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Equinix: il futuro del cloud passa sotto il mare e dovrà essere sempre più trasparente

di pubblicata il , alle 16:21 nel canale Cloud Equinix: il futuro del cloud passa sotto il mare e dovrà essere sempre più trasparente

Dopo la recente apertura del data center GN1 di Genova, che porta anche in Italia una connessione diretta fra wet (cavi sottomarini) e dry (cavi terrestri), Edge9 ha incontrato Emmanuel Becker, Managing Director Italia di Equinix

 

Due anni fa avevamo incontrato Emmanuel Becker, Managing Director Italia di Equinix, nel data center ML2 di Milano ed era stata un’esperienza fuori dal comune. Entrare in un data center di Equinix permette di vedere cosa c’è dietro le quinte del cloud, di capire che per garantire tutti i servizi che usiamo ogni giorno servono cavi, server, switch, ma soprattutto persone e competenze. Oggi, dopo un anno di pandemia, l’incontro con Emmanuel è stato molto diverso, naturalmente in virtuale, ma non per questo meno interessante.

Equinix ML5

Di strada Equinix, in Italia, in questi due anni ne ha fatta moltissima. È nato ML5, un data center all’avanguardia che testimonia come Milano sia un centro nevralgico per le attività economiche non solo italiane, ma per tutta Europa. Ed è stato annunciato GN1, un data center diverso dagli altri, perché diventa il ponte fra le connessioni dry (cavi terrestri) degli altri data center e le connessioni wet (cavi sottomarini) che permettono di collegare zone molto lontane fra loro. 

Questi i presupposti dell’incontro con Emmanuel, che ci ha permesso di approfondire molti temi legati all’evoluzione del cloud.

Equinix: l’importanza dei cavi sottomarini per l’interconnessione del cloud

Il primo tema affrontato con Emmanuel è stato l’annuncio del nuovo data center di Genova. GN1 ha un ruolo centrale nell’ecosistema di Equinix, perché diventa il nodo per collegare gli altri data center ai cavi sottomarini che, a loro volta, permettono di raggiungere aree geografiche molto lontane. Va subito sfatato un falso mito: i cavi sottomarini sono molto più affidabili di quelli terrestri, questi ultimi infatti devono attraversare luoghi molto eterogenei e sono più soggetti a rotture. In media deve essere effettuato un intervento di manutenzione dei cavi sottomarini ogni 100.000 interventi sui cavi terrestri. GN1 è stato progettato per essere poi collegato direttamente a ML5, aprendo quindi alla possibilità di accedere a tutti i servizi offerti da Equinix e diventare la porta di accesso al continente africano, nell’ambito del progetto 2Africa, di cui Equinix è partner insieme al capofila Vodafone.

Emmanuel Becker_Equinix Managing Director Italy

L’interconnessione è sempre più importante nell’evoluzione del cloud ed Equinix è un attore indipendente con una visione molto chiara. Secondo Emmanuel negli ultimi 3 anni c’è stato cambiamento profondo del paradigma stesso del cloud, inizialmente ancorato a una visione monolitca. Le aziende nel loro primo approccio al cloud lo utilizzavano come un’espansione scalabile del compute, che spostava gli investimenti da capex a opex, di una singola app verticale. Una singola funzione in un momento specifico su un determinato cloud provider. C’è quindi stata una forte domanda di compute scalabile a costi competitivi ed è questo che ha determinato il successo di AWS, non il fatto che il cloud di Amazon fosse necessariamente migliore degli altri, ma il fatto che la domanda di cloud negli ultimi anni si è concentrata sui servizi che AWS offriva

Questo è il motivo per cui Google Cloud e Microsoft Azure hanno iniziato a crescere in un momento successivo. L’ambiente di Google è pensato primariamente per gli sviluppatori, soprattutto su Android, e quando si sono diffusi i devops si è assistito a una crescita esponenziale di Google Cloud. Microsoft ha invece puntato sull’ambiente applicativo di Office, riuscendo a convertire le storiche app in un modello a consumo basato sul cloud, iniziando un percorso seguito poi da molti altri produttori di software come SAP e Oracle.

