Arriva la prima versione dello standard per il computational storage
di Riccardo Robecchi pubblicata il 12 Settembre 2022, alle 15:31 nel canale DeviceÈ stata pubblicata la prima versione delle specifiche che definiscono lo standard per il computational storage, ovvero i dispositivi di archiviazione in grado di eseguire calcoli sgravando, dunque, la CPU
È stata finalmente pubblicata dalla SNIA, la Storage Networking Industry Association, la prima versione delle specifiche per lo standard che definisce il funzionamento e l'ambito di applicazione del cosiddetto computational storage, ovvero dei dispositivi di archiviazione dotati di capacità di elaborazione. L'intento è quello di creare un ecosistema che possa essere sfruttato tanto dai produttori di hardware, quanto da quelli di software per far crescere il settore.
Arriva lo standard per il computational storage
Con l'ascesa della virtualizzazione prima e del cloud poi, ci si è resi conto che alcuni compiti che gravano sulle CPU potrebbero essere invece delegati a processori esterni specializzati: ad esempio, la compressione dei dati o la loro cifratura. Tali compiti non offrono reale valore aggiunto e impegnano cicli di calcolo sul processore che potrebbero invece essere dedicati a compiti più remunerativi. In questo contesto si inserisce la nascita del computational storage, che punta a inserire capacità di calcolo sui dispositivi di archiviazione. Tali capacità vanno da semplici FPGA dedicati alla (de)compressione dei dati fino a intere CPU ARM in grado di eseguire Linux.
Le specifiche definite dalla SNIA, disponibili pubblicamente, serviranno ai membri dell'associazione e a entità terze per definire uno standard che può essere sfruttato in maniera più ampia all'interno del settore IT per sviluppare hardware e software. È in particolare lo sviluppo di software che costituirà un nodo cruciale per il successo di questi dispositivi.
Lo standard non definisce una specifica preferenza per una connessione o per un'altra, dunque sono in corso sviluppi per supportare NVMe, Ethernet e CXL.
Attualmente sono già disponibili alcuni dispositivi che rispondono alle definizioni contenute nel nuovo standard, come ad esempio gli SSD sviluppati congiuntamente da Samsung e AMD. Ci vorrà, però, del tempo perché il computational storage prenda piede ed è probabile che l'adozione al di fuori dei grandi data center, se mai avverrà, sarà piuttosto lontana nel tempo.
1 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoAnni fa c'era il co-processore matematico.
Oppure integrare direttamente nella CPU il necessario...
Si sta frammentando inutilmente la specificità dei dispositivi...
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