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Oracle: sovranità dei dati e intelligenza artificiale al centro della strategia per il 2023

di pubblicata il , alle 10:01 nel canale Cloud Oracle: sovranità dei dati e intelligenza artificiale al centro della strategia per il 2023

Nei giorni scorsi si è tenuto l’Oracle Technology Summit, un evento in due tappe, a Roma e Milano, che ha delineato la strategia del colosso americano per i prossimi mesi. Intorno alla crescita del cloud i temi principali sono stati la sovranità dei dati e l’intelligenza artificiale

 

Cos’è un hyperscaler oggi, nel 2023? Per rispondere a questa domanda, non banale, bisogna forse prima rispondere alla domanda chi è oggi un hyperscaler? Sicuramente i “big three”, le tre aziende per cui inizialmente è stato coniato il termine hyperscaler. Tre cloud provider che hanno raggiunto una dimensione tale, da renderli esponenzialmente più grandi rispetto a qualsiasi altro cloud provider, che hanno creato una “scala” di un livello “hyper”, difficilmente raggiungibile da altri player. Stiamo naturalmente parlando di AWS, che è stato il primo e ha creato il concetto stesso di public cloud, Microsoft Azure e Google Cloud.

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Il cloud di Oracle è sempre più orientato all’enterprise

Ognuno dei tre hyperscaler ha una sua identità ben precisa e spesso ne abbiamo parlato sulle pagine di Edge9. Proprio partendo dalla sua identità, negli ultimi anni al ristretto gruppo di hyperscaler si è aggiunta Oracle, con un approccio prettamente enterprise, che le ha permesso di conquistare con Oracle Cloud Infrastructure v2 una posizione preminente nel panorama dei servizi cloud. Anche delle peculiarità di OCI abbiamo ampiamente parlato su Edge9 e l’Oracle Technology Summit, che si è tenuto negli ultimi giorni in due tappe a Roma e Milano, diventa l’occasione per fare un punto della situazione sull’evoluzione dei servizi cloud di Oracle. L’evento, rivolto ai decisori IT delle principali aziende italiane, conferma la ferma convinzione di Oracle che il cloud sia il principale motore dell’innovazione alla base della trasformazione digitale delle aziende. Oracle negli ultimi 7 anni ha investito oltre 20 miliardi di dollari per sviluppare la propria architettura cloud, cosa che le ha permesso di diventare il quarto player del mercato, con l’apertura di 41 cloud region, fra cui quella di Milano, che è fra le prime in Europa a offrire tutti i servizi SaaS (ERP/EPM/SCM, HCM, CX), oltre ai servizi IaaS e PaaS, presenti in tutte le region. Per consolidare ulteriormente la propria posizione, Oracle ha già pianificato l’apertura di 9 nuove region e la creazione di due cloud region “sovrane”, a Madrid e Francoforte, che saranno completamente isolate dalle altre, per garantire un livello più elevato di sovranità dei dati e quindi essere particolarmente indicate per tutte le aziende che operano in regimi regolamentati o per la pubblica amministrazione.

Opportunità e minacce legate al contesto macroeconomico

In apertura Alessandro Ippolito, VP South-EMEA Technology e Country Leader di Oracle Italia, ha sottolineato l’importanza dell’approccio di apertura culturale e tecnologica dell’azienda, che comporta una costante collaborazione con l’ecosistema di clienti e partner: “È un rapporto che Oracle interpreta nel segno della trasformazione digitale, dell’attenzione alle persone – testimoniata anche da recenti riconoscimenti come l’inserimento nella lista delle migliori aziende italiane in cui lavorare stilata da LinkedIn – e del contributo alla comunità, anche attraverso la sede di Milano che vogliamo far diventare uno hub di innovazione aperto ad aziende e cittadini

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La presentazione principale dell’evento, tenuta da Andrea Sinopoli, VP e Cloud Tech Country Leader di Oracle, era intitolata “Il futuro del cloud e la sovranità dei dati”. Secondo Sinopoli “I trend italiani che spingono la crescita del cloud in generale a nostro parere sono tre: il costo dell’energia, che pesa sul bilancio e comprime ancora di più le risorse disponibili per l’innovazione;  l’obsolescenza della base installata che oggi, secondo le nostre analisi, ha costi associati che possono arrivare al 30-40% del budget IT; e da ultimo, le sollecitazioni legate ai fondi del PNRR, specie per il settore pubblico, che sta anche affrontando l’importante percorso verso il Polo Strategico Nazionale, in cui anche Oracle è coinvolta direttamente”

