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VMware, con la versione 9 di Cloud Foundation Broadcom punta su piattaforma unificata, IA privata e sicurezza estesa

di pubblicata il , alle 11:20 nel canale Cloud VMware, con la versione 9 di Cloud Foundation Broadcom punta su piattaforma unificata, IA privata e sicurezza estesa

Presentata a Explore 2025, VMware Cloud Foundation 9 introduce Private AI Services, protezione Zero Trust per i workload intelligenti e nuove partnership con Canonical, AMD, Intel e NVIDIA. Ma restano criticità su costi e adozione

 

Una piattaforma unificata che viaggia alla velocità dell’IT. Questa, in estrema sintesi, la definizione di VMware Cloud Foundation 9, il più recentemente aggiornamento della soluzione VMware. L’azienda, come noto, è stata acquisita, non senza polemiche, da Broadcom, che ha puntato su un approccio differente. Non solo sotto il profilo delle licenze, di cui abbiamo parlato già più volte, anche in occasione dell’evento Explore 2025, ma sotto il profilo architetturale.

Tre le principali novità annunciate durante Explore, al quale Edge9 era presente, c’è prima di tutto l’idea di puntare interamente su una piattaforma unificata, che include tutto il necessario. In secondo luogo, sono state apportati numerosi miglioramenti relativi alla sicurezza, che è sempre importantissima, ma lo diventa ancora di più quando si parla di soluzioni infrastrutturali. Infine, ci sono le novità relative a Tanzu. Per capire cosa cambia e quali sono i vantaggi per gli utenti, abbiamo intervistato Mark Chuang, Head of Product Marketing, VMware Cloud Foundation in Broadcom, Umesh Mahajan, Vice President & General Manager, Application Networking & Security Division di Broadcom e Prashant Gandhi, VP Products di VMware.

VCF 9: la velocità è tutto. Ma serve una piattaforma di IA privata

Come sottolinea Paul Turner, Vice President of products, VMware Cloud Foundation Division di Broadcom, oggi c’è un serio problema di attrito nel mondo dello sviluppo. Attrito dovuto a vari fattori, fra cui la necessità di procedere rapidamente con nuove implementazioni, mantenendo allo stesso tempo il pieno controllo sull’infrastruttura. Non solo: i team di sviluppo spesso sono frammentati, fatto che rende complesso coordinare le persone e i progetti e assicurarsi che tutti abbiano accesso ai dati più aggiornati. Altri problemi sono relativi ai sistemi legacy, ancora molto utilizzati, e alla sicurezza, che deve essere la priorità.

Rendendo VCF 9 una piattaforma unificata, Broadcom è certa di poter aiutare gli sviluppatori in tutti questi aspetti. Accelerando e semplificando il loro lavoro, senza trascurare le questioni relative alla cybersecurity.

VMware Cloud Foundation 9

Ma c’è un aspetto importante da sottolineare: secondo Turner “la virtualizzazione” è solo l’inizio. Il passo successivo deve essere quello di mettere in piedi una soluzione di IA privata, sulla quale le aziende clienti possano avere totale controllo, senza dipendere dagli hyperscaler. Per questo motivo i Private AI Service sono ora parte integrande di VCF 9, che permettono agli utenti di creare soluzioni di IA privata all’interno della loro infrastruttura. L’approccio e le logiche sono identiche a quelle delle soluzioni di IA in cloud, con la differenza che gli sviluppatori hanno maggiore controllo su ogni aspetto e, soprattutto, una maggiore sicurezza dei propri dati.

vmware private ai service

In sintesi, Private AI Service fornisce un ambiente integrato per gestire modelli (governance e versioning), esporli tramite endpoint API, organizzare e indicizzare i dati privati, costruire applicazioni di IA sicure e scalabili. Non solo: l’idea di Broadcom è di dare agli sviluppatori totale libertà e per questo motivo sarà supportati hardware di ogni tipo, CPU incluse. Proprio per questo motivo Broadcom ha ampliato la rosa di partner, stringendo una collaborazione con AMD, per la virtualizzazione della serie MI350 delle GPU AMD Instinct e un accesso più semplice al software di IA ROCm Enterprise AI. Sono state anche pPotenziate le partnership già esistenti con Intel, per il supporto per gli acceleratori Gaudi 3, e con NVIDIA, che a oggi è il fornitore di hardware per l’IA leader del mercato. In occasione di Explore 2025, infine, è stata annunciata una nuova partnership con Canonical.

