OVHcloud lancia il suo servizio di Data Center-as-a-Service

OVHcloud lancia il suo servizio di Data Center-as-a-Service

Un servizio che combina elementi delle offerte IaaS e PaaS di OVHcloud, nato per superare le perplessità dei clienti su alcuni aspetti del cloud e garantire una migliore interoperabilità tra il cloud pubblico e le infrastrutture on-prem dei clienti stessi

di pubblicata il , alle 17:31 nel canale Cloud
As a serviceOVHcloud
 

Sebbene l'adozione del cloud sia in costante crescita a livello globale, Italia inclusa, il data center on-premise non cesserà di esistere. Esiste infatti una resistenza da parte di alcune imprese ad appoggiarsi al cloud pubblico, sia per motivi di conformità normativa, sia per una questione di sicurezza: alcune aziende preferiscono avere maggiori garanzie sul controllo delle proprie informazioni. La nuova offerta di OVHcloud è progettata per rispondere a queste esigenze e vincere le perplessità: si tratta infatti di un servizio di Data Center-as-a-Service (DCaaS).

Il Data Center è as-a-Service con la nuova offerta di OVHCloud

Un Data Center-as-a-Service consiste in una serie di servizi cloud che "girano" su un set di risorse di proprietà di OVHcloud dedicate a un singolo cliente. Queste risorse hardware possono essere fisicamente collocate all'interno dei centri di OVHcloud, oppure nelle sedi dei clienti, dove verranno però gestiti dal personale di OVHcloud: il cloud dedicato è controllato dall'impresa ed estende il controllo che è disponibile nel public cloud del fornitore.

watercooling

L'offerta si declina in quattro varianti: 

Privatized, nella quale l'hardware del data center si trova fisicamente nelle sedi di OVHcloud, ed è separato tramite gabbie dagli altri server;

White-Labelled, come la precedente ma senza le gabbie di separazione dai data center di altre imprese;

Powered by OVHcloud, dove l'hardware viene fornito e gestito da OVHcloud, ma è installato nel data center del cliente;

Shared, come il precedente, ma con hardware di OVHcloud condiviso.

I vantaggi del modello DCaaS

I vantaggi offerti da un approccio di Data Center-as-a-Service sono da ricercare principalmente nella possibilità di adottare un modello cloud, con l'agilità e la flessibilità che comporta (e il trasferimento dei costi da CapEx a OpEX), mantenendo però un pieno controllo sui dati, potendo decidere dove risiedono. Un dettaglio fondamentale per chi gestisce dati molto sensibili e per motivi di sicurezza o di conformità normativa deve avere la certezza di un maggior controllo sulle informazioni, informazioni che in alcuni casi (pensiamo al settore medicale) non possono uscire dai confini italiani o europei, e devono quindi risiedere in data center ubicati in queste aree.

Fondamentalmente, l'offerta DCaaS combina elementi delle offerte IaaS (Infrastructure-as-a-Service) e PaaS (Platform-as-a-Service) di OVHcloud, l’infrastruttura di data center, le tecnologie di automazione e i processi di supporto ai clienti in una soluzione di mini-datacenter dedicata alle esigenze di un singolo cliente.

Sono disponibili differenti configurazioni di server basati sul sistema di raffreddamento ad acqua di OVHcloud che garantisce un'elevata efficienza energetica, contribuendo così a ridurre costi ed emissioni inquinanti. 

10 Commenti
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Saturn27 Gennaio 2022, 17:37 #1
Originariamente inviato da: Redazione di Hardware Upgrade
Un servizio che combina elementi delle offerte IaaS e PaaS di OVHcloud, nato per superare le perplessità dei clienti su alcuni aspetti del cloud e garantire una migliore interoperabilità tra il cloud pubblico e le infrastrutture on-prem dei clienti stessi


Perplessità si ! Soprattutto del loro. Che con l'incendio dell'anno scorso, chi si era dimostrato paranoicamente prudente con la ridondanza si è salvato in qualche modo, ma molti altri hanno irrimediabilmente perso tutto.

Io ancora non mi capacito di quanto è successo...e di quanto sangue e sudore sia costato a molti sistemisti !

Le proposte non sono malvagie ad ogni modo...ma il problema, anche a voler ridar loro una chance è che molti clienti chiedono quando proponi il cloud a chi ti affiderai...e ormai questo nome è ben noto...
Tasslehoff27 Gennaio 2022, 19:06 #2
Originariamente inviato da: Saturn
Perplessità si ! Soprattutto del loro. Che con l'incendio dell'anno scorso, chi si era dimostrato paranoicamente prudente con la ridondanza si è salvato in qualche modo, ma molti altri hanno irrimediabilmente perso tutto.

Io ancora non mi capacito di quanto è successo...e di quanto sangue e sudore sia costato a molti sistemisti !

