Red Hat Enterprise Linux gratis: la rivoluzione di Red Hat parte con 16 server
di Riccardo Robecchi pubblicata il 21 Gennaio 2021, alle 12:21 nel canale DeviceRed Hat ha annunciato la disponibilità gratuita di Red Hat Enterprise Linux per tutti i possessori di un account Red Hat, con un limite di 16 server su cui è possibile installare questa versione gratis. Un cambiamento che segue la dismissione di CentOS
A circa un mese di distanza dall'annuncio della fine di CentOS 8, Red Hat ha annunciato che metterà a disposizione una versione completamente gratuita di Red Hat Enterprise Linux (RHEL), valida per l'installazione e l'uso su un massimo di 16 dispositivi in produzione. Red Hat dunque va in qualche modo a sostituire integralmente CentOS con RHEL, seppure solo in quegli ambienti che richiedono l'uso di poche macchine. Si tratta di un cambio di passo notevole per l'azienda americana.
Red Hat Enterprise Linux diventa gratis (fino a 16 sistemi)
Red Hat decide di creare un secondo colpo di scena dopo aver calato il sipario sul progetto CentOS per come l'abbiamo sempre conosciuto: si trattava infatti di una riproposizione di RHEL senza il marchio Red Hat, che permetteva a chiunque di avere accesso a tale software senza dover pagare le licenze; la mancanza di contributi e di supporto da parte delle aziende che ne facevano uso ha dunque portato alla chiusura del progetto.
L'azienda ha ora annunciato sul suo blog che Red Hat Enterprise Linux sarà disponibile gratuitamente a tutti gli abbonati alla Red Hat Developer Network, che non prevede costi od obblighi di acquisto. L'unica limitazione introdotta sta nel numero di sistemi di produzione su cui si può installare la distribuzione: il tetto massimo è infatti fissato a 16 sistemi. Si tratta di un numero grande abbastanza da soddisfare le esigenze dei privati che vogliano sperimentare con RHEL e delle aziende di piccole dimensioni.
"È esattamente come sembra: per casi d'uso di piccoli sistemi in produzione, è un RHEL senza costi e senza supporto. Bisogna solo accedere con un account gratuito Red Hat (o usando un account GitHub, Twiter, Facebook o altro) per scaricare RHEL e ricevere gli aggiornamenti. Non è richiesto nient'altro", scrive l'azienda nell'annuncio. "Non si tratta di un programma di vendita e nessun commerciale si metterà in contatto per cercare di effettuare una vendita. Esisterà un'opzione per abbonarsi al supporto pieno, ma è una decisione che lasciamo a voi."
Non ci sono nemmeno limiti su dove è possibile eseguire il software: è infatti possibile installare questa versione gratuita di RHEL su AWS, Google Cloud e Microsoft Azure, ad esempio.
Red Hat afferma di essere conscia del fatto che questa novità non copra comunque tutti i possibili casi d'uso che ricopriva CentOS e fornirà quindi nuovi aggiornamenti a metà febbraio. La versione gratuita di Red Hat Enterprise Linux sarà disponibile a partire dal 1 febbraio.
22 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoQuesta mossa é schifosa e non sarà certo "regalare" 16 installazioni in produzione che farà cambiare qualcosa.
Mi é anche capitato di lavorare per aziende che oltre alle licenze pagano pure il supporto e mi sono dovuto smazzare spesso vari ticket su ansible, jboss, tomcat e satellite, personaggi presuntuosi e spesso incompetenti, fossi un dirigente non gli darei una lira, ma nelle grosse società il supporto é un criterio di scelta, anche se fa schifo e si buttano i soldi meglio averlo anzi che no
Questa mossa é schifosa e non sarà certo "regalare" 16 installazioni in produzione che farà cambiare qualcosa.