Oggi siamo quindi in una nuova fase di sviluppo che tende a creare le condizioni per un vero multi cloud e che sta obbligando i provider ad aprirsi maggiormente gli uni verso gli altri, andando a rimuovere barriere e tecniche e contrattuali. In questo contesto si spiega il successo di Equinix Fabric, che diventa un vero e proprio ponte, nascendo all’origine come strumento di interconnessione, fra i CSP. L’apertura è però ancora in parte apparente, perché in ogni provider c’è il retropensiero di voler ottenere la fetta più grande della torta. Equinix Fabric invece si pone in maniera neutrale e continua ad avere successo per non mettere barriere ed essere completamente trasparente. 

Emmanuel è convinto, e noi di Edge9 siamo d’accordo, che i dati sono oggi accomunabili al denaro e i provider alle banche. È ancora troppo facile entrare e troppo difficile uscire, con i provider che non mettono barriere all’upstream dei dati, ma poi rendono costoso e difficile il downstream. Perché il successo di un provider non si misura sul numero di clienti, ma sulla quantità di dati che gestisce e quindi manca ancora una completa trasparenza da parte dei CSP sulla padronanza dei dati.

Questa dinamica è acuita dal fatto che i dati che le aziende, soprattutto le grandi multinazionali, possiedono e gestiscono dati diversi a seconda del luogo in cui l’azienda opera, per adeguarsi alle diverse normative, ma poi devono essere consolidati per diventare un patrimonio comune a tutta l’azienda. Un’azienda come FCA deve gestire le diverse esigenze e richieste normative di 70 paesi diversi, con modalità di gestione dei dati che si devono necessariamente diversificare, obbligando aziende e CSP a superare il paradigma del cloud monolitico.

Non sono solo le esigenze normative a rendere indispensabile un approccio ibrido, ma anche esigenze di sicurezza, in caso di attacchi o incidenti. Per Emmanuel il caso di OVHcloud è emblematico. 

OVHcloud: per Equinix l’incendio di Strasburgo avrà un effetto tsunami sul mercato

Sono passate poche settimane da quando un incendio, apparentemente causato da un problema legato a un gruppo di continuità, ha distrutto un importante data center di OVHcloud a Strasburgo. Ma cosa c’entra questo con l’evoluzione del cloud? Secondo Emmanuel è molto significativo e avrà sensibili effetti a lungo termine.

OVHcloud è un cloud provider di prima importanza, terzo in Europa e con un’importante presenza anche negli USA, ma soprattutto è l’unico player internazionale europeo in un mercato dominato dai tre giganti statunitensi. Un’azienda in grande crescita negli ultimi anni, che Edge9 ha avuto opportunità di visitare prima dei lockdown, con una filosofia improntata alla massima trasparenza, che sta anche combattendo a livello politico per affermare il diritto dei clienti di poter effettuare il downstream dei dati senza incorrere in costi nascosti, aprendo quindi il mercato a una maggiore mobilità e trasparenza.

OVHcloud Strasburgo

Emmanuel ha citato il video in cui il fondatore di OVHcloud, Octave Klava, dopo essersi scusato per l’incidente, sottolineava come le aziende che non avevano predisposto un piano di disaster recovery o di business continuity su siti diversi, hanno effettivamente perso i loro dati, per sempre. La stessa OVHcloud offre diversi servizi per salvaguardare i clienti dalla perdita dei dati, ma troppo spesso fino a oggi le aziende, per mancanza di cultura o per un apparente risparmio economico, hanno optato per non attivarli. Quello che è successo però ha creato un precedente importante e i CFO, ancora prima che gli specialisti dell’IT, hanno oggi una sensibilità diversa sul rischio della perdita dei dati e sulle conseguenze che può comportare. Conseguenze che non sono solo legate alla perdita dei dati, ma a quello che questo significa nel rapporto di fiducia che si instaura fra azienda e clienti. L’effetto a lungo termine della perdita di fiducia di un cliente che ritenga che l’azienda non ha fatto tutto il possibile per salvaguardare i dati dei propri clienti può essere devastante

Secondo Emmanuel, OVHcloud avrà sicuramente delle ripercussioni nel breve periodo per l’incidente, ma la trasparenza che l’ha sempre contraddistinta, confermata anche dal modo con cui hanno reagito, gli permetterà di superare la crisi e tutto il mercato ne uscirà con un livello di consapevolezza diverso sul reale valore dei dati.

1 Commenti
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raxas29 Marzo 2021, 18:52 #1
come faranno a chiamarlo ancora Cloud?

meglio Muddly o Slime o...

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