Microsoft estenderà a sei anni la vita utile dei propri server in Azure
di Riccardo Robecchi pubblicata il 09 Agosto 2022, alle 16:01 nel canale CloudMicrosoft ha annunciato che aumenterà da quattro a sei anni il periodo di vita utile dei server nei propri datacenter di Azure, con ricadute positive sia sui conti aziendali, sia sull'ambiente
Microsoft ha annunciato un cambiamento notevole nel modo in cui gestirà i propri server all'interno dell'infrastruttura di Azure: l'azienda ha infatti incrementato la loro vita utile dagli attuali quattro a sei anni. Questa mossa avrà un impatto positivo significativo sulle finanze di Microsoft, che conta così di risparmiare 3,7 miliardi di dollari nel solo anno fiscale 2023, e sugli impegni che l'azienda ha preso sul rispetto dell'ambiente e la riduzione delle emissioni.
Microsoft aumenta a sei anni la vita utile dei server di Azure
Microsoft si allinea ad AWS e Google Cloud, che hanno annunciato estensioni della vita utile dei propri server negli scorsi mesi, andando però oltre la concorrenza. AWS ha infatti esteso l'utilità dei server a cinque anni, mentre Google a quattro; Microsoft la porta invece a sei anni, cosa che renderà i server di Azure i più longevi tra quelli dei grandi hyperscaler.
L'impatto più immediato sarà sugli acquisti di nuovi server, che verranno ridotti significativamente; le vendite per AMD, Intel e altri produttori vedranno dunque un impatto significativo. Microsoft stima di risparmiare circa 3,7 miliardi di dollari nel solo anno fiscale 2023 grazie alla riduzione negli acquisti di nuovi server.
Questo prolungamento nella vita utile dei dispositivi è anche una notizia positiva per l'ambiente, perché vede un uso migliore delle risorse: è poco utile cambiare un server perfettamente funzionante solo perché è stato deciso che il suo ciclo di vita dev'essere di quattro anni. Immaginiamo che un'ulteriore motivazione dietro questa decisione siano i dati sull'affidabilità in possesso di Microsoft, che paiono sostenere questa decisione e mostrare come i server mantengano un alto grado di affidabilità anche su un periodo più lungo.
Dall'altro lato, però, il prolungamento del ciclo di vita dei server potrà costituire un ostacolo in futuro: sia AMD sia Intel stanno lavorando a novità sostanziali nelle proprie architetture per server, con vantaggi prestazionali attesi significativi; cicli di ricambio più lunghi potrebbero portare i clienti a vedere tali vantaggi su una scala temporale più lunga o a costi più elevati. Trovare il giusto equilibrio non è semplice ma, con le risorse planetarie in rapido esaurimento, farne un uso migliore appare la scelta più saggia.
3 Commenti
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Che ci sia un beneficio per l ambiente è opinabile, CPU di 6 anni fa sono molto meno energeticamente efficienti delle nuove. Risparmi sul silicio ma i consumi saranno almeno un 30-40% più elevati a pari capacità di calcolo immagino
Se ci limitiamo a pensare al consumo di energia della cpu hai perfettamente ragione, ma guardiamola in un ottica molto più ampia, anche sotto gli aspetti di meno produzione da parte del produttore del server, meno smaltimento da parte dei gestori RAEE, meno viaggi dei camion che movimentano il RAEE ecc ecc.
Sicuramente il vantaggio maggiore è economicamente per Microsoft, l'ambiente ne può si giovare, ma mai quanto Microsoft che risparmia su più fronti
Il tuo ragionamento è valido esclusivamente se guardi solo il consumo diretto della CPU. Se includi anche la produzione (dall'estrazione dei materiali fino ad avere il server finito), il trasporto (di tutte le componenti necessarie alla produzione e poi al trasporto del server stesso) e lo smaltimento dei vecchi dispositivi, direi che non c'è paragone alcuno. Un server non potrà mai consumare tanta energia da controbilanciare tutto ciò.
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