Pure Storage: uno storage intelligente è essenziale per l’evoluzione del cloud

Pure Storage: uno storage intelligente è essenziale per l’evoluzione del cloud

Rivoluzionare un settore consolidato come quello dello storage non era un’impresa facile. Da oltre 10 anni Pure Storage sta innovando costantemente ed Edge9 ha intervistato Alfredo Nulli, CTO europeo, sul futuro del cloud

di pubblicata il , alle 13:01 nel canale Cloud
Pure Storage
 

Era l’ormai lontano 2009 quando nel cuore della Silicon Valley, a Mountain View dove ha sede anche Google, nasceva un’anonima società che per due anni lavorò sotto traccia a nuove soluzioni di storage. Qualche anno dopo, col nome Pure Storage, diventò famosa per essere stata la prima azienda del settore a proporre prodotti esclusivamente basati su SSD. Ma non è solo l’all-flash a contraddistinguere le soluzioni di Pure Storage, l’altro elemento fondamentale è il software, un vero e proprio sistema operativo che permette di gestire in modo nuovo lo storage. La visione si è rivelata corretta e oggi Pure Storage è leader di mercato e propone prodotti che si integrano al meglio con l’evoluzione del cloud.

Pure Storage: non solo all-flash 

Edge9 ha intervistato Alfredo Nulli che, nel suo ruolo di Principal EMEA Office of CTO, ha la responsabilità di fare da collante fra aziende e cloud provider per implementare le soluzioni di Pure Storage nel modo più efficace possibile. La sua è una visione privilegiata di come si evolve la tecnologia che sta dietro al cloud e al data center, anche in funzione dei cambiamenti epocali che tutto l’IT sta vivendo in questa situazione di emergenza sanitaria.

Edge9: quali sono le unicità di Pure Storage? Perché all-flash? E perché è così importante il software nello storage?

PureStorage Alfredo Nulli

Alfredo Nulli: hai colto i due aspetti fondamentali, immagina pensare nel 2009 a una soluzione di storage totalmente basata sul flash, che potesse essere utilizzata all'interno dei Data Center. Era un approccio visionario. L’all-flash per noi è un mantra: mai derogare da quello che è stato fondamentale quando all'inizio abbiamo cominciato a competere nel mondo dello storage usando solo e soltanto tecnologia flash. Inizialmente il costo era una discriminante rispetto allo storage tradizionale, ma noi abbiamo scommesso sul fatto che potevamo usare il flash in un modo più “intelligente”, rendendolo economicamente più gestibile da parte dei nostri clienti. L'andamento del costo delle memorie flash ci ha aiutato fino ad arrivare ad un momento epocale, in cui il costo è diventato più basso di quello degli hard disk meccanici ad alte prestazioni. In quel momento, Pure Storage è stata l'unica azienda pronta a posizionare il flash come elemento unico nel Data Center, pensato non solo per una parte dello storage, non per il caching, non per la parte più pregiata o per le applicazioni super prestazionali, ma lo storage Tier 1.                                         

Siamo riusciti in questa impresa grazie al software, che ci permette di offrire ai nostri clienti delle soluzioni complete, che vengono costantemente aggiornate nelle funzionalità. Ogni 6 mesi Pure Storage rilascia aggiornamenti software, che non richiedono un aggiornamento dell’hardware. Questa è l'unicità di Pure Storage: aver creduto nel flash dall'inizio, ma lavorando anche sulla parte software e non scommettendo semplicemente sulla potenza dell’hardware.

Anche l’hardware è in continua evoluzione: abbiamo cambiato almeno tre generazioni di memorie all’interno dei prodotti e stiamo introducendo la quarta. Il 2020 è l'anno di introduzione delle memorie QLC, che permetteranno di vendere e posizionare il flash anche per il Tier 2, con una forte attenzione al prezzo. Il software crea un livello superiore di astrazione che permette di effettuare questi cambi generazionali in continuità, senza che i clienti debbano necessariamente rendersene conto.

Il segreto di Pure Storage è il software 

Edge9: in che modo il software fa la differenza in ambito storage?

