramente un vantaggio nel breve periodo, ma sarà interessante vedere se la parte di NVIDIA nella partnership diventerà preponderante.
Questo è un trend da seguire non solo relativamente alla partnership con HPE ma più in generale, perché sarà decisivo nel definire l’evoluzione del mercato dell’intelligenza artificiale negli anni a venire. Durante una sessione di domande e risposte con Antonio Neri, abbiamo chiesto se HPE sta pensando di sviluppare soluzioni simili a HPE Private Cloud AI anche con altri fornitori di tecnologia. La risposta è stata molto secca: questa soluzione è in esclusiva con NVIDIA. Il CEO di HPE non ha poi detto se sono in fase di definizione partnership per soluzioni diverse, sempre chiaramente legate all’IA, e quindi non ha commentato su quanto indietro siano i concorrenti di NVIDIA sull’IA. La risposta, e il lancio stesso delle soluzioni, è però un’ulteriore conferma che il vantaggio dell’azienda fondata da Jensen Huang sia sostanziale e, aggiungiamo noi, il gap è cosi significativo che ci vorrà molto tempo prima che un’alternativa arrivi sul mercato, se mai arriverà.
Tornando al presente, la vera novità di HPE Private Cloud AI è di essere una soluzione “chiavi in mano”, pronta per essere inserita all’interno di infrastrutture IT esistenti. Jim O'Dorisio, SVP & GM, Storage, durante l’intervista con Edge9 ha riassunto in modo molto efficace il concetto: “Quando parliamo di IA e dei nostri clienti, Jensen ha parlato della democratizzazione dell'IA. Stiamo davvero cercando di aiutare i nostri clienti aziendali a implementare progetti di IA. A tal fine, abbiamo creato un pacchetto di soluzioni di calcolo, calcolo abilitato da GPU, networking, storage, nonché tutta la suite di software e gli strumenti, molti dei quali forniti da NVIDIA, altri da HPE, che offrono al cliente una capacità chiavi in mano di implementare progetti di AI.” HPE Private Cloud AI viene proposta in 4 “taglie” da small a extra large, con un prezzo di ingresso indicato in centinaia di migliaia di euro, mentre le taglie più grandi possono superare abbondantemente il milione di euro. Sono chiaramente cifre molto importanti, ma il prezzo della taglia small la rende comunque accessibile a una vasta platea di aziende di medie dimensioni, anche in Italia.
Durante l’evento ci sono stati altri annunci interessanti, come il lancio di una piattaforma di virtualizzazione in concorrenza con VMware, di cui abbiamo parlato qui.
8 Commenti
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Ma vi pagano a riga?
Lame rotanti!
Per quanto mi riguarda Dell tutta la vita.
Di tutte le marche, HPE mi pare sia l'unica che rende disponibile gli aggiornamenti di alcuni server (anche modelli base) dietro contratto a pagamento
Fine.
Ma vi pagano a riga?
Lame rotanti!
Per quanto mi riguarda Dell tutta la vita.
Di tutte le marche, HPE mi pare sia l'unica che rende disponibile gli aggiornamenti di alcuni server (anche modelli base) dietro contratto a pagamento
Dopo aver letto titolo e articolo, cercavo il collegamento. Poi mi sono posto il problema un attimo... Vedendo gli altri post, ho capito che era una una grande supercazzola come immaginavo e basta
Fine.
Ma vi pagano a riga?
Sempre meglio del finto articolo sui migliori robot aspirapolvere che è semplicemente un copia incolla di schede tecniche coi link affiliati...
Capisco il dover campare ma questo sito sta diventando sempre più patetico da quel punto di vista.
Effettivamente non si spiega anche perchè è parecchio fuori target per il lettore tipo di HWUpgrade... dubito che i responsabili tecnici delle aziende vengano qui a cercare recensioni per poi basare su queste le scelte dei loro investimenti in IT...
penso che la verità sia che è estate, la gente è in ferie ed allora si riciclano articoli scritti per edge9.hwupgrade.it su hwupgrade liscio...
Fine.
Ma vi pagano a riga?
in effetti ho letto a smozzichi la prima parte e lasciato perdere il resto...
L'unica cosa spettacolare è la sala... davvero enorme e molto immersiva.
E quando si conta sull'effetto wow, spesso dietro c'è poco arrosto...
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