Mi é anche capitato di lavorare per aziende che oltre alle licenze pagano pure il supporto e mi sono dovuto smazzare spesso vari ticket su ansible, jboss, tomcat e satellite, personaggi presuntuosi e spesso incompetenti, fossi un dirigente non gli darei una lira, ma nelle grosse società il supporto é un criterio di scelta, anche se fa schifo e si buttano i soldi meglio averlo anzi che no
Ecco un altro per cui opensource == gratis. Quindi RedHat come dovrebbe campare? Il limite di 16 server basta per la quasi totalita' delle piccole imprese e anche qualche media impresa... Vuoi creare tu un'azienda che offra una distro stabile ed aziendale senza prendere il becco di un quattrino?
Oh gringo, quando avrei scritto che opensource=gratis?
Redhat vende merda, ma questa é una mia personalissima opinione, ognuno poi é libero di investire nei prodotti e nelle tecnologie che ritiene piu' adatte alle proprie esigenze.
Cestinare centos é una mossa meschina, ma non mi meraviglia visto che adesso redhat appartiene a IBM.
Ci sono un sacco di aziende che hanno i loro servizi installati su centos, adesso dovranno migrare altrove, spero su debian o su nuove architetture basate su docker e kubernetes.
A parte l affermazione molto colorita, e forte, cosa intendi di preciso?
Io nn mi occupo di Server quindi chiedo per curiosità e senza un interesse personale, ma una azienda che fattura Miliardi, come puó vendere "merda"?
Oppure vista dall altro lato, se fosse "merda" come dici tu, come possono milioni di persone continuare a comprarla??
Io nn mi occupo di Server quindi chiedo per curiosità e senza un interesse personale, ma una azienda che fattura Miliardi, come puó vendere "merda"?
Oppure vista dall altro lato, se fosse "merda" come dici tu, come possono milioni di persone continuare a comprarla??
Il mercato Enterprise é fatto di dinamiche molto particolari, é un discorso lungo e complesso, ma in generale le grosse aziende per politiche interne, questioni legali e di certificazione possono stringere contratti comerciali solo con aziende che forniscono un supporto e redhat nel mondo linux é il pesce piu' grosso.
In realtà piu' piccole questa cosa ha meno importanza ed é per questo che aziende piu' piccole che comunque fatturano centinaia di milioni di euro spesso fanno scelte diverse.
Provate a lavorae su Ansible Tower o peggio ancora su cloudform ... io mi vergognerei a vendere certa roba.
Comunque l'os diventa sempre meno centrale, con la migrazione verso i microservizi le aziende si spostano piano piano su architetture "distroless" e invece di deployare i servizi sulle vm che a loro volta imbarcano un OS completo spesso coperto da licenza si va verso i container e i cluster kubernetes. IBM si é comprata redhat per avere openshift e proporre qualcosa in questa direzione e forte del suo portafolgio clienti potrà stringere nuovi contratti per lo svilupppo del cloud on premise nelle banche e in altre realtà importanti.
Sto lavorando per una delle prime 10 banche al mondo dove abbiamo di tutto, prodotti oracle, redhat, ibm con relativi contrattoni di licenza e parallelamente stiamo sviluppando un cloud interno basato su tecnologia IMB/Redhat e immagini docker distroless o basate su ubuntu.
Lavorando per anni sul middleware posso dire che usare redhat o centos é esattamente la stessa cosa, anzi se si fà sviluppo ci sono piu' repositories su centos, redhat sta sempre indietro di almeno 2 versioni sui packages.
I tickets aperti sul sistema operativo si contano sulle dita di una mano, dunque non vedo proprio a cosa serva pagare un OS equivalente alla versione free.
Questo IBM l'ha capito ed é per questo che ha voluto fare fuori centos.
Questo IBM l'ha capito ed é per questo che ha voluto fare fuori centos.
Intanto grazie della spiegazione, anche se purtroppo alcuni termini mi risultano poco masticabili.
Giustamente tu dici xche devo pagare quando riesco a fare gratis e forse meglio la stessa cosa?
Giusto.
Peró credo che Centos, non esistesse RedHat non sarebbe a quei livelli.