Alfredo Nulli: il primo elemento è sicuramente la “data efficiency”, legata a compressione e deduplica dei dati. Lavorando col software riusciamo ad offrire un livello di efficienza ai clienti molto elevato. In pratica, rispetto ai dati che i clienti hanno realmente memorizzato, riusciamo a offrire un livello di efficienza con valori moltiplicativi fra 4 e 5, il cliente ha quindi a disposizione spazio fra 4 e 5 volte superiore al reale storage allocato. Il secondo elemento è legato all’intelligenza artificiale e al machine learning, che sono alla base della soluzione Pure1, che tutti i nostri clienti hanno a disposizione quando scelgono un nostro prodotto. Tutte le soluzioni Pure Storage sono sottoposte a telemetria costante, che ci permette di fare un’analisi preventiva di qualsiasi comportamento anomalo dello storage, rapportando i risultati a quelli di altri clienti, tutto in maniera anonima. Il terzo elemento fondamentale legato al software è il Non-Disruptive Upgrade, che permette di effettuare modifiche alla componente hardware in continuità funzionale e prestazionale. Questi tre elementi, tutti abilitati dal software, sono funzionalità intrinseche del nostro sistema operativo Purity e quindi disponili per tutti i nostri clienti.

Data center

Edge9: si sta passando da un modello in cui sembrava si dovesse portare tutto sul cloud, a un modello di cloud ibrido in cui devono convivere cloud e data center. Qual è la visione di Pure Storage di questa evoluzione e del ruolo che potrete giocare in questo scenario?

Alfredo Nulli: il nuovo scenario è già qui, non è più solo una discussione teorica o una guerra di religione, ma un reale cambio generazionale basato sulle esigenze dei clienti che vogliono delle soluzioni. Come Pure Storage il nostro ruolo è offrire una Modern Data Experience. Per moderna intendiamo un’esperienza semplice di accesso ai dati che permetta alle organizzazioni di concentrarsi sulle funzioni applicative e non su come i dati vengono memorizzati. Offriamo un accesso ai dati che sia multi protocollo, multi funzione e ubiquo, che è lo stesso on-premise e nel cloud e che permetta in ogni momento di decidere quale sia il luogo più efficiente dove memorizzare i dati. Il dato “pesa” e spostarlo è costoso, potenzialmente pericoloso e time-consuming. Il nostro compito è minimizzare costi e tempi di questi processi e, grazie ai nostri sistemi, rendiamo il dato mobile a livello di unità informativa, senza che il cliente debba verificarne la coerenza. La coerenza della replica la gestiamo noi, quindi quando un dato viene spostato dal proprio data center in Amazon, siamo noi che garantiamo che il dato sia atterrato in modo corretto e coerente. Questo per noi significa hybrid cloud e multi cloud.

Edge9: Qual è la tua visione personale di come i cambiamenti dettati dalla situazione che stiamo vivendo rimarranno nella quotidianità delle aziende, anche in un una fase successiva a quella di emergenza che stiamo vivendo?

Alfredo Nulli: stiamo vivendo un momento drammatico, che però si sta anche dimostrando essere il più grande esercizio di digital transformation della storia, una sorta di stress test dell’intero sistema IT. Il modo in cui le nostre persone hanno reagito a questa situazione è impressionante, sia nella capacità di continuare a fornire ai clienti esistenti la tranquillità del supporto e del servizio, ma soprattutto per la capacità di continuare a voler portare innovazione in un modo che sia coerente ed eticamente compatibile con il momento.

L’IT ha risposto “presente”, sicuramente noi di Pure Storage, ma in generale l’intero mercato. L’operatività che noi ci aspettiamo dai supermercati, non ce ne siamo resi conto, ma l'abbiamo mantenuta anche nei sistemi bancari, nei pagamenti, nelle transazioni finanziarie. L'abbiamo mantenuta nei sistemi di approvvigionamento della chimica e della farmaceutica, sono tutte funzioni che diamo per scontate e che dietro hanno funzionalità IT. Quindi questo è un grande plauso che va fatto al mondo IT in generale. Le aziende già predisposte per lo Smart Working si sono trovate meglio, non solo perché avevano attivato processi legati al cloud, ma perché avevano una predisposizione culturale corretta. Un altro problema è che le aziende stanno riconvertendo il carico dell’IT: negozi che hanno dovuto potenziare l’online, aziende che hanno riconvertito la produzione per far fronte all’emergenza, applicazioni prima usate da 3 persone che ora vengono utilizzate da 300. Questa rivoluzione porterà a un nuovo disegno dell’IT, in cui i sistemi dovranno adattarsi alle esigenze applicative. Solo chi ha in casa soluzioni che si adattano ai cambiamenti, senza intervenire fisicamente, senza doverle riconfigurare e agilmente, può rispondere ai cambiamenti. Per quanto riguarda Pure, i nostri sistemi sono semplici, si auto-configurano e molte operazioni vengono svolte in automatico. Inoltre, come Pure Storage, abbiamo creato una serie di webinar per i nostri clienti, partner e per tutto il mercato, non per parlare di come funzionano i nostri sistemi, ma per inquadrare alcuni concetti come DevOps, Analytics, Cloud.

L'elenco dei webinar Pure Storage disponibili è accessibile qui.

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