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Lavoro da remoto, sostenibilità, GenAI: lo studio di Deloitte sulle priorità dei GenZ italiani

di pubblicata il , alle 14:01 nel canale data Lavoro da remoto, sostenibilità, GenAI: lo studio di Deloitte sulle priorità dei GenZ italiani

La Gen AI è utilizzata sul lavoro dal 16% della GenZ e dall’11% dei Millennial; meno della metà pensa che il proprio datore di lavoro li stia formando adeguatamente

 

La 13sima edizione di GenZ and Millennial Survey, analisi globale condotta da Deloitte, evidenzia quali sono le priorità per la Generazione Z e i Millennial. Uno studio che ha coinvolto 22.000 persone (14.000 GenZ e 8.000 Millennial) in 44 Paesi. Le priorità degli intervistati sono prevedibili: il campione ha evidenziato l'elevato interesse di queste generazioni per i temi legati alla sostenibilità ambientale e al bilanciamento lavoro-vita privata. L'aspetto che però consideriamo più interessante è quello legato alle nuove tecnologie, in particolare l'intelligenza artificiale generativa: i Millennial e soprattutto i GenZ sono fra i principali utilizzatori di soluzioni di GenAI, anche sul lavoro. Quasi la metà, però, lamenta una scarsa formazione da parte dei datori di lavoro. 

Il lavoro? Deve allinearsi ai valori

Pigri, svogliati, privi di iniziativa. Così spesso sono dipinti i giovani dai più anziani, in particolare dai datori di lavoro. Lo vediamo tutti i giorni sui quotidiani, con le continue lamentele di chi fatica a trovare personale per le proprie attività.

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La realtà, però, non è proprio così come viene dipinta da chi non trova nuovi talenti da assumere e più che di svogliatezza, è meglio parlare di allineamento coi valori: più dell'80% degli intervistati (86% fra i Millennial e 89% fra le GenZ) considera fondamentale un lavoro che garantisca sia soddisfazioni personali sia benessere (non solo economico). E che sia allineato ai propri valori etici. Tanto che il 40% del campione afferma di aver rifiutato un lavoro o un progetto in quanto non allineato coi propri principi. Più scende l'età, più l'etica rappresenta un valore non negoziabile, come evidenzia l'analisi di Deloitte. 

Lavoro e sostenibilità

Quando si parla di etica, prevalentemente l'attenzione va al tema della sostenibilità: anche in questo caso, più del 40% del campione afferma di aver cambiato lavoro o settore, o di aver valutato di farlo, a causa di pratiche considerate non sostenibili. Un'attenzione che si riflette anche al di fuori del lavoro: il 63% degli intervistati afferma di essere disposto a pagare di più per prodotti sostenibili, mentre circa un quinto del campione dichiara di aver interrotto rapporti con alcune aziende proprio a causa di pratiche considerate poco rispettose dell'ambiente. 

Lavoro e IA generativa: il punto di vista di Millennial e GenZ

Focus dell'analisi di Deloitte anche il rapporto con l'IA generativa, che mostra differenze significative fra chi utilizza frequentemente gli strumenti di GenAI e chi invece non lo fa. Secondo l'80% di chi ha già confidenza con questa tecnologia, la GenAI può assicurare più tempo libero e un miglior rapporto fra lavoro e vita privata, percentuale che scende al 58% prendendo il totale degli intervistati. L'80% circa degli utilizzatori sostiene inoltre che l'IA possa migliorare il modo in cui lavorano, contro un 48% del totale degli intervistati. 

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Non mancano preoccupazioni: il 70% di chi usa spesso l'IA è convinto che porterà all'eliminazione di alcuni lavori, tanto che proprio queste persone mirano a lavori che non rischiano di essere sostituiti dall'automazione. Leggermente minore (59%), invece, è il dato relativo all'intero campione. 

Ma cosa si aspettano dal futuro Millennial e GenZ? Secondo Deloitte, al primo posto rimane un buon equilibrio fra lavoro e vita privata. Il lavoro da remoto è ambito, ma spesso non è possibile: il 65% del campione circa, infatti, afferma che l'azienda per cui lavora ha implementato di recente politiche per il ritorno in ufficio. Cosa che non ci stupisce, purtroppo: nonostante le tante affermazioni e gli studi sull'aumento di produttività scaturito dalla possibilità di lavorare da casa, anche le aziende più grandi hanno optato per fare lavorare le persone dalle proprie sedi, almeno alcuni giorni alla settimana. Incluse quelle realtà che fanno del lavoro da remoto il proprio business, come Zoom

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Un ultimo focus è relativo alla salute mentale, considerata fondamentale dalle nuove generazioni. Se per gli over 40 lo stress è stato spesso considerato una parte inevitabile di qualsiasi lavoro, questo è differente per i più giovani. Più della metà (54%) afferma che i propri datori di lavoro danno la giusta importanza a questo aspetto, ma rimane un quarto di imprese per le quali l'argomento è quasi tabù. Tanto che il 27% del campione teme che verrebbe discriminato sul lavoro nel caso dovesse sollevare questioni sul tema della salute mentale

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