Nutanix non ha dubbi: entro 5 anni più della metà delle imprese italiane avrà adottato il cloud ibrido

Nutanix non ha dubbi: entro 5 anni più della metà delle imprese italiane avrà adottato il cloud ibrido

La pandemia scatenata dal Covid ha spinto le aziende ad accelerare il percorso di trasformazione digitale che nella maggior parte dei casi passa attraverso architetture cloud ibride. L'88% degli IT Manager italiani lo considera il modello operativo ideale

di pubblicata il , alle 17:01 nel canale Cloud
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Il modello cloud ibrido è quello che più attira l'interesse degli IT Manager, anche in Italia. Sono queste le conclusioni del Terzo Report Annuale Enterprise Cloud Index commissionato da Nutanix alla società di ricerche Vanson Bourne, che per redigerlo ha intervistato 3.400 decisori IT in tutto il mondo, Italia inclusa. Emerge che il nostro Paese, insieme agli Emirati Arabi Uniti, è quello dove oggi si riscontra il più elevato utilizzo di cloud privato, ma questo modello verrà rapidamente superato. 

Nutanix: in 5 anni il 56% delle aziende italiane sarà passato a un modello di cloud ibrido

Nonostante oggi le imprese italiane siano saldamente ancorate al data center aziendale, entro 5 anni questo modello sarà sostituito da un approccio di tipo cloud ibrido. Secondo l'analisi di Nutanix, solamente il 5% delle installazioni si concentreranno sul cloud privato. I motivi di questo cambio di passo sono da ricercare non tanto nel risparmio economico, indicato solo dal 12% del campione come motivazione: pesano maggiormente aspetti come il miglioramento del supporto per lo smart working (62%), un maggior controllo sull'utilizzo delle risorse IT (54%) e una maggiore flessibiità (49%).

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Rimangono alcune sfide da affrontare, prima fra tutte la sicurezza, seguita dalla difficoltà di integrare i dati sparsi su vari ambienti e la mobilità e implementazione delle applicazioni. Difficoltà che non sembrano spaventare troppo i responsabili IT, in particolare quelli italiani, che mostrano un maggior ottimismo rispetto alla media EMEA: il 68% degli intervistati in Italia si aspetta che le funzionalità di migrazione delle applicazioni cloud miglioreranno, rispetto al 48% in area EMEA e al 57% a livello globale. 

Il data center on-premise non sparirà

Il modello cloud ibrido non determinerà l'abbandono del data center on-prem, che sarà solo affiancato da infrastrutture cloud in molti casi: la tendenza è quella di spostare i carichi di lavoro sul cloud pubblico ma c'è un 20% di intervistati italiani che anche nei prossimi anni eseguirà più applicazioni on premise rispetto al passato, un valore superiore alla media EMEA (16%).

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Il Covid ha accelerato la transizione

C'è un aspetto sul quale tutti gli intervistati sono concordi: gli investimenti sul cloud sono aumentati a causa del Covid,  che ha costretto le aziende a ripensare sia il modo di lavorare - con l'adozione dello smart working - sia a rivedere l'infrastruttura così da renderla più agile. La pandemia ha anche spinto in tanti a rivedere le priorità, accelerando anche l'implementazione del 5G. 

La pandemia di COVID-19 ha costretto molte aziende italiane ad utilizzare infrastrutture di cloud pubblico per supportare rapidamente un gran numero di lavoratori da casa e, in generale, ha portato a nuovi investimenti in infrastrutture e strumenti di cloud ibrido. Ma è anche vero che le aziende italiane hanno capito che il modello cui erano abituate non era più sostenibile, soprattutto in ottica di digital transformation. Ecco perché oggi, il belpaese punta con convinzione e decisione al cloud ibrido, un modello che rappresenta di fatto la chiave di volta per la business agility” - ha commentato Alberto Filisetti, Country Manager di Nutanix Italia “Un ambiente cloud ibrido integrato oltre a fornire un’esperienza, strumenti e procedure operative coerenti tra diversi cloud privati e pubblici, contribuisce ad abbattere i silos, ridurre le inefficienze, dare impulso alle iniziative digitali. In quest’ottica, ciò che conta, è creare un'infrastruttura flessibile, scalabile e agile al punto giusto per soddisfare sia le esigenze quotidiane delle aziende sia le sfide che si presenteranno in futuro. È altresì importante puntare allo sviluppo delle competenze IT necessarie per gestire con efficacia ambienti cloud ibridi e l’infrastruttura stessa e che le aziende italiane evolvano il loro mix di ambienti indipendenti in servizi cloud privati e pubblici integrati con funzionalità unificate di visibilità, gestione, sicurezza e portabilità delle applicazioni”.

4 Commenti
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Tasslehoff19 Febbraio 2021, 19:14 #1
Eh beh, magari con le loro costosissime appliance che freezano non appena gli manca la connettività...
luke@19 Febbraio 2021, 19:39 #2
si' e l'altro 44% avrà chiuso proprio i battenti
zbear20 Febbraio 2021, 10:37 #3
Ma davvero esiste gente così imbecille da affidare i propri dati e il lavoro alla rete? Con la connettività italiana? Mah, i pochi clienti che ho che hanno fatto questa scelta si lamentano CONTINUAMENTE per la (ovvia) lentezza all'accesso dei dati .... e io gli rido in faccia, di solito, visto che li avevo ben avvisati.
Alberto Falchi22 Febbraio 2021, 12:02 #4
@Zbear: l'alternativa alla rete, oggi, è chiudere bottega, nel caso non te ne sia reso conto.

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