Prosegue la crescita di Netalia, public cloud provider italiano al 100%

Prosegue la crescita di Netalia, public cloud provider italiano al 100%

Fatturato in crescita del 66%, rispetto all’anno precedente, per Netalia, il public cloud provider italiano guidato dall’amministratore delegato Michele Zunino. Le prospettive per il 2023, con la Pubblica Amministrazione che si appresta a spendere i fondi del PNRR sono ancora più ambiziose

di pubblicata il , alle 12:21 nel canale Cloud
NetaliaBig del Cloud
 

In un mercato dominato dagli hyperscaler made in USA, decidere di fare il public cloud provider in Italia può sembrare un controsenso. La storia, iniziata nel 2010, di Netalia dimostra che invece non solo è possibile, ma che è anche necessario. Di Netalia abbiamo già parlato in passato e l’occasione di farlo ancora oggi è data da un evento per la stampa di qualche giorno fa, durante il quale abbiamo incontrato Michele Zunino, amministratore delegato di Netalia.

La sovranità dei dati e gli hyperscaler 

Netalia

Perché è necessario avere dei public cloud provider italiani? La risposta di Zunino è solo parzialmente legata alla sovranità dei dati, come forse era lecito immaginarsi. La “data sovereignty” è sicuramente un tema, tanto che anche gli hyperscaler si stanno muovendo per assicurare alle aziende italiane (ed europee) che le loro attività siano pienamente conformi con le leggi nazionali e comunitarie, a partire dal GDPR. È proprio di questi giorni la notizia che AWS ha fatto certificare da un ente esterno le sue soluzioni, che ha ribadito che AWS stessa non può, anche volendo o essendo forzata a farlo, accedere ai dati dei clienti. Oracle ha ribadito che aprirà delle region “sovrane” e Microsoft ha sviluppato una soluzione con Leonardo appogiandosi a un modello in cui non ha mai accesso alle chiavi crittografiche dei clienti. Se gli hyperscaler si sono “agitati” così tanto per proporre soluzioni specifiche che garantiscono la sovranità dei dati, ci viene da pensare che le soluzioni “standard” qualche problema potrebbero crearlo. Ma quindi, tornando alla domanda iniziale, se le soluzioni degli hyperscaler garantiscono la sovranità dei dati, perché affidarsi a un public cloud provider italiano, che sicuramente non può garantire la stessa varietà di servizi e non ha la “scala” di uno dei giganti americani? Il primo vantaggio è comunque da ricercare nell’ambito della compliance, perché l’entità legale dietro il marchio Netalia è un’azienda italiana, che quindi strutturalmente nasce per essere compliant con l’impianto normativo del nostro Paese e qualsiasi controversia verrà affrontata in Italia e, eventualmente, in un tribunale italiano. La casa madre di un qualsiasi hyperscaler americano, anche se esiste una filiale di diritto italiano, avrà comunque sede negli USA ed è possibile che alcune controversie debbano essere gestite oltreoceano.

Il cloud sta diventando un tema di geopolitica

Michele Zunino Netalia

Il motivo più strategico per cui è necessario avere public cloud provider italiano va oltre il concetto di sovranità dei dati ed è legato al vero e proprio accesso alle risorse di compute e storage che normalmente vengono offerte dai provider. Secondo Zunino è necessario diventare indipendenti a livello di sistema, italiano ed europeo, e quindi non dover essere obbligati a utilizzare risorse esterne al sistema. Sempre secondo Zunino, in quest’ottica, gli hyperscaler sono esterni al sistema e “per questo, la sovranità nazionale non è protezionismo formale: è difesa di un intero sistema produttivo, contro qualunque evenienza. Una necessità che i delicatissimi equilibri geopolitici di oggi dimostrano ogni giorno”. Diventa quindi strategico costruire un’infrastruttura cloud italiana ed europea, cosa che anche i policy maker ormai hanno compreso, come testimonia la creazione del Polo Strategico Nazionale e i diversi progetti legati al PNRR in questo contesto.

Proprio nel PNRR e nella necessità di digitalizzare sempre di più la pubblica amministrazione che Zunino vede un’ulteriore opportunità di crescita per Netalia, con l’obiettivo di raggiungere una quota di mercato del 3% entro il 2030. 3% può sembrare un numero “piccolo” e un obiettivo di ripiego, ma il mercato cloud è enorme, si stima intorno ai 10 miliardi di euro, e gli hyperscaler sono qui per restare e non è concepibile andare direttamente in concorrenza con loro. L’obiettivo di Netalia è di consolidare la nicchia di quelle aziende che operano in settori regolamentati e per le quali le esigenze di compliance sono particolarmente restrittive e che non vedono soddisfatti questi requisiti dai servizi offerti dagli hyperscaler. Questa strategia sembra premiare Netalia che ha registrato una crescita di ben 65% del proprio fatturato nel 2022, rispetto all’anno precedente e che prevede una crescita ancora maggiore nei prossimi anni.

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