AWS entra nel Polo Strategico Nazionale con 80 servizi cloud per la Pubblica Amministrazione italiana
di Riccardo Robecchi pubblicata il 24 Gennaio 2025, alle 12:31 nel canale CloudAWS è il quarto operatore cloud a diventare fornitore per il Polo Strategico Nazionale, con l'intenzione di accelerare il passaggio al cloud della Pubblica Amministrazione italiana
AWS ha annunciato il proprio ingresso nel Polo Strategico Nazionale, diventando così il quarto operatore cloud a offrire i propri servizi all'interno di questo programma, che punta proprio a offrire una piattaforma di servizi cloud certificati per le pubbliche amministrazioni italiane.
AWS entra nel Polo Strategico Nazionale
Il Polo Strategico Nazionale è nato con l'intenzione di stabilire delle regole e dei criteri che consentissero alla Pubblica Amministrazione italiana di usufruire dei servizi cloud. La protezione dei dati, la loro residenza sul territorio italiano e l'elevato livello di cybersicurezza sono tra i principali criteri espressi dal Polo, che è una società partecipata da TIM, Leonardo, Cassa Depositi e Prestiti e Sogei.
AWS ha ora annunciato il proprio ingresso come quarto fornitore di servizi cloud, dopo che avevano già fatto il loro ingresso gli altri tre grandi hyperscaler americani: Google, Microsoft e Oracle. Questo ingresso consentirà alle PA di accedere a oltre 80 servizi di AWS, erogati dai data center dell'azienda siti vicino a Milano. La modalità d'erogazione prevede che i dati siano cifrati usando le chiavi crittografiche del Polo Strategico Nazionale e che vengano archiviati esclusivamente sul territorio italiano.
Al netto del dato positivo che i servizi cloud per la PA si espandono con nuove offerte, non possiamo, però, fare a meno di sollevare un punto critico rispetto al modo in cui questo ingresso viene presentato. Il comunicato di AWS, infatti, afferma che l'ingresso dell'hyperscaler nel Polo Strategico Nazionale ha "l'obiettivo di garantire l'autonomia tecnologica del Paese." Stante il fatto che AWS è leader indiscusso di mercato e che la sua offerta è senza pari in quanto a varietà, non si può non far notare che si tratta di un colosso statunitense e che, dunque, non contribuisce affatto all'autonomia tecnologica dell'Italia; semmai, è vero il contrario. D'altronde, è stato lo stesso sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessio Butti, che si occupa della Strategia Cloud Italia, a rilevare alla fine del 2022 che "rimangono aperte le criticità sulla minaccia alla sovranità digitale nazionale rappresentata dal Cloud Act americano, che eserciterebbe la propria giurisdizione anche sul territorio italiano" e che "l'unico strumento di difesa è quello di non trovarsi nella condizione di applicabilità del Cloud Act". Sembra che in due anni sia cambiata questa percezione.
2 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoForse per diversificare i rischi e non rimanere bloccati con pochi fornitori
Peccato però che siano tutti operatori americani. Indice che non c'è nessuno in Italia e in Europa capace di offrire quei servizi in quel range di prezzo
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".