Le proposte non sono malvagie ad ogni modo...ma il problema, anche a voler ridar loro una chance è che molti clienti chiedono quando proponi il cloud a chi ti affiderai...e ormai questo nome è ben noto...
Mi permetto di obbiettare su una cosa, chi si è salvato dal disastro di OVH non ha dimostrato di essere prudente o paranoico, ha dimostrato di essere competente e conoscere il suo lavoro.
Sono gli altri che si sono messi a starnazzare che hanno dimostrato di essere incompetenti, e con questo intendo sia quanti non avevano uno straccio di backup ed erano convinti di averlo (senza aver mai nemmeno letto il contratto che avevano sottoscritto o immaginando che con un vps da 25 €/anno avessero diritto anche una fettina di tagliata fine fine ), ma anche quelli che hanno pensato "ho spuntato l'opzione di backup, sono in una botte di ferro" e quindi non l'hanno mai testato o non si sono mai posti il problema di farne altre copie e su altra infrastruttura (intendo di altro provider) nel tipico atteggiamento stupido da manager che valuta il mondo solo in ottica quantitativa ed economica ignorando la complessità delle architetture e dei servizi.

Riguardo al servizio in se io ci vedo "more of the same", non so cosa ci sia dietro ma se devo tirare a indovinare ci sarà il solito Openstack rinfrescato con loghi di OVH e qualche customizzazione.
Poi francamente mi fa ridere tutto questo starnazzare di termini manageriali (CapEx OpEX, prematurata la supercazzola o scherziamo?), e secondo loro le offerte che facevano fin'ora (es gli ottimi server in affitto con vmware, infinitamente più convenienti di qualsiasi proposta "cloud" cos'erano se non costi operativi puri?

Tiro a indovinare ma a occhio e croce sembra una operazione per aumentare i margini, vendendo le stesse risorse di prima a prezzi infinitamente pompati e ingiustificati in pieno stile cloud (scegliete voi AWS, Google o Azure).
Della serie, con quello che prima spendevi per un server fisico su cui far girare 20 vm ora ci paghi (se va bene) un paio di stupide instance con 8GB di ram, 4 vCPU e 250GB di storage.
giovanni6927 Gennaio 2022, 22:18 #3
Sempre acute le tue analisi Tasslehoff.
Grazie.
Saturn28 Gennaio 2022, 08:29 #4
Originariamente inviato da: Tasslehoff
Mi permetto di obbiettare su una cosa, chi si è salvato dal disastro di OVH non ha dimostrato di essere prudente o paranoico, ha dimostrato di essere competente e conoscere il suo lavoro.
Sono gli altri che si sono messi a starnazzare che hanno dimostrato di essere incompetenti, e con questo intendo sia quanti non avevano uno straccio di backup ed erano convinti di averlo (senza aver mai nemmeno letto il contratto che avevano sottoscritto o immaginando che con un vps da 25 €/anno avessero diritto anche una fettina di tagliata fine fine ), ma anche quelli che hanno pensato "ho spuntato l'opzione di backup, sono in una botte di ferro" e quindi non l'hanno mai testato o non si sono mai posti il problema di farne altre copie e su altra infrastruttura (intendo di altro provider) nel tipico atteggiamento stupido da manager che valuta il mondo solo in ottica quantitativa ed economica ignorando la complessità delle architetture e dei servizi.


Indubbiamente i costi erano quello che erano (bassi, paragonati ad altra concorrenza). Concordo sull'analisi, in effetti è più preciso parlare "di saper fare il proprio lavoro" anzichè di paranoie, quando si parla di ridondanza e sicurezza dei dati, soprattutto quando gestisci quelli di altri...detto questo...torno a ripetere...che un datacenter "bruci così di gusto" - non è propriamente "normale". Ci si sarebbe aspettati misure di contenimento adeguate per gli incendi e soprattutto materiali diversi (se non ricordo male il problema di fondo per cui è bruciato)...pareva il reattore numero 4 di Chernobyl di notte ! (con tutto il rispetto per quella tragedia).
mgiammarco28 Gennaio 2022, 10:46 #5
Originariamente inviato da: Saturn
Indubbiamente i costi erano quello che erano (bassi, paragonati ad altra concorrenza). Concordo sull'analisi, in effetti è più preciso parlare "di saper fare il proprio lavoro" anzichè di paranoie, quando si parla di ridondanza e sicurezza dei dati, soprattutto quando gestisci quelli di altri...detto questo...torno a ripetere...che un datacenter "bruci così di gusto" - non è propriamente "normale". Ci si sarebbe aspettati misure di contenimento adeguate per gli incendi e soprattutto materiali diversi (se non ricordo male il problema di fondo per cui è bruciato)...pareva il reattore numero 4 di Chernobyl di notte ! (con tutto il rispetto per quella tragedia).


