Dal calore all'energia elettrica grazie ad un nuovo materiale
di Andrea Bai pubblicata il 20 Gennaio 2011, alle 16:57 nel canale Device
I ricercatori della Northwestern University realizzano un materiale capace di convertire in energia elettrica il 14% del calore dissipato da un corpo
32 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infose non credete all'effetto seebeck, potete provare a prendere una peltier e usarla "al contrario"
una centrale a ciclo combinato raggiunge il 67% di efficienza energetica.. qua si parla di 15%.. certo.. magari se rivestiamo le caldaie con questo sistema recuperiamo una parte delle perdite termiche e le convertiamo in energia elettrica.. ma che temperatura serve ?.. o meglio.. che differenziale termico serve per generare energia elettrica ?.. pare una cella di peltier al rovescio..
inoltre.. il costo vale la candela ?
Non c'entra nulla quello che stai dicendo... In una centrale si adottano sistemi diversi (che non conosco, ma immagino per lo piu' meccanici che altro).
Qui si parla di un pezzo di metallo che scaldato produce un 14% di energia elettrica. Dato che siamo in un forum di hardware di pc, la prima cosa che penso e' una CPU o una GPU. Se il tdp di un quad core desktop e' di 130watt, quel 14% (sperando sia una media) corrisponde a 18watt circa di corrente recuperata. Non male.
Vorrei piu' che altro sapere se, come nel mio esempio, quei 18watt vengono trasformati in corrente (ovvero il calore da dissipare passa dai 130watt a 112) oppure no. Sarebbe doppiamente utile, recuperi corrente e raffreddi il sistema.
Altra domanda: ma il processo richiede una trasformazione chimica (quindi dopo un po' la conversione calore/corrente non funziona piu')?
Qui si parla di un pezzo di metallo che scaldato produce un 14% di energia elettrica. Dato che siamo in un forum di hardware di pc, la prima cosa che penso e' una CPU o una GPU. Se il tdp di un quad core desktop e' di 130watt, quel 14% (sperando sia una media) corrisponde a 18watt circa di corrente recuperata. Non male.
Vorrei piu' che altro sapere se, come nel mio esempio, quei 18watt vengono trasformati in corrente (ovvero il calore da dissipare passa dai 130watt a 112) oppure no. Sarebbe doppiamente utile, recuperi corrente e raffreddi il sistema.
Altra domanda: ma il processo richiede una trasformazione chimica (quindi dopo un po' la conversione calore/corrente non funziona piu')?
visto che l'energia non si crea dal nulla la corrente generata dal dispositivo sottrae calore al sistema quindi il calore da dissipare diminuisce,
sistemi come questi non sono nuovi solo che sono nettamente meno efficenti di questo nuovo materiale, circa la metà
sistemi come questi non richiedono reazioni chimiche, sono principalmente effetti termoelettrici (http://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Seebeck)
penso che la loro applicazione principale attualmente sarà raddoppiare l'efficenza dei vari RTG usati nel campo aereospaziale (visto il costo e la scarsa disponibilità di PbTe) ma non è escluso che se l'evoluzione tecnologica porti ad una diminuzione dei costi ed ad un aumento dell'efficienza di tali sistemi tale da renderli economicamente vantaggiosi anche per l'energy harvesting in campo consumer
Esistono e si usano.
Però hanno efficienze attorno al 7% attorno ai 250 gradi.
Se questo promette efficienze del 14% a temperature più umane potrebbe essere applicabile in qualcosa più terra terra delle sonde spaziali e pile nucleari e FORSE fattibile per sognare quelle applicazioni di cui state parlando...
In ogni caso ad esempio un materiale molto più efficiente, ammesso che non sia tossico e resista allo stress meccanico e non sia corrosivo... e ... e.... e... e ... potrebbe essere usato per incrementare notevolmente queste applicazioni, ad esempio diminuendo la radiotossicità dei Peacemaker a pila al plutonio...
No e probabilmente sono anche tossiche... per ora.
@notturnia
Mi spiace deluderla, ma i cicli combinati raramente arrivano al 55% di rendimento effettivo... sulla carta anche il termoelettrico arriva al 50% in realtà scarsamente supera il 44%...In ogni caso in queste ultime centrali, recuperare il 14-15% dell'acqua di raffreddamento ( il 50% delle perdite) significa innalzare il rendimento globale di almeno un 5% con un 5% in meno di consumi ed emissioni...
Come diceva un caro amico, tutto aiuta....
inoltre.. il costo vale la candela ?
Sono perfettamente d'accordo... se per efficienza energetica di un ciclo combinato intendi il rendimento di primo principio: (Lavoro utile ai morsetti dell'alternatore) / (Calore introdotto nel ciclo) = 67% la vedo molto, ma molto poco realizzabile
La soglia del 60% non mai stata superata...
Fonte: studio ing. energetica...
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".