Nokia Siemens Networks per la sicurezza degli smart devices

Nokia Siemens Networks per la sicurezza degli smart devices

Gli smart devices entrano sempre di più nel mirino dei cybercriminali, per via della quantità e del tipo di informazione che circola su di essi. Nokia Siemens Newtorks sviluppa una suite di sicurezza lato operatore per incontrare le esigenze di aziende e privati

di pubblicato il nel canale TLC e Mobile
Nokia
 

Gli smart devices, al centro di un fuoco incrociato

La sicurezza dei cosiddetti "smart devices" ed in generale dei moderni dispositivi mobile è un tema che sta assumendo una particolare importanza, che cresce di pari passo con l'enorme diffusione tra il pubblico di questi dispositivi. E' un tema che va a toccare una problematica reale, con contorni anche preoccupanti, come abbiamo già avuto modo di osservare in questo articolo pubblicato qualche settimana fa sulle pagine di Business Magazine.

Ne è ben conscia Nokia Siemens Networks, principale fornitore mondiale di infrastrutture e servizi gestiti per la banda larga mobile con oltre 1700 progetti e 750 milioni di dispositivi gestiti in 150 Paesi, che per cercare di porre una soluzione al problema ha realizzato una soluzione di sicurezza di tipo olistico che guarda, cioè, a 360 gradi, ed è indirizzata agli operatori delle telecomunicazioni.

Prima di osservare più da vicino le caratteristiche della suite di sicurezza di NSN, cerchiamo di inquadrare la situazione con uno sguardo a qualche dato. Nel quarto trimestre del 2011 IDC ha rilevato che sono stati venduti a livello mondiale 157,8 milioni di smartphone, con una crescita anno-su-anno del 54,7%. Complessivamente di tutti gli abbonati ad un servizio di comunicazione mobile, l'84% usa un qualche tipo di smart device per gestire dati sensibili in mobilità, e tanto in ambito privato quanto in ambito professionale.

Si evince, pertanto, quanto sia elevata e frequente la circolazione di informazioni di particolare importanza o riservatezza su questo genere di dispositivi, che per loro natura hanno la possibilità di essere collegati alla rete praticamente sempre ed ovunque.

Accade quindi che, a fronte di un tasso di diffusione così elevato, e soprattutto a fronte del tipo e della quantità di informazione che circola su questi dispositivi, gli Smart Device sono entrati nel mirino della cybercriminalità organizzata (l'hacker in "cantina", continuiamo a ricordare, è un concetto ormai superato) che ha la possibilità di sfruttare le numerose falle di sicurezza di tali dispositivi.

Falle che possono essere sia intrinseche al dispositivo stesso (limiti tecnologici), sia dovute al modo d'uso e all'approccio che l'utente mostra nei confronti di questi smart devices. In realtà il pubblico non nasconde una certa percezione delle problematiche di sicurezza legate ai dispositivi mobile, con l'89% che si dichiara "preoccupato circa la sicurezza" e l'80% che vive il timore della vendita, a terze parti, dei propri dati personali e sensibili.

Questi dati rappresentano però una forte distonia con la realtà, laddove il 62% degli utenti scarica applicazioni senza porsi il problema di controllarne la provenienza o il 50% non usa né pin, né password per bloccare il proprio dispositivo. Oppure ancora il 66% che lascia costantemente "loggati" gli account delle proprie applicazioni mobile, permettendo potenzialmente ad altri di accedervi. Infine solamente il 29% ha preso in considerazione l'installazione di un antivirus. La stonatura è piuttosto evidente anche quando si raffronta questo scenario con quello del tradizionale PC, dove le problematiche di sicurezza vengono affrontate in maniera meno superficiale dal pubblico e considerate come una pratica di ordinaria amministrazione.

Attualmente la principale minaccia che incombe sui dispositivi mobile è la perdita o il trafugamento di dati e informazioni nel momento in cui tali dispositivi vengono smarriti o sono oggetto di furto. Una recente indagine del Ponemon Institute ha evidenziato come la violazione di dati comporti un costo indicativo di circa 78 euro per file perso, il 35% del quale riguarda la perdita di business, mentre la restante parte si compone di vari costi legati alle indagini e notifiche di violazione alle vittime.

I dati raccolti dal Ponemon Institute possono inoltre essere abbinati ad un'indagine condotta da Continental Research, la quale ha rilevato che annualmente nel Regno Unito vengono smarriti o rubati 1,3 milioni di telefoni cellulari. Considerando che gli smartphone rappresentano indicativalente il 35% del mercato, si evince come ogni anno solo in UK vadano persi/rubati circa 450 mila smartphone.

 
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