Nell’ambito di questi trend si inserisce la strategia di Oracle per il cloud che si appoggia su tre pilastri: Multicloud, Cloud Distribuito e Hyperscaling Cloud. Qualche mese fa scrivevamo che il multicloud è morto e continuiamo a pensare che come strategia di fondo sia attuabile solo da un ristretto numero di grandi aziende. Senza entrare troppo nella discussione filosofica che ne scaturisce, è indubbio notare che queste grandi aziende attuano un costante screening dei servizi offerti dagli hyperscaler, per trovare quelli che più si adattano alle loro esigenze, cercando al contempo di ottimizzare i costi, mentre per le realtà di dimensioni inferiori assistiamo non tanto a una competizione sugli stessi servizi fra i vari provider, quanto a una coesistenza di servizi complementari offerti da diversi hyperscaler. In questo contesto è interessante notare un punto che distingue Oracle, che ha sottoscritto una partnership con Microsoft Azure per interconnettere direttamente 12 region e dall’altro lato una strategia di connettività a bassa latenza con tutto l’ecosistema cloud (ad esempio con operatori di co-location come Equinix).

Cloud distribuito: la visione di Oracle per la personalizzazione dei servizi

Mentre il multicloud è un concetto a cui tutti gli hyperscaler fanno riferimento, un elemento di distinzione di Oracle è quello che viene descritto come Cloud Distribuito, con l’obiettivo di erogare i servizi cloud in base alle specifiche esigenze dei clienti. Abbiamo già parlato delle region, che portano capacità elaborativa, servizi e connettività sempre più vicino alle sedi dei clienti, come fanno anche gli altri hyperscaler. Alle region però Oracle aggiunge soluzioni personalizzate che avvicinano ancora di più le risorse, ma soprattutto le modalità operative, del cloud ai clienti. Per le aziende di grandi dimensioni si arriva alle Dedicated Region, passando per le soluzioni Exadata Cloud@Customer e la nuova offerta Compute@Customer. Il terzo pilastro, l’Hyperscaling Cloud, si concretizza nell’offrire un’infrastruttura completa pensata specificatamente per carichi di lavoro mission critical e con livello di sicurezza molto avanzato. Tutta l’offerta PaaS di Oracle fa leva sull’esperienza maturata negli anni nello sviluppo dei propri database e si affianca ai servizi SaaS, che per molte aziende può fare la differenza nello scegliere la piattaforma Oracle.

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Significativi gli interventi di tre clienti di Oracle, che hanno portato la loro testimonianza di come le tecnologie Oracle abbiano influito positivamente nel loro percorso di trasformazione digitale. La prima è stata ARIA, società in-house della Regione Lombardia, che progetta e gestisce diversi aspetti delle infrastrutture fisiche e digitali della PA lombarda. Secondo Lorenzo Gubian, Direttore Generale di ARIA, le semplicità con cui sono riusciti a migrare su OCI ha permesso di implementare una strategia di “datacenter exit” quasi totale. Inoltre ARIA è un reale caso d’uso del multicloud, perché la componente di database è su OCI, mentre lo strato applicativo su AWS, sfruttando un’integrazione a bassa latenza fra i due provider. Una seconda testimonianza è stata di SISAL, che tutti conoscono per le attività di gioco regolamentato e che in Oracle ha trovato un partner che le ha permesso di essere, oltre che efficiente, conforme alle normative dei Paesi in cui opera. Ultima testimonianza quella di Bitron, colosso italiano nella manifattura nel settore meccatronico presente in diversi Paesi del mondo. In questo caso l’azienda ha sfruttato gli strumenti AI/ML di Oracle Cloud per ottimizzare i processi della supply chain. 

Durante l’evento sono anche stati presentati i risultati della ricerca “Decision Dilemma”, che avevamo descritto qui.

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