Concordo con l'analisi. Un datacenter certificato non brucia così. E questo causa anche danni di immagine a tutti. Io non ho mai messo niente su ovh perché non aveva passato i miei controlli base di qualità sulle loro vps windows, e quindi non ho perso niente. Però ora quando vado da un cliente e dico che i dati saranno al sicuro su un datacenter Tier X (3, 4, etc.) che non può prendere fuoco loro mi rispondono: "si anche quello di ovh era certificato e si è incenerito...". E a quel punto cosa puoi rispondere?
giovanni6928 Gennaio 2022, 11:38 #6
Ma allora il problema di valutazione non sono i datacenter e come vengono gestiti ma chi/come/perchè fornisce queste 'certificazioni'. Se è solo un bollino in più da regalare al reparto marketing per segmentare il prodotto e fare la brochure più accattivante, tanto vale....
Saturn28 Gennaio 2022, 11:56 #7
Mi ricordo la storia dei tre porcellini...e ci azzecca benissimo...

[B][COLOR="DarkRed"]Uno con la casa costruita in paglia[/COLOR]
[COLOR="DarkOrange"]Uno con la casa costruita in legno[/COLOR]
[COLOR="Green"]Uno con la casa costruita in mattoni[/COLOR]
[/B]
Al lupo ha resistito solo quella in mattoni ovviamente.

Ci siamo capiti...
giovanni6928 Gennaio 2022, 12:02 #8
E se il certificatore ha dato l'OK alla casa in paglia ed in legno perchè i parametri lo consentono?....
floss7229 Gennaio 2022, 09:13 #9

Ormai il cloud è PAAS

La posizione di Tasslehof è condivisibile dalla visione del sysad ma chi non può riscrivere codice o reingegnerizzare i workload passa a public cloud o roba del genere perché il costo di personale esperto ,che ti farebbe risparmiare con un tuo cluster , sta salendo sempre più

Rassegniamoci…avremo sempre più sysad che in realtà sono tecnici esperti di pdl e di client…e quindi non esperti

Per questo si manager piace il cloud fatto da altri

PS io non sono un sysad pronto ad essere smentito
Tasslehoff31 Gennaio 2022, 23:31 #10
Originariamente inviato da: floss72
La posizione di Tasslehof è condivisibile dalla visione del sysad ma chi non può riscrivere codice o reingegnerizzare i workload passa a public cloud o roba del genere perché il costo di personale esperto ,che ti farebbe risparmiare con un tuo cluster , sta salendo sempre più

Rassegniamoci…avremo sempre più sysad che in realtà sono tecnici esperti di pdl e di client…e quindi non esperti

Per questo si manager piace il cloud fatto da altri

PS io non sono un sysad pronto ad essere smentito
Se con sysadmin ti riferisci a chi semplicemente si occupa di installare server/vm/instance e manutenerle probabilemente hai ragione (sebbene ci sia talmente tanto da fare anche su questo versante che credo ce ne sia a sufficienza per almeno 3-4 o 5 generazioni di sysadmin, non hai idea delle porcate che veda nel mio lavoro e francamente mi vien da dire che "ce n'è per tutti" anche solo per sanare l'esistente ).

Se invece allarghiamo un po' il perimetro e consideriamo quello che veramente dovrebbe fare un sysadmin (progettazione, configurazione, monitoraggio, hardening, sicurezza e gestione infrastrutturale) lasciami dire che il lavoro del sysadmin non è affatto in declino, anzi l'opposto.

Considera che anche tutto quello che metti online su architetture "serverless" deve essere manutenuto, monitorato, backuppato, gestito.
Questo ora è il lavoro di sysadmin di alto profilo (vogliamo usare il parolone tanto di moda, abusato, anzi usato a sproposito "devops"? Usiamolo) e questo ci sarà sempre e comunque anche in architetture di questo genere perchè il 99,9% degli sviluppatori non va oltre al commit su git, il resto (pipelines, container/pod, monitoraggio, backup, hardening) è vuoto cosmico se lasciato in mano ai dev.

Prendi il caso specifico di OVH, come ho detto non so nello specifico cosa usi il loro nuovo servizio, ma sono pronto a scommettere che sia Openstack, secondo te un dev (con le pressioni che ha sui tempi di rilascio) può occuparsi anche dell'infrastruttura? Non esiste.
E OVH (salvo nel caso dei servizi managed, che costeranno un occhio della testa e saranno inaccessibili nel 99,9% dei casi) offre appunto gli strumenti e le risorse per creare l'infrastruttura, poi su quella va costruito tutto e non esiste niente di "automagico", occorre qualcuno che conosca reti, storage, monitoraggio, gestione sistemi, logging, analisi degli stessi, problem solving, etc etc etc...

Quello che dici sui manager e sui loro "desiderata" è verissimo, loro sognano un mondo in cui tutto è a consumo e basta pigiare una checkbox e pagare e qualcuno fa il lavoro.
Ma questo è qualcosa che esiste solo nella loro testa, perchè gli scenari non sono mai riconducibili a quei pochi casi previsti dalle procedure proposte dai provider, serve sempre customizzazione, dettaglio, progettazione, insomma qualcuno che ci metta la testa.
Questa idea del prodotto preconfezionato che va bene a tutti è sempre esistita e non ha mai funzionato.

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