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Le sfide del cloud computing secondo Nutanix

di pubblicata il , alle 14:01 nel canale Cloud Le sfide del cloud computing secondo Nutanix

Complessità, costi, orchestrazione, sicurezza e sostenibilità: queste le sfide che devono affrontare le aziende nella gestione degli ambienti multicloud secondo Nutanix. Ma per sciogliere i nodi, vanno affrontate in maniera olistica

 

Negli ultimi anni, complici le crisi che si sono susseguite, l'adozione del cloud è cresciuta notevolmente, trasformando di conseguenza le strategie aziendali. A seguito di una rapida adozione, però, è ora il momento di focalizzarsi sulle sfide di questa trasformazione, in particolare negli ambienti cloud misti. Un sondaggio condotto da Vanson Bourne per conto di Nutanix conferma il sempre crescente utilizzo di infrastrutture miste, che si estendono dall'on premise al cloud passando per l'edge. La crescente diversità degli ambienti però "spinge i professionisti IT a cercare un luogo unificato per gestire e proteggere l'infrastruttura, le applicazioni e i dati on e off-premise", secondo Sammy Zoghlami, Senior Vice President EMEA di Nutanix.

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Le cinque sfide per il cloud nel 2023 secondo Nutanix

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La prima, e forse più importante, delle sfide individuate è relativa alla complessità degli ambienti multipli. La maggior parte delle imprese, il 60% secondo Nutanix, si appoggia a più infrastrutture IT (data center privato, in hosting, cloud pubblico, cloud privato) e in futuro saranno sempre più le realtà che seguiranno questo approccio. Avere un'ambiente unificato dal quale poter gestire e tenere sotto controllo tutte queste infrastrutture rendendole interoperabili sarebbe la soluzione ideale, soprattutto perché spostare dati da un ambiente all'altro non solo richiede parecchio tempo, ma spesso può risultare molto costoso. 

Migliorare la sicurezza

Ridurre la complessità è solo uno degli obiettivi delle imprese che si appoggiano a più infrastrutture. Dover gestire più ambienti IT, infatti, impone alle aziende una maggiore attenzione alla messa in sicurezza. Sicurezza che dovrebbe partire dalla visibilità, ma non è così semplice. Come spiega Zoghlami, "sebbene il 94% degli intervistati concordi che avere una piena visibilità sia importante, solo il 40% dichiara di avere visibilità completa sulla posizione dei propri dati. Gli intervistati della regione EMEA si sono dimostrati più ottimisti, con il 44% dei professionisti IT che ha dichiarato di avere una visibilità "completa" dei propri dati, rispetto al 40% dei professionisti delle Americhe e al 36% di quelli dell'Asia e del Pacifico e del Giappone".

Il nodo dei costi

Il cloud abbatte i costi? Dipende. Sul tema si potrebbe dibattere a lungo, a seconda di come viene implementato, ma non sempre appoggiandosi al cloud si riducono significativamente i costi. Citando la ricerca di Vanson Bourne, Zoghlami sottolinea che "quasi la metà degli intervistati (46%) prevede di riportare alcune applicazioni nei data center on premise per ridurre i costi del cloud nel prossimo anno". Questo perché, secondo il manager, "la perdita di controllo sui costi potrebbe essere un sintomo di complessità (i costi dei sistemi e delle operazioni non dovrebbero aumentare se un’azienda dispone di un'infrastruttura cloud adeguata), di un'eccessiva quantità di soluzioni IT legacy o anche di un'eccessiva dipendenza dalle risorse del cloud pubblico, come risultato del tentativo di scalare rapidamente durante la pandemia".

Per riuscire a ottimizzare i costi è fondamentale prima di tutto avere informazioni dettagliate sui consumi cloud e piena visibilità sui dati. Sulla base di queste informazioni è poi possibile ragionare su come ottimizzare l'uso delle infrastrutture.

Le complessità dell'orchestrazione

Orchestrare le applicazioni moderne è relativamente semplice grazie a piattaforme come Kubernetes, la soluzione più adottata di orchestrazione. Il problema è che per trarre pieno vantaggio dall'approccio a microservizi è necessario avere un'infrastruttura di calcolo e di storage adeguata e in grado di scalare rapidamente. 

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"È interessante notare che lo storage (42%) e la progettazione dell'infrastruttura di base (42%) sono stati citati tra le sfide più urgenti che gli intervistati hanno dovuto affrontare per implementare e gestire i loro ambienti Kubernetes", prosegue Zoghlami. "Allo stesso modo, anche la migrazione delle applicazioni legacy a Kubernetes (40%) è stato un problema significativo, dovuto principalmente a applicazioni di grandi dimensioni obsolete progettate per datacenter a tre livelli che eseguono un'architettura di sviluppo completamente diversa, basata su micro-servizi".

Il tema della sostenibilità

Ridurre le emissioni di CO2 è una delle principali sfide in qualsiasi ambito, incluso l'IT, che ha un impatto significativo sull'ambiente. Sebbene ci sia un ampio margine per abbattere queste emissioni, raggiungere l'obiettivo può essere complesso: l’86% del campione afferma che il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità aziendale rappresenta una sfida, e più di un terzo (36%) la definisce "significativa".

"Gli obiettivi di sostenibilità vanno dalla riduzione dei consumi energetici, sia nell'IT che in altri settori aziendali, alle strategie per garantire la redditività dell'azienda in un panorama di incertezza economica. È chiaro che quando si tratta di coniugare le esigenze di sostenibilità con le funzionalità e le implicazioni economiche della gestione di infrastrutture cloud le aziende si trovano in difficoltà. Il ritorno nei datacenter on premise, la complessità e le infrastrutture IT legacy possono influenzare gli obiettivi ESG", afferma Zoghlami.

Che conclude sottolineando come "trattare queste sfide in modo isolato sarebbe, di per sé, un’ulteriore sfida. Tutto è connesso. È necessario un approccio unificato alla gestione del cloud e dei dati, altrimenti il 2023, temo, sarà un anno ancora più difficile".

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