Pure io di Centos credo di averne sentito parlare SOLO BENE, ma "dietro" c è pur sempre RedHat, mi sembrava abbastanza scontato.
Voglio dire, se Centos esiste ed è così è xche RedHat dai suoi clienti ha avuto soldi per creare un RedHat di quel livello, da cui deriva Centos appunto.
O sbaglio?
Altrimenti forse oggi parleremmo di Centos come un ElementaryOS
Giustamente tu dici xche devo pagare quando riesco a fare gratis e forse meglio la stessa cosa?
Giusto.
Peró credo che Centos, non esistesse RedHat non sarebbe a quei livelli.
Pure io di Centos credo di averne sentito parlare SOLO BENE, ma "dietro" c è pur sempre RedHat, mi sembrava abbastanza scontato.
Voglio dire, se Centos esiste ed è così è xche RedHat dai suoi clienti ha avuto soldi per creare un RedHat di quel livello, da cui deriva Centos appunto.
O sbaglio?
Altrimenti forse oggi parleremmo di Centos come un ElementaryOS
Il discorso é molto semplice, centos era un os affidabile con una solida community alle spalle, per i geek una scelta anche migliore di redhat.
Ora ibm ha deciso di chiuderlo perché sa che su 10 clienti probabilmente 8 passeranno a redhat che ha una licenza d'utilizzo.
La tua domande va girata al contrario, é centos che consentiva a redhat di evolvere e di migliorarsi grazie ad una folta schiera di sviluppatori/sistemisti.
Giustamente tu dici xche devo pagare quando riesco a fare gratis e forse meglio la stessa cosa?
Giusto.
Pero' credo che Centos, non esistesse RedHat non sarebbe a quei livelli.
Pure io di Centos credo di averne sentito parlare SOLO BENE, ma "dietro" c 'e' pur sempre RedHat, mi sembrava abbastanza scontato.
Voglio dire, se Centos esiste ed e' cosi' e' xche RedHat dai suoi clienti ha avuto soldi per creare un RedHat di quel livello, da cui deriva Centos appunto.
O sbaglio?
Altrimenti forse oggi parleremmo di Centos come un ElementaryOS
CentOS nasce da RedHat enterprise, quando questi decisero di non rendere piu' disponibili i binari pubblicamente (i sorgenti erano obbligati a renderli disponibili per via della licenza GPL etc.); gli sviluppatori di Centos, su base libera, e volontaria, si accorsero appunto che potevano partendo dai pacchetti pubblici .src.rpm di RedHat ricreare i binari praticamente identici a quelli di RedHat (salvo per dettagli irrilevanti) e quindi di creare una distribuzione identica a RedHat, bug compresi. All'inizio RedHat non la prese bene, ma poi si accorse che alla fine gli facevano pubblicita' e il loro business non era poi danneggiato.
Oltre a CentOS nello stesso periodo prese il via un progetto analogo, Scientific Linux, del CERN, poi abbandonato o confluito in CentOS se non ricordo male.
Fare un fork e ricompilare tutto senza fare ulteriori modifiche non e' poi difficilissimo, ma bisogna solo eliminare i riferimenti a RedHat, i loghi, etc., poiche' questi si' sono coperti da copyright sui marchi registrati e protetti dalle leggi sui marchi e le insegne. L'unico problema credo che alla lunga il fork di CentOS logora chi lo fa, nel senso che sei in un certo senso costretto a marcare a "uomo" quello che fa RedHat, a ricompilare non appena escono i security advisor, senza alcun miglioramento. Forse e' per questo che e' nato CentOS Stream, una via di mezzo da RedHat Enterprise e Fedora. Insomma sono passati dalla marcatura a uomo trapattoniana alla zona di Sacchi, per fare un paragone calcistico.
Tuttavia in questo modo CentOS Stream perde l'appeal di RedHat enterprise, che e' quello delle certificazioni (certificazioni che nascono appunto dai contratti di RedHat con i produttori di hardware e software) e della compatibilita' binaria con prodotti enterprise anche closed source. E quindi di fatto una nuova distribuzione.
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