La collaborazione con Canonical

La partnership con Canonical nasce con l’obiettivo di offrire la migliore esperienza possibile alle organizzazioni che sviluppano applicazioni moderne e containerizzate. E, come intuibile, per creare un’alternativa a Red Hat OpenShift, che oggi è la piattaforma di riferimento per la gestione delle applicazioni containerizzate. "Molti di loro oggi usano Red Hat, lo sappiamo, lo vediamo nel mercato. Ma riteniamo che con questa partnership possiamo offrire una proposta estremamente interessante a qualunque cliente che voglia lavorare con applicazioni moderne e containerizzate, che sia già un utente OpenShift o che stia iniziando ora e cerchi la migliore soluzione disponibile", spiega Mark Chuang, Head of Product Marketing, VMware Cloud Foundation in Broadcom.

Il focus di Broadcom sulla sicurezza e la conformità normativa

Con la release 9.0 di VMware Cloud Foundation (VCF) la sicurezza compie un salto di qualità, bilanciando velocità di innovazione per gli sviluppatori e controllo rigoroso da parte dell’IT.

vmware VCF

Tra le novità più interessanti c’è la capacità di neutralizzare il malware già in fase di recupero dei dati. Non solo quello tradizionale basato su file, ma anche il più insidioso malware fileless – script che agiscono direttamente in memoria, come JavaScript o PowerShell, senza lasciare tracce su disco. Oggi VCF è in grado di intercettarli e bloccarli in tempo reale.

L’approccio Zero Trust si estende ora anche ai carichi di lavoro di intelligenza artificiale. Ogni workload di IA è difeso da un firewall distribuito, con policy dichiarative e integrazione nativa con Kubernetes. Risultato: il traffico superfluo viene bloccato all’origine, le comunicazioni tra i diversi componenti dell’IA vengono filtrate, e diventa impossibile introdurre elementi malevoli o dati corrotti in grado di compromettere un agente intelligente. “Blocchiamo i servizi già dal primo momento: è il cuore dello Zero Trust. Poi l’IA comunica con database vettoriali, modelli in esecuzione, zone diverse. Noi possiamo controllare i confini tra queste zone e consentire solo il traffico realmente autorizzato. Nessuno può introdurre un database vettoriale malevolo e avvelenare un agente con dati corrotti. Oggi abbiamo gli strumenti per impedirlo”, afferma Umesh Mahajan, Vice President & General Manager, Application Networking & Security Division di Broadcom.

La protezione, sottolinea VMware, è ovunque VCF venga eseguito: on-premise, in cloud privati, ambienti gestiti o public cloud. Non mancano i servizi di cyber compliance avanzata per i settori più regolamentati – finanza, sanità, difesa – con supporto agli standard PCI, HIPAA, GDPR e certificazioni equivalenti FIPS per l’Europa.

VCF 9: un progetto ambizioso, ma non mancano i rischi

Unificando la piattaforma e offrendo servizi di IA privata, Broadcom sta trasformando radicalmente la piattaforma VMware. Estendendola, potenziandola e irrobustendola. Sulla carta, per gli sviluppatori è positivo poter contare su un unico ambiente di virtualizzazione efficace e unificato, evitando di dover passare tramite diverse soluzioni da svariati produttori. Al momento, però, molti clienti si stanno limitando a utilizzare solo alcune parti di VFC 9, in pratica, trovandosi a pagare un costoso abbonamento ma sfruttandolo solo in parte, come spiegato qui.  Va sottolineato che parliamo di soluzioni infrastrutturali, quindi non ci si può aspettare che grandi aziende stravolgano in breve tempo i loro sistemi, indipendentemente dai vantaggi: è insomma normale che sia necessario attendere per vedere se i clienti apprezzeranno le novità e i nuovi strumenti.

vmware VCF2

Il problema di questo approccio unificato è il prezzo: è vero che ora gli utenti hanno a disposizione una soluzione unificata e completa, quindi prevedibilmente più costosa delle semplici licenze di VMware usate in precedenza, ma non è detto che tutti siano disposti ad accettare le nuove condizioni. Quantomeno, di farlo a lungo. Al momento non esistono alternative valide, soprattutto se si è già clienti di VMware: a meno di ripensare da zero la propria infrastruttura, è necessario far buon viso a cattivo gioco, accettando gli aumenti di prezzo e le nuove clausole contrattuali. Di sicuro, un approccio così aggressivo sta scontentando più di un